La storia del calcio è ricca di partite iconiche. Ed Italia-Brasile dei Mondiali di Spagna 1982 entra a pieno titolo in un firmamento fatto di emozioni che a distanza di 40 anni fanno sempre palpitare il cuore degli appassionati. Di chi c’era e di chi rivede il match grazie agli archivi storici.

Il 5 luglio del 1982 è una data che tutti gli sportivi italiani ricordano con affetto e nostalgia. Quel giorno la nazionale di Enzo Bearzot fece l’impresa impronosticabile: battere il Brasile atomico e sicuramente il più talentuoso dai tempi di Pelè. E vincere 3-2 con una tripletta dell’uomo più contestato, Paolo Rossi che diventò subito Pablito e che trascinò gli Azzurri verso quel trionfo indimenticabile. Questa tra l’altro sarà l’ultima vittoria contro il Brasile. Una partita storica, incredibile, diventata di culto ed entrata nella mitologia del calcio, anzi, dello sport, italiano.

La battaglia del Sarrià

Italia-Brasile 1982 capitani a centrocampo

Partita iconica quell’Italia-Brasile ribattezzata la battaglia del Sarrià, uno stadio di 45.000 posti che adesso non esiste più. È stato demolito nel 1997. Si gioca alle 17.15, in pieno pomeriggio, con una temperatura calda ed umida. Una giornata simile a quelle che viviamo in questo periodo: un caldo opprimente che quasi avvilisce. Ma in quel 5 luglio 1982 si pensava al Brasile, alla nazionale. Lo stadio era stracolmo. L’Italia si fermò. Anche il Brasile. Il mondo assistì ad una delle più belle partite di sempre in una fase finale dei Mondiali. Quasi al pari di Italia-Germania 4-3.

In quel 5 luglio del 1982 la nazione spinse i ragazzi di Bearzot verso una impresa storica al termine di una partita senza esclusione di colpi. Che mise a dura prova le coronarie di chi la seguì.

Italia sfavorita, al Brasile basta un pareggio

Formalmente non era una partita ad eliminazione diretta. Il regolamento della Coppa del Mondo del 1982 prevedeva una prima fase a gironi nel quale le prime due sarebbero andate avanti. L’Italia passa il turno in modo drammatico in un girone tutto sommato abbordabile. Tre pareggi con Polonia (0-0), Perù (1-1) e Camerun (1-1) qualificano Zoff e compagni al gironcino a tre della seconda fase che avrebbe promosso solo la prima alle semifinali.

L’Italia becca l’Argentina, campione del mondo in carica, ed il Brasile che nel proprio girone aveva dato spettacolo e segnato caterve di gol in un girone con Unione Sovietica (2-1), Scozia (4-1) e Nuova Zelanda (4-0).

Nel gironcino, la cenerentola Italia si sveglia, vince 2-1 con l’Argentina. Ma è il Brasile vicino alla qualificazione: i verdeoro battono l’Albiceleste 3-1. A Zico, Socrates, Eder, e via dicendo, basta un pareggio per andare avanti alle semifinali grazie alla differenza reti.

I critici che contestarono aspramente l’Italia dopo i tre pareggi in un girone abbordabile non si ricredettero nemmeno dopo il 2-1 all’Argentina. Sono quasi tutti d’accordo: “Il Brasile passerà il turno”. Per loro “L’Italia non ha un gioco efficiente”.

Bastano cinque minuti e Paolo Rossi si sblocca

Paolo Rossi segna il momentaneo 1-0 in Italia-Brasile di Spagna 82

L’Italia ha il merito di chiudersi a riccio contro la critica e di andare avanti senza paura di fronte ad un’avversaria che solo al leggere la formazione faceva tremare le gambe.

Ed il Brasile alla vigilia aveva fatto intendere che non sarebbe accontento del pareggio. “Siamo il Brasile”. Fu probabilmente una chiave per il blitz azzurro.

L’Italia passa subito in vantaggio, tra l’incredulità di tutti (forse anche di Nando Martellini che commentò la storica partita). Cinque minuti, Conti taglia il campo per Cabrini che centra in area perfettamente nel cuore dell’area. Paolo Rossi è libero, inspiegabilmente, da marcature. Accorre ed impatta comodamente di testa spiazzando Valdir Peres.

Il Brasile si sveglia, Socrates inventa il pareggio

Brasile colpito. Ma i verdeoro sono un gigante ferito. E contro Unione Sovietica e Scozia, pur passando in svantaggio, vinsero quei match dando spettacolo. I sudamericani cominciano a macinare gioco. In campo sono giocolieri. E Socrates pareggia inventandosi un tiro tra palo e portiere non facendo fare una gran figura a Zoff. Un tiro che entra solo se sei Socrates. Ma Socrates, Eder, Junior, avevano piedi fatati. È l’1-1 che qualificherebbe il Brasile.

Paolo Rossi fa piangere ancora il Brasile

E adesso? Il Brasile ha un tasso tecnico superiore. Mostra padronanza. Ma anche sufficienza. Troppa. L’Italia, al contrario, è cinica. E Rossi è in giornata di grazia. Al 25’ approfittò di un passaggio errato di Cerezo, non uno qualunque, una di quelle giocate che se si fanno a scuola calcio si viene redarguiti a viti dagli allenatori. Il suo passaggio difensivo laterale venne intercettato da Rossi che si trovò la strada spianata verso la porta ed insaccò con un potente tiro centrale sul quale forse il portiere verdeoro avrebbe potuto fare qualche cosa in più.

Al 34’ si fece male Fulvio Collovati e venne sostituito dall’allora diciottenne Beppe Bergomi, lo zio.

Ma i verdeoro fanno paura

Nella ripresa, Telé Santana, il commissario tecnico della nazionale brasiliana dà la carica ai suoi modificando l’assetto e rendendolo ancora più offensivo. Zoff comincia gli straordinari perché se è vero che questa partita sarà ricordata per la tripletta di Rossi, è altrettanto vero che il portiere e capitano azzurro ha compiuto interventi risolutori. Che lo riscattarono definitivamente dal Mondiale di 4 anni prima in Argentina quando l’Italia venne eliminata da tiri dalla lunghissima distanza subiti contro l’Olanda nella semifinale e proprio contro il Brasile nella finalina (Nelinho da posizione impossibile rimane una perla).

All’55’ Zoff fermò Cerezo in uscita. Quattro minuti dopo, l’Italia sfiorò il 3-1 sempre, neppure a dirlo, con Rossi. Ma in quell’occasione mandò la palla a lato.

A quel punto il Brasile spinse. Eder, dotato di un tiro potentissimo e preciso, ci provò col suo pezzo forte: Zoff si difese. Ma al 68’ non poté far nulla contro la sventola del fuoriclasse Falcao dal limite dell’area. Era il 2-2. Ancora una volta, il Brasile tornava ad essere qualificato.

La forza della disperazione, Rossi in mischia cala il tris

Italia-Brasile, Paolo Rossi esulta ancora

Partita finita? Quell’Italia-Brasile no. In altre 99 occasioni probabilmente si. Altre squadre si sarebbero inginocchiate. Ma in quell’unica occasione – che il Brasile ed i brasiliani piangono e rimpiangono ancora – il destino aveva in mente altro. Bearzot continuò a spingere i suoi. La temperatura già bollente climaticamente diventò ancora più calda.

È ancora Zoff protagonista anticipando Paulo Isidoro. L’Italia sbanda ma il Brasile non ne seppe approfittare. Anzi. Si fece quasi male da solo. Al 74’ un retro passaggio di testa errato di Cerezo regalò l’unico calcio d’angolo degli Azzurri in quella partita. Conti dalla bandierina, la palla fu intercettata da Oscar ma non bene. Tardelli intercettò la sfera e tirò alla disperata in mezzo ad una selva di gambe. Paolo Rossi in agguato intercettò il pallone deviandolo sotto porta alle spalle di Valdir Perez che in questa partita non ne indovinò una. Ma l’ultimo gol, di rapina, era il marchio di fabbrica di Paolo Rossi, uomo d’area di rigore, scaltro, furbo e letale soprattutto quando il fisico lo supportava.

A favore dell’Italia anche una prestazione non esaltante del centravanti Serginho che sbagliò tutto il possibile e forse anche qualcosa in più.

I verderoro si gettarono all’attacco col sangue agli occhi. L’Italia segnò ancora – non tutti lo ricordano – con Antognoni ma l’arbitro, l’israeliano Klein, annullò ingiustamente. Storico il commento di Martellini in diretta dopo aver visionato il rallenty “Non era in fuorigioco Antognoni”.

La tortura del tempo, nel finale Zoff salva su Oscar

Il Brasile non vuole arrendersi. E la tortura del tempo si abbatté sui due allenatori: troppo per Bearzot, troppo poco per Telé Santana. Quasi allo scadere Oscar con un colpo di testa ravvicinato impegnò severamente Zoff che inchiodò il pallone sulla linea di porta. Sono attimi di autentico terrore. È dentro? Non lo è? L’arbitro fece cenno di continuare. Altri 60 secondi di sofferenza, poi il triplice fischio dell’arbitro. L’Italia vola in semifinale con la Polonia, il Brasile mestamente a casa. La favorita, la regina, venne eliminata dal brutto anatroccolo che si trasformò in cigno pagando il peccato dei peccati: la superbia. Italia-Brasile finisce 3-2.

Italia-Brasile 40 anni dopo

Quello raccontato è il racconto spicciolo di una partita diventata oggetto di culto. Magari non come Italia-Germania 4-3 alla quale sono state dedicate opere di quasi tutti i generi. Ma questa partita rimane storica. L’ultima vittoria azzurra contro il Brasile. Da allora con i verdeoro solo pareggi e sconfitte. Una tra le più dolorose quella ai rigori nella finale dei Mondiali del 1994.

Ma di quell’Italia-Brasile, che rimane scolpito nella memoria di tanti appassionati, alcuni protagonisti sono – purtroppo – scomparsi.

Nell’Italia manca proprio Paolo Rossi, il protagonista di quella sfida e di quella rassegna iridata della quale fu capocannoniere con 6 reti. Pablito è venuto a mancare ad inizio dicembre del 2020. Grande commozione, anche in Brasile dove in occasione dei Mondiali ospitati nel 2014 fu protagonista (assieme a Zidane) di uno spot pubblicitario. Questo è il secondo anniversario di questa sfida senza di lui. Rossi scrisse anche un’autobiografia dal titolo emblematico: “Ho fatto piangere il Brasile”. Una autobiografia scritta per citare le sue parole “Perché i miei tre gol al Brasile, in quel fantastico, indimenticabile tre a due, sono il fiore all’occhiello della mia vita di calciatore. Un ricordo che non si cancellerebbe neanche a distanza di un milione di anni”.

Altro protagonista che manca è Gaetano Scirea, scomparso a settembre del 1989 in un tragico incidente stradale in Polonia.

Non è più con noi neppure Enzo Bearzot, scomparso nel 2010.

Ma anche al Brasile mancano alcuni protagonisti. Il portiere Valdir Peres, il geniale Socrates ed il commissario tecnico Telé Santana.

E non c’è più nemmeno lo stadio, teatro della partita ribattezzata “La battaglia del Sarrià”. Il tempo vola e cambia pagina. Ma i ricordi rimangono. Quelli felici, di bambini che invocavano Rossi scimmiottando i papà ed i nonni. Il ricordo delle trombette che facevano da sottofondo durante il commento della partita in tv. L’antipasto della festa che da li a 6 giorni sarebbe poi diventata euforia totale con lo storico giro di campo al Bernabeu di Madrid e l’esultanza del presidente Sandro Pertini. Ma senza quell’Italia-Brasile non ci sarebbe stato altro. Dopo questo match l’Italia prese ancora più fiducia e non diede scampo a nessuno.

Lo storico tabellino di Italia-Brasile

Questo il tabellino di Italia-Brasile 3-2 del 5 luglio 1982 che si giocò allo Stadio Sarrià di Barcellona (Spagna), alle 17.15

Italia: Zoff, Gentile, Cabrini, Oriali, Collovati (Bergomi dal 34°), Scirea, Conti, Tardelli (Marini dal 75°), Rossi, Antognoni, Graziani. Commissario tecnico: Bearzot. In panchina: Bordon, Causio, Altobelli.

Brasile: Valdir Peres, Leandro, Junior, Cerezo, Oscar, Luisinho, Socrates, Falcao, Serginho (Paulo Isidoro dal 69°), Zico, Eder. Commissario tecnico: Santana. In panchina: Paulo Sérgio, Edevaldo, Juninho, Renato.

Arbitro: Klein (Israele)

Reti: 5′ Rossi, 12′ Socrates, 25′ Rossi, 68′ Falcao, 74′ Rossi.

Ammonizioni: Gentile, Oriali.