“Era un uomo passionale, generoso, una brava persona che ha dato tanto”. Rino Foschi, ex dirigente del Palermo dal 2002 al 2008, ricorda a Talk Sicilia l’ex presidente rosanero Maurizio Zamparini, scomparso ieri, all’età di 80 anni.

“Non si è più ripreso dalla perdita del figlio”

Foschi ricorda l’ultimo periodo vissuto da Zamparini, tra i problemi fisici e l’improvvisa e tragica perdita del figlio Armando a Londra. “Quella della perdita del figlio è stata la mazzata – ha sottolineato – da li non si è più ripreso. Forse non aveva più le energie. Si è lasciato abbandonare. Dispiace perché era una brava persona. Come uomo di sport, tanto di cappello”.

“A Palermo squadra fortissima grazie a lui”

Rino Foschi parla del primo periodo di Zamparini, che portò nel capoluogo siciliano grande entusiasmo oltre che il ritorno in massima serie dopo 31 anni di lunghissimo purgatorio tra B, C ed anche C2. “Una squadra fortissima con cinque campioni del mondo grazie esclusivamente a lui. Nel calcio odierno non ci sono più gli Zamparini di una volta e questo dispiace. Io ho fatto benissimo ma anche Walter Sabatini che è rimasto due anni ha costruito molto bene. Ma il merito è tutto suo. C’era la passione. Oggi è tutto diverso”.

“Non ero convito di venire a Palermo, ora mi sento palermitano”

“Non ero molto convito di venire a Palermo. Ero a Venezia ed abbiamo fatto il travaso. Lui semplificava tutto. Il primo anno siamo arrivati vicini, il secondo anno siamo arrivati in serie A poi tre anni di fila in Europa. Non volevo mettere piede a Palermo e lo dissi anche al presidente Zamparini. Avevo fatto il militare. Non volevo tornare. Adesso mi sento palermitano. Mi piace tutto di Palermo e della Sicilia. Quando incontro i palermitani al nord che mi conoscono è sempre un’emozione. Ed è bello che sia così. La Sicilia l’ho conosciuta bene. Ti innamori della Sicilia”.

“Ricordo tutti con affetto”

Foschi ricorda alcuni colpi di mercato “Tutti con affetto. Da Biava, a Cavani, Barzagli, Toni, tanti. Avevo un gruppo di lavoro importante. Zamparini mi ha dato un gruppo di lavoro che osservava il mondo, non solo l’Europa. Ed il potere di firma che lui mi ha dato mi permetteva di fare molto. Ed i miei osservatori ne sbagliavano pochi”.

“Kjaer l’ho preso e lui non ne sapeva niente”

L’ex braccio destro di Zamparini racconta l’aneddoto sull’arrivo del danese Simon Kjaer, adesso capitano della nazionale danese che ben si è comportata agli Europei 2020, approdato nel 2008 al Palermo. “L’inter era già pronta, ho preso un aereo sono andato ed ho chiuso senza dirglielo. L’ho chiamato e gli ho detto che spendevo 4 milioni mi ha detto ma sei pazzo? Dove sei? Sono partito con un aereo ed abbiamo chiuso. Lui era così. Bisognava conoscerlo. Era un generoso, aveva tanti pregi”.

“Tifoso-presidente”

Era un passionale Zamparini e lo si ricorda anche per la fama di “mangia allenatori”. “Lui era un tifoso-presidente. Viveva la partita dal sabato fino alla domenica sera. Se le cose non andavano come dovevano andare aveva l’alternativa dando le colpe al direttore ed all’allenatore. Poi si pentiva. Guidolin l’ha mandato via, poi si è pentito e l’ha richiamato ed abbiamo vinto. Era un passionale. Ma era diverso. Adesso non vedo presidenti che siano italiani. Quando parliamo di Zamparini parliamo di un calcio diverso, su un altro livello. Ora è un calcio diverso, fatto solo di soldi. Non è più una cosa che mi piace molto”.

L’addio di Baldini

Foschi ha poi parlato dell’addio di Baldini, ritornato dallo scorso fine dicembre in rosanero, dopo la lite con Zamparini: “Quando andò via, lo presi io, era terzo in classifica. Poi ci fu una discussione particolare tra lui ed il presidente e non ci fu modo di rimediare. Baldini ha il suo carattere e cambiammo allenatore. Baldini dice che Zamparini lo ha ferito? Ed io non sono stato ferito? Ma non penso che Baldini sia stato ferito da Zamparini, lui ha avuto altre avventure, altre esperienze. Non mi piace sentire questo. Nel mondo del calcio non esiste davanti ad una persona che ha fatto quello che ha fatto si sente ferito? Io mi sono dimesso una volta, mi ha mezzo licenziato. È normale. E Baldini è uguale. Si sapeva che se mancava il risultato e col carattere particolare era così. Lui era così sportivamente. Ha sbagliato. Ma che uno si sente ferito dopo tanti anni no. Va detto che Baldini è innamorato di Palermo e vive la città come la vivo io. Baldini a Palermo sarebbe stato anni. Eravamo terzi, se lui rimaneva c’era il mercato ed avrebbe fatto bene. Veniva da Empoli dove aveva fatto bene. Purtroppo non c’è la controprova. Zamparini gli vuoi bene per quello che è non tanto per il rapporto con gli allenatori”.

“Vedo bene il Palermo di oggi, e Baldini non ha limiti”

L’ex dirigente, ma anche presidente per un breve periodo tra luglio 2018 e febbraio 2019, del Palermo, si è soffermato sul Palermo odierno. “Lo vedo bene – sottolinea – ho sentito il Silvio Baldini e lo vedo molto carico. Ed è molto importante. Ho visto il mercato e si sono comportati bene, hanno una buona classifica e per il secondo posto c’è. Il Palermo potrebbe dire la sua: la squadra ha due giocatori per ruolo. Il calcio è difficile. Catanzaro ed Avellino sono squadre forti ma il Palermo ha qualche cosa in più se rimane compatto. Non voglio sbilanciarmi ma potrebbe anche fare di più, conoscendo Baldini non si porrà limiti e fa bene. Vedrete che se la caverà bene. Non voglio esagerare perché siamo scaramantici”.

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