L’emergenza sanitaria sta travolgendo non solo la ristorazione, la cultura o il turismo. Gli effetti del Covid19 hanno falciato anche l’industria petrolchimica, i cui ricavi sono in picchiata: di per se questa una brutta notizia, lo è di più per un territorio, come quello Siracusano, in cui  il Prodotto interno lordo  si fonda per oltre il 50 per cento sulla produzione dei colossi del petrolio. Tra i giganti della zona industriale c’è Lukoil, azienda russa che ha preso il posto dell’italiana Erg, ma in profonda recessione come tutto il settore. In corso c’è una grossa fermata per gli interventi di manutenzione degli impianti ma secondo fonti dell’impresa a partire dal gennaio del 2021 la raffinazione subirà un rallentamento.

Con i profitti che crollano, la bilancia pende dalla parte dei costi, da qui la decisione di frenare la produzione, almeno nel primo trimestre del nuovo anno. I vertici del colosso russo, dopo aver incontrato i sindacati, hanno esposto il loro piano di emergenza che, secondo i manager non inciderà, almeno nell’immediato, nelle tasche dei lavoratori. Contestualmente alla riduzione della raffinazione del greggio, gli impiegati, dirigenti compresi, saranno “incentivati” a smaltire le ferie accumulate.

Allo scadere dei tre mesi, Lukoil avrà le idee più chiare sull’andamento del 2021 anche se non ci sono molte speranze su una ripartenza del settore, per cui l’ipotesi è di avviare dal primo di aprile la Cassa integrazione: 5 giornate al mese per i giornalieri, 4 per i turnisti. La novità è che gli ammortizzatori sociali riguarderanno non in modo esclusivo il personale delle linee di produzioni sospese ma tutti quanti, in modo di non penalizzare solo un gruppo di lavoro.

I sindacati hanno contestato Lukoil ed hanno elaborato un comunicato in cui, però, non viene menzionata la decisione di Lukoil di rallentare la produzione, che è l’aspetto saliente, tenuto conto che un pezzo fondamentale di questa provincia vive di pane ed industria.

“A Lukoil spetterebbe il compito – scrivono Cgil, Cisl e Uil – di essere foriera e promotrice di idee, catalizzatrice di potenzialità da sviluppare organizzatrice di una domanda da  basso che si possa strutturare lavorando sul territorio di concerto con gli attori locali; tutti  elementi, questi, che collidono con  una logica aziendale forzata di smaltimento ferie e monte ore, a scapito della forza lavoro”.

Sulla vicenda è intervenuta la parlamentare regionale di Forza Italia, Daniela Ternullo.

“Le voci che arrivano dalla zona industriale del Siracusano sono preoccupanti e richiedono la massima attenzione. Quello che non serve in una provincia precipitata nel fondo della classifica sulla qualità della vita, e che solo nell’export brilla, è la mancanza di dialogo tra una delle più importanti aziende del petrolchimico, la Lukoil, e il sindacato: è il momento di fermarsi e ragionare”.

“Faccio un appello alla proprietà – ha detto ancora Ternullo – affinché programmi investimenti da presentare al ministero per rafforzare l’impegno sul nostro territorio e favorire così il rilancio dell’occupazione. Mentre
il governo nazionale deve, ma questa volta davvero, considerare una cessione di una parte delle ricchissime accise sui prodotti petroliferi per consentire ai governi regionali di reinvestirli nel medesimo settore. In un momento di così drammatica crisi non si può e non si deve rinunciare a quelli che sono i capisaldi della economia della nostra
provincia. Do la massima disponibilità alla proprietà, qualora lo ritenesse opportuno e necessario, a iniziare a presentare audizioni nelle commissioni parlamentari di riferimento affinché si possa arrivare a un comune denominatore. Fermiamoci a ragionare perché in gioco c’è il lavoro di tanti padri di famiglia che non possono essere sempre e i soli a pagare”.

 

 

 

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