Il Palermo è più vicino al sogno della serie B. Dopo l’1-0 di ieri sera siglato da Brunori davanti ad oltre 35.000 tifosi al Renzo Barbera, la squadra rosanero ha eliminato senza troppo patire, grazie soprattutto al 3-0 esterno dell’andata, l’ammazzagrandi Feralpisalò conquistando la finale dei play off contro il Padova prevista in doppia sfida per il 5 ed il 12 giugno prossimi. Anche se proprio la data del match di ritorno, potrebbe subire variazioni: per quel giugno ci saranno le elezioni ed i palermitani saranno chiamati alle urne per scegliere il sindaco.

Euforia in casa Palermo

C’è euforia nel vedere il Palermo sempre più vicino ad un traguardo importante. La terza partita casalinga con oltre 30.000 tifosi è un evento mai visto in un campionato di serie C. Almeno per Palermo. Nei play off è stato un crescendo a partire dal match intero con la Triestina, per passare alla Virtus Entella e poi alla Feralpisalò. E, giusto anche ricordarlo, dopo due pareggi nelle partite casalinghe di questa appendice, è arrivata la prima affermazione col record di pubblico.

Il tecnico Silvio Baldini ha commentato la sfida. Ed è partito subito elogiando i ragazzi ed evitando di parlare della prossima avversaria, il Padova che ha eliminato dopo 180 minuti equilibratissimi il Catanzaro con un gol al 97’ di Chiricò che ha regalato il 2-1 ai biancoscudati passati in svantaggio nel primo tempo. L’allenatore rosanero si è voluto concentrare più sulla celebrazione del suo gruppo, dei suoi ragazzi diventati degli “eroi”. Un elogio a tutto tondo della sua rosa.

Baldini “Non mi importa parlare di tattica”

Il tecnico toscano ha sottolineato: “Non voglio parlare del Padova. Sembra quasi sembra quasi insultare la persona che è dentro di me e che ha dimostrato a questi tifosi cosa può fare il Palermo”.

Non si è fermato Baldini: “Io voglio continuare a sognare, credere che i giocatori siano degli eroi che metteranno dignità e coraggio, parlare di tattica e del Padova non mi importa. Loro sono partiti bene oggi, sono arrivati fin qui con merito. Sapevo che se fossimo stati in grado di avere un piano b saremmo riusciti a vincere la gara. Quando hai un patrimonio tecnico come il nostro e questo patrimonio ha dei problemi devi far capire che il problema non esiste. Esiste bensì la capacità di adattarsi alle difficoltà, bisogna migliorare quindi col lavoro quotidiano sul campo. Quando si allenano, i giocatori devono capire che solo col campo possono esprimere il proprio valore, attaccandosi poi al destino e al sacrificio”.

“La cosa più importante è il percorso, bisogna credere in quello che si fa”

Baldini è tornato a parlare dell’importanza del percorso. Un po’ come quando sostiene che sia il metodo la cosa più importante ancor prima del risultato. E dice: “Ho sempre fatto capire ai ragazzi che la cosa più importante fosse il percorso, facendoli innamorare di questo. Se ti innamori del percorso non speculi, i ragazzi si sono innamorati e sono arrivati a giocarsi una finale nella quale il popolo rosanero inizialmente non credeva. Bisogna credere nelle cose che fai, bisogna avere fede e rispettarla nel tempo. Se nel tempo cominci a comprenderla, raccogli gradualmente i tuoi risultati. Anche stasera (ieri per chi legge, ndr) abbiamo imparato qualcosa che ci può aiutare a raggiunger e il nostro sogno”.

“Ragazzi bravi ad adattarsi alle difficoltà”

I giocatori del Palermo in girotondo dopo la vittoria sulla Feralpisalò e la conquista della finale dei play off col Padova

Il tecnico del Palermo ha spiegato: “Bravi i ragazzi ad adattarsi alle difficoltà, prendendo una vittoria non facile contro un avversario di tutto rispetto come la FeralpiSalò”.

Baldini e l’amore per Palermo

Silvio Baldini ha poi dedicato l’ultima parte della conferenza a parlare dell’importanza del lavoro e di credere in quello che si fa quotidianamente, magari lontano dalle telecamere. E non al destino inteso come cabala. Trasuda nelle sue parole l’amore viscerale per questa squadra e per la città del capoluogo siciliano. Ricordiamo anche l'”acchianata” a Santa Rosalia, protettrice del capoluogo siciliano, di poche settimane fa.

“Io amante del destino? Sono solo realista – ha risposto ad una domanda sul 29 maggio come data storica per il Palermo – parto dalla fede e arrivo a tutto. Per tutti i 18 anni che sono venuto a Santa Rosalia sapevo già che sarei ritornato. Non sbagliamo su questo, altrimenti si cade sul folclorismo. Io credo nel destino, ma il destino è credere in ciò che ami, come la famiglia. Per nutrirla di certi valori ad aiutarti è proprio la fede”

L’allenatore del Palermo ha poi concluso: “Mi sembrava impossibile dopo 18 anni tornare qui e raggiungere un risultato così. Io so che attraverso l’espressione dei propri sentimenti si riesce ad esprimere cos’è l’amicizia, il rispetto, l’amore verso un figlio. Queste cose cerco di portarle nel mio lavoro, e questo è anche grazie a Santa Rosalia, perché in questi anni che sono andata a trovarla soltanto lei sa cosa le ho sempre chiesto”.

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