Sei giocatori del Palermo Under 15 sono stati convocati nella nazionale di categoria ed hanno svolto uno stage a Catanzaro. Daniele Mondello, Samuele Mulè, Davide Rosciglione, Simone Pipitone, Cristian Vaccaro e Vincenzo Visconti hanno fatto parte della selezione sud della nazionale italiana Under 15 dal tecnico Massimiliano Favo, ex bandiera del Palermo che ha disputato in maglia rosanero 167 partite (con 5 reti) tra il 1989 ed il 1994.
Club rosanero con più convocati
I sei convocati rosanero fanno del Palermo il club italiano con più convocazioni nella categoria. Un altro traguardo raggiunto per il settore giovanile rosanero sotto la direzione tecnica di Leandro Rinaudo.
I ricordi in maglia rosanero
Favo parla dei ricordi con la maglia rosanero e del “Dublete”, primo ed unico ottenuto nella stagione 1992/93 quando Favo col Palermo vinse la C1 ottenendo la promozione in B e la Coppa Italia di categoria. Ed è stato anche capitano della squadra ed ha vinto nelle sei stagioni a Palermo due campionati di C1 ed una Coppa Italia di serie C (l’unica del club di viale del Fante). Nel capoluogo siciliano è nata anche Rita Alessandra, la sua prima figlia che con il cognome che si porta dietro all’anagrafe fa…Favo Rita.
“Per descrivere i miei ricordi di Palermo e del Palermo dovremmo scrivere un libro – spiega Favo –. Un’esperienza incredibile in una età sensibile per me: arrivai che avevo 22 anni e sono andato via a 27. Ho una figlia palermitana, nata alla clinica Cucinella in via Dante. Due campionati vinti, due serie B, un campionato e una Coppa Italia. Quelli del famoso ‘duplete’. Una Coppa Italia tabù per il Palermo. Io personalmente ne ho perso due, prima con la Lucchese alla Favorita ai rigori, ne realizzai uno, e l’altra con il Monza. E vincemmo quella con il Como”.
Favo “Si nasce capitano, non si diventa”
“La fascia di capitano? Si nasce capitano, non si diventa. Poi lo sono stato anche in altri club. Sono nato con la fascia al braccio – scherza Favo – è importante esserlo anche fuori dallo spogliatoio. Il capitano deve esserlo a 360 gradi. Mi ricordo che mi adoperavo per trovare le case a Mondello per i nuovi giocatori, portava solo vantaggi dal punto di vista umano. E poi mi sono sempre battuto per avere i premi tutti uguali, anche per chi non giocava. Le scelte le fanno gli allenatori non i giocatori. I premi dovevano andare in parti uguali. Sei giorni su sette ci si allena nello stesso modo, tutti per lo stesso obiettivo. La domenica gli allenatori scelgono e scelgono chi non gioca e non è giusto che tutti non siano gratificati. Era un incentivo importante per il risultato. Mi sono sempre battuto per questa gratificazione. Credo poi che ogni club debba creare la propria casa, il centro sportivo per gli allenamenti, è la casa della società. Ai tifosi del Palermo mando un caloroso abbraccio!”.
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