ROMA (ITALPRESS) – Il 5G “è una tecnologia straordinaria con la capacità di avere un forte impatto sulla nostra vita, sulla produttività delle aziende e sulla transizione ecologica”. Parola di Lisa Di Feliciantonio, External Relations & Sustainability Officer di Fastweb, intervistata dall’Italpress.
“E’ una tecnologia pervasiva – aggiunge – e abiliterà quello che si chiama ‘l’internet delle cosè, la capacità di collegare sensori a un numero infinito di oggetti per raccogliere dati, monitorare certe situazioni e ottimizzare certi processi. Ad esempio a Roma abbiamo fatto una sperimentazione con il 5G a bordo dei mezzi pubblici collegati ai semafori e abbiamo creato corridoi a scorrimento veloce. Questo da una parte migliora la qualità di vita dei cittadini e da un’altra parte ha un impatto positivo sull’ambiente”. Sull’Italia coperta dalla rete mobile a macchia di leopardo, Di Feliciantonio, osserva che negli ultimi tre anni la situazione è molto migliorata: “Nelle classifiche europee dove qualche anno fa eravamo in coda, oggi sul fronte infrastrutture siamo in posizioni allineate alla media europea. Poi ci sarà il PNRR, sono previsti investimenti importanti per le reti nelle aree cosiddette a fallimento di mercato, dove non sono previsti investimenti privati. Abbiamo invece un gap importante da colmare in quello che l’UE chiama l’human capital, le competenze, gli skill. In Italia abbiamo ancora una percentuale altissima di persone che non hanno nemmeno le competenze digitali di base”. Fastweb è in corsa per il cloud nazionale e il polo strategico nazionale e la manager si dice pronta alla sfida: “Sono pezzi fondamentali della transizione digitale al centro della strategia del governo perchè è importante virtualizzare tutti i dati e processi della pubblica amministrazione in modo robusto e resiliente. Bisogna creare una specie di casa di tutti i dati più delicati e sensibili e fare in modo che siano in un contesto assolutamente sicuro e al riparo dagli attacchi hacker o di qualsiasi situazione di disastro naturale o di emergenza. Fastweb ha presentato un suo progetto al governo e siamo molto fiduciosi. Ad esempio prevediamo una serie di data center dislocati sul territorio valorizzando molto il Sud, con caratteristiche di sicurezza e resilienza molto specifiche”. Infine il tema della cyber security. Fastweb ci lavora già da molto anni come conferma Di Feliciantonio: “Tutta la transizione digitale amplia la superficie d’attacco, noi siamo un’eccellenza su questo fronte. Da una parte abbiamo delle strutture specializzate che proteggono i nostri dati e quelli dei clienti che non sono soltanto le famiglie, ma anche le PA”.
“Abbiamo un operation security center – aggiunge – attivo 24 ore su 24 e 7 giorni su 7 che dialoga con altri centri analoghi e monitora quello che accade in rete per tutelare i clienti. E poi stiamo lavorando a un’operazione di alfabetizzazione. Gli attacchi spesso avvengono perchè il link più debole è la persona, gli attacchi recenti si sono verificati perchè magari il dipendente dell’azienda o P.A. non aveva messo in sicurezza il proprio computer. E’ importante creare una base di consapevolezza ampliata, per questo abbiamo una digital academy che se ne sta occupando, da una parte crea competenze di base a livello ampio e dall’altra crea percorsi molto specializzati e professionalizzanti sulla cyber security”.
(ITALPRESS).
“E’ una tecnologia pervasiva – aggiunge – e abiliterà quello che si chiama ‘l’internet delle cosè, la capacità di collegare sensori a un numero infinito di oggetti per raccogliere dati, monitorare certe situazioni e ottimizzare certi processi. Ad esempio a Roma abbiamo fatto una sperimentazione con il 5G a bordo dei mezzi pubblici collegati ai semafori e abbiamo creato corridoi a scorrimento veloce. Questo da una parte migliora la qualità di vita dei cittadini e da un’altra parte ha un impatto positivo sull’ambiente”. Sull’Italia coperta dalla rete mobile a macchia di leopardo, Di Feliciantonio, osserva che negli ultimi tre anni la situazione è molto migliorata: “Nelle classifiche europee dove qualche anno fa eravamo in coda, oggi sul fronte infrastrutture siamo in posizioni allineate alla media europea. Poi ci sarà il PNRR, sono previsti investimenti importanti per le reti nelle aree cosiddette a fallimento di mercato, dove non sono previsti investimenti privati. Abbiamo invece un gap importante da colmare in quello che l’UE chiama l’human capital, le competenze, gli skill. In Italia abbiamo ancora una percentuale altissima di persone che non hanno nemmeno le competenze digitali di base”. Fastweb è in corsa per il cloud nazionale e il polo strategico nazionale e la manager si dice pronta alla sfida: “Sono pezzi fondamentali della transizione digitale al centro della strategia del governo perchè è importante virtualizzare tutti i dati e processi della pubblica amministrazione in modo robusto e resiliente. Bisogna creare una specie di casa di tutti i dati più delicati e sensibili e fare in modo che siano in un contesto assolutamente sicuro e al riparo dagli attacchi hacker o di qualsiasi situazione di disastro naturale o di emergenza. Fastweb ha presentato un suo progetto al governo e siamo molto fiduciosi. Ad esempio prevediamo una serie di data center dislocati sul territorio valorizzando molto il Sud, con caratteristiche di sicurezza e resilienza molto specifiche”. Infine il tema della cyber security. Fastweb ci lavora già da molto anni come conferma Di Feliciantonio: “Tutta la transizione digitale amplia la superficie d’attacco, noi siamo un’eccellenza su questo fronte. Da una parte abbiamo delle strutture specializzate che proteggono i nostri dati e quelli dei clienti che non sono soltanto le famiglie, ma anche le PA”.
“Abbiamo un operation security center – aggiunge – attivo 24 ore su 24 e 7 giorni su 7 che dialoga con altri centri analoghi e monitora quello che accade in rete per tutelare i clienti. E poi stiamo lavorando a un’operazione di alfabetizzazione. Gli attacchi spesso avvengono perchè il link più debole è la persona, gli attacchi recenti si sono verificati perchè magari il dipendente dell’azienda o P.A. non aveva messo in sicurezza il proprio computer. E’ importante creare una base di consapevolezza ampliata, per questo abbiamo una digital academy che se ne sta occupando, da una parte crea competenze di base a livello ampio e dall’altra crea percorsi molto specializzati e professionalizzanti sulla cyber security”.
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