ROMA (ITALPRESS) – Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza presenta dei passi avanti verso il raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite ma contiene anche criticità che richiedono interventi urgenti e significativi per essere superate. L’Asvis, l’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile, ha analizzato il documento del governo valutandone luci ed ombre. Pierluigi Stefanini, presidente Asvis, ha presentato il Rapporto “Il PNRR e l’Agenda 2030” elaborato da circa 800 esperti espressione delle oltre 300 organizzazioni e reti aderenti all’Alleanza – che ha classificato e valutato interventi e riforme del Piano secondo i Target dell’Agenda 2030. “Il documento del governo presenta indubbiamente molti elementi di notevole rilievo, è un documento molto importante ed innovativo rispetto al passato, c’è un miglioramento rispetto a quello del governo precedente – ha detto Stefanini -. Il Pnrr è molto ampio e vogliamo sottolineare che c’è bisogno di aumentare la visione integrata: tutti gli investimenti sul digitale devono avere l’interesse a contribuire alla transizione ecologia, raccomandiamo che le misure previste per la semplificazione e la sburocratizzazione siano coerenti con il principio europeo di non nuocere all’ambiente e rispettose delle norme sulla sicurezza del lavoro e il contrasto alla criminalità organizzata”.
Questa analisi permette di valutare la direzione dell’Italia nel corso del tempo, utile anche al fine di calibrare le azioni da intraprendere per il conseguimento dei Target. Il risultato non è molto confortante, secondo l’Asvis: per due obiettivi, coltivazioni biologiche e tasso di riciclaggio, gli andamenti sono concordi col raggiungimento del Target. Anche per altri due, mortalità da malattie non trasmissibili e uscita precoce dal sistema di formazione, l’Italia si comporta in modo abbastanza positivo. Per 8 invece il Paese mostra una contraddizione tra il breve e il lungo periodo. Ma per ben 14 emerge chiaramente che gli obiettivi fissati non saranno raggiunti. Per 4 addirittura di primaria importanza – partecipazione alla scuola d’infanzia; efficienza delle reti idriche; disuguaglianza del reddito disponibile; offerta del trasporto pubblico – l’Italia si sta allontanando dagli obiettivi dell’Agenda 2030.
Per l’Asvis è “positivo che le Missioni siano state maggiormente focalizzate per utilizzare meglio le risorse. Che sia stato fatto un maggiore sforzo per cogliere appieno la trasversalità dei tre temi: giovani, sud e parità di genere, ben sapendo che poi molto dipenderà dallo svolgimento dei progetti e delle riforme. Che oltre al PNRR siano state contemplate le altre fonti di finanziamento nazionali ed europee. Che siano state aggiunte le riforme della giustizia, della Pubblica Amministrazione, della concorrenza e di semplificazione, come l’ASviS aveva già auspicato nei mesi scorsi. Ma adesso bisognerà vedere come saranno realizzate. E in particolare, in materia di semplificazione delle procedure per investimenti nel settore delle costruzioni, è assolutamente indispensabile che avvengano nel più totale rispetto delle norme di tutela ambientale e dei diritti e della salute dei lavoratori.
Non mancano però le criticità. Certamente nel Pnrr sono assenti i riferimenti agli SDGs, gli obiettivi dell’Agenda 2030, che secondo l’ASviS dovrebbero costituire un quadro di riferimento privilegiato per garantire che le azioni a breve termine siano motivate da obiettivi a lungo termine. L’Alleanza chiede dunque che gli SDGs siano inclusi nella fase di implementazione per ciascun Ministero, Regione, Ente locale. Fra le altre criticità rilevate, la mancanza di molti dettagli degli interventi, non ancora resi pubblici; la mancanza di elementi di sistema per la trasformazione del sistema produttivo in linea col Green Deal europeo; la mancanza di iniziative per garantire la partecipazione permanente della società civile. Inoltre le valutazioni macroeconomiche al 2026 sono formulate senza specificare in che modo e a quali condizioni gli investimenti e le riforme previste potranno garantire risultati duraturi nel tempo. E infine va sottolineato che nonostante le premesse, il Piano non invertirà il trend negativo per molti target dell’Agenda 2030 come il degrado degli ecosistemi e il consumo del suolo.
Fra le proposte, l’organizzazione di una Conferenza nazionale dello Sviluppo sostenibile e la predisposizione di una legge annuale per lo Sviluppo sostenibile da approvare ogni anno entro giugno. Le ministre per il Sud, Mara Carfagna, e per le Politiche Giovanili, Fabiana Dandone sono entrate nel dettaglio del piano. Per Carfagna ” la nostra azione sarà tanto più efficace quanto più riusciremo ad intervenire con le riforme, da quelle sulle semplificazioni a quella sulla giustizia, riforme che permetteranno anche al sud di fare uno scatto in avanti nella capacità di spesa rispetto al passato”. Dadone ha ricordato come questo piano risponde alle esigenze delle nuove generazioni anche se io avrei voluto più risorse, ma questo piano è tutto per loro. Le tematiche di transizione digitale sono fondamentali, permetteranno ai ragazzi di usufruire di una Pubblica Amministrazione moderna”.
Alla presentazione è intervenuto anche l’ex premier Romano Prodi: “La valutazione del Pnrr deve essere realistica e quindi deve darci gli obiettivi, i mezzi, le misurazioni. Se non procediamo a una fortissima trasformazione culturale e intellettuale del mezzogiorno non possiamo cambiare marcia. E’ importantissimo lo sviluppo del turismo e dell’agricoltura ma con una forte digitalizzazione”.
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