ROMA (ITALPRESS) – “In quello che dice Giorgia Meloni penso che ci sia molta retorica: noi ci siamo trovati in mezzo a una crisi migratoria con la Libia e – grazie all’ottimo lavoro fatto da Marco Minniti – abbiamo lavorato per fare un accordo con la Libia e, in quel caso, a differenza della Tunisia, ha funzionato”.
Lo ha detto il leader di Azione, Carlo Calenda, a “Morning News” su Canale 5. “La guardia costiera libica ha fermato le partenze e gli arrivi sono crollati: questo lavoro con la Tunisia non è stato fatto”, sottolinea. “Il governo ha annunciato in pompa magna un accordo con von der Leyen, ma a questo accordo non è mai stata data implementazione”, continua. “Non credo che questa crisi migratoria sia colpa di Meloni, come non lo era quella della Libia l’altra volta, però allo stesso tempo mi pare che ci sia un sacco di passerella, ma poca implementazione. Minniti su questo è stato molto bravo: fossi Meloni, gli chiederei dei consigli”, spiega Calenda. “I migranti che arrivano qua se ne vanno negli altri Paesi europei, la redistribuzione c’è già. Bisogna fermare questo flusso straordinario e l’unico modo per farlo è dare i mezzi alla Tunisia per bloccarlo”, conclude.
(ITALPRESS).
– Foto: Agenzia Fotogramma –
Lo ha detto il leader di Azione, Carlo Calenda, a “Morning News” su Canale 5. “La guardia costiera libica ha fermato le partenze e gli arrivi sono crollati: questo lavoro con la Tunisia non è stato fatto”, sottolinea. “Il governo ha annunciato in pompa magna un accordo con von der Leyen, ma a questo accordo non è mai stata data implementazione”, continua. “Non credo che questa crisi migratoria sia colpa di Meloni, come non lo era quella della Libia l’altra volta, però allo stesso tempo mi pare che ci sia un sacco di passerella, ma poca implementazione. Minniti su questo è stato molto bravo: fossi Meloni, gli chiederei dei consigli”, spiega Calenda. “I migranti che arrivano qua se ne vanno negli altri Paesi europei, la redistribuzione c’è già. Bisogna fermare questo flusso straordinario e l’unico modo per farlo è dare i mezzi alla Tunisia per bloccarlo”, conclude.
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