Il Palermo ha conquistato la promozione in serie B battendo nella doppia finale dei play off il Padova. Artefice di quella che è stata una cavalcata, in rimonta, della squadra è sicuramente il tecnico Silvio Baldini che oggi allo stadio Renzo Barbera, teatro della festa di ieri sera, ha parlato della stagione che ha portato i rosanero in cadetteria dopo tre anni di assenza nei quali c’è stata una cancellazione, una ripartenza dalla serie D, una promozione in C funestata dal dramma mondiale del Covid, un’annata di transizione in serie C ed una cavalcata importante che ha portato la squadra dal sesto al terzo posto e poi a vincere i play off. Che ha portato a questo straordinario risultato festeggiato a notte fonda in tutta la città.

A Baldini il merito di aver trasformato una stagione ricca di rimpianti in una da ricordare con un risultato sportivo importantissimo: la serie B.

La fede

All’indomani dell’impresa sul campo, Silvio Baldini ha parlato di fede nel lavoro. Un conforto che serve a trovare sé stessi. “I giocatori devono credere in quello che fanno e sapere che chi li guida non si arrende”.

A Potenza il momento più difficile

L’allenatore ha ripercorso il cammino dei suoi che ad un certo punto della stagione sembra complicato dopo un periodo a vuoto con tre pareggi contro squadre pericolanti. Come ad esempio a Potenza a fine marzo. “Sapevo – sottolinea – che il mio destino mi avrebbe messo di fronte a delle difficoltà, come a Potenza, ma che poi avrei avuto strada libera. Quello è stato il classico giorno in cui o si moriva o si andava avanti. Da lì in poi è andata come è andata. Questa squadra ha fatto qualcosa di importante. Ho fatto capire loro che ognuno di loro ha un mezzo che permette di raggiungere il proprio obiettivo. Noi dobbiamo avvicinarci a Dio col campo. Quando i ragazzi hanno capito che quando ci si allena, lo si fa per cercare sé stessi, senza sentirsi i più bravi o meno, è stata una grande vittoria”.

Ed ha continuato: “Sapevo che lo sfogo che ho fatto poteva avere un altro effetto. Ma se sei supportato dalla fede non puoi mai sbagliare. Tutti i miei sfoghi sono stati dettati dall’esperienza. Li ero messo alla prova”

Inoltre: “È l’incredulità che cerco di combattere. Ci ho messo 18 anni per tornare qui. Il dubbio è sempre stato vicino ma ci pensavo sempre nel tornare, nonostante il dubbio. Il 23 dicembre è arrivata la chiamata e sapevo che il risultato sarebbe arrivata a patto che avremmo lavorato”.

“Tutti hanno cambiato atteggiamento e siamo diventati una famiglia”

Da Potenza poi tutto è andato verso il meglio, come ricorda l’allenatore: “Da lì tutti hanno cambiato atteggiamento. Il mio sfogo ha fatto capire che non mi sarei mai arreso e lì la squadra ha capito che sarebbe dovuta essere una famiglia. Solitamente facevo un cambio, poi ne ho fatti 5 perché eravamo diventati una famiglia.

“Il problema non è il contratto, a Palermo grandi dirigenti”

Si è inevitabilmente parlato del futuro del tecnico del Palermo per la prossima stagione. Baldini ha un rinnovo automatico dopo la promozione in serie B ma nell’aria c’è il closing col City Group che sembrerebbe avere altri progetti per l’area tecnica e la panchina.

“Il problema mio non è il contratto o meno – ha detto Baldini – ho fatto questo percorso con un gruppo di persone straordinario. Qui a Palermo ho trovato dirigenti come Sagramola, Castagnini ed altri straordinari. In questo percorso queste persone hanno dato tanto. Io non posso perdere nessuna di queste persone. Io ho portato il mio contributo grazie a queste persone. Con Castagnini abbiamo vissuto dalle 8 alle 10 ore ed ho costatato che lui non era il mio direttore sportivo ma un amico. Ci ha creduto fin dall’inizio. Lui non è mai intervenuto. Mi diceva che non mi avrebbe mai aiutato a sbagliare in modo da poter migliorare. Un grande segno di rispetto che ho trovato pochi come lui. È stato fondamentale”.

“Se si continua il percorso, serie A in un paio di anni”

“Farò le cose normali. Vivendo con la massima gioia. Il mio scopo è sempre quello e sono convinto. So quando inizierà la storia nuova. Non so cosa succede da domani ma posso dirti che se scelgono questo tipo di messaggio che ho dato, dico per iscritto che entro due anni ci sarà la serie A. Quando allenavo la Carrarese ero convinto di portarla in B, poi molte persone si sono intromesse in questo discorso e non ci siamo arrivati. Sono venuto a realizzare il mio lavoro qui a Palermo. Io voglio vivere qua, ho comprato casa qua, voglio morire qua. I miei familiari sanno dove voglio le mie ceneri. Se mi lasceranno e sono persone che capiscono il mio messaggio allora l’obiettivo sarà quello”.

“La serie A non mi interessa per avere fama”

“La serie A non mi interessa per avere fama o avere il palcoscenico. Parto dai più poveri, dalla speranza. Non mi interessa la A anche se so che potrei allenarla perché so che conosco la materia. Oggi mi hanno chiamato in 5 allenatori di serie A. Al di là dell’amicizia. Mi fa piacere: hanno capito quello che abbiamo fatto”.

Il Palermo torna a riempire lo stadio, “Grazie ai tifosi”

Il ritorno del pubblico al Barbera è stata un’altra vittoria di Silvio Baldini. Si è passati da una media di quasi 6mila spettatori nella stagione regolare ad una presenza costante di oltre 31.000 con punte di 35.000 spettatori allo stadio.

“Ho cercato di far capire alla squadra che fin quando non avremmo riempito lo stadio, non stavamo facendo le cose giuste. Noi andiamo e passiamo, i giocatori anche, i tifosi no. La loro fede per il Palermo sarà incrollabile. I protagonisti non siamo noi, ma il popolo. Ieri sera eravamo in 40.000 allo stadio e c’era una richiesta di biglietti per 110.000. Questo dice che il popolo è protagonista. Sono i tifosi che vanno ringraziati. Perché capisci che ci sono molte persone che sono in fila per comprare il biglietto e quei 10 euro possono spenderli in un altro modo perché hanno bisogno. Il grazie va a loro. Voglio bene a queste persone. Il mio messaggio è arrivato ed è stato portato al pubblico. Sono uno del popolo, che nasce in mezzo al loro, e nasce in mezzo a loro.

Sui festeggiamenti col Padova

Palermo, premiazione

“Ero fiducioso e sereno. Ho festeggiato come piace a me: osservando la gioia degli altri. Poi ho avuto 5 minuti per la mamma dei miei figli per dirle cose che ci siamo dette in 37 anni. Lei è importante, ha cresciuto i miei figli. Non sono mai andato per il mio carattere a scuola a parlare con i professori o a vederli giocare a pallone. L’ho ringraziata”.

La scommessa con Brunori “Arriverai a 30 gol”

Matteo Brunori, Palermo

Poi anche qualche aneddoto. “Questa promozione ha un connotato umano. Brunori appena l’ho visto ho detto che avrebbe fatto 30 gol. Mi spiace che ne abbia fatto 29. Fella non stava bene, ha lavorato sodo ed ha trovato nel lavoro cosa vuol dire cercare sé stessi. Ero sicuro che avrebbe fatto gol decisivo per la finale. Ci è andato vicino in finale. Lo ha fatto con l’Entella. Luperini ha un dinamismo incredibile, non avrà le doti tecniche della mezz’ala ma recupera tanti palloni ed ha fatto 7 gol e 9 assist. Floriano ha la sua età ma ha una classe importante. Peccato non abbia i 90 minuti”.

Su Nardini

Non potevano mancare due parole per il secondo di Baldini che il tecnico sente come un amico reale: “Nardini è una persona speciale. Mauro mette passione, non si nasconde, non ha veti, non ha filtri. Incita i giocatori durante gli allenamenti. Non molla. Mi ha detto che sua mamma è morta a 70 di infarto. Il 12 giugno era la data della morte della mamma. Sapevo che questa data sarebbe coincisa con la nostra vittoria. Lui è un amico”.

Massolo e Pelagotti

Un capolavoro da parte di Baldini è senza dubbio la gestione dei due portieri: Pelagotti e Massolo. I due estremi difensori si sono susseguiti tra i pali alternandosi lungo una stagione lunghissima, fatta di 44 partite (36 di regular season ed 8 di play off).

“Pelagotti ad un certo punto della stagione ricevuto tante critiche ma ha giocato perché non lascio indietro nessuno. Poi Massolo ha giocato per cinque partite di seguito ma ha avuto un atteggiamento in cui non c’era più questa magia. Prendeva in allenamento gol stupidi. Ho rimesso in porta Palegotti che però aveva questo problema alla mano e si doveva operare. Massolo aveva perso il posto sapendo che l’avrei giudicato e non ha più mollato di un centimetro. Ed abbiamo avuto i risultati ottenuti. Prima in allenamento con parate assurde: stava lavorando nel modo giusto. Ricordo che il salvataggio di Marconi all’andata della finale col Padova fa parte della magia. Il ragazzo è stato fondamentale facendo le cose giuste, parando due rigori fondamentali con la Triestina e la Virtus Entella”.

Mirri

Infine anche due parole sul rapporto col presidente Dario Mirri: “Il presidente è un tifoso ed ha vissuto da tifoso. Si è buttato a mare a fare il bagno con noi e con i tifosi e poi siamo andati a fare colazione con loro. Con me è stato gentilissimo. Non andavo a casa del presidente ma a casa di una persona normale per vivere il momento”.

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