- “La vendita di armi all’Egitto è stata una immagine che non avremmo voluto vedere”
- Lo dice in una intervista a La Repubblica il presidente della Camera, Roberto Fico, nel quinto anniversario dell’omicidio di Giulio Regeni
- Fico, che chiede verità e giustizia per il giovane ricercatore, esprime apprezzamento per l’attività della magistratura italiana
ROMA (ITALPRESS) – “E’ una tappa importante, merito del lavoro serio e incessante dei nostri magistrati. Voglio ringraziarli ancora perché in questi anni non si sono arresi mai e anche di fronte alla mancanza di collaborazione degli inquirenti egiziani hanno continuato a lavorare, a mettere insieme i pezzi. Di certo non finisce qui. Vogliamo verità e giustizia. Fino in fondo”. Così in un’intervista al quotidiano La Repubblica il presidente della Camera, Roberto Fico, nel quinto anniversario dell’omicidio di Giulio Regeni, commenta i passi avanti della magistratura italiana, che giudicherà le responsabilità di quattro ufficiali dei servizi segreti del Cairo.
“La rottura dei rapporti diplomatici fra la Camera dei deputati e il Parlamento egiziano è stato un gesto forte, condiviso da tutti i gruppi parlamentari. Non esistono le condizioni affinché i rapporti fra i nostri parlamenti tornino alla normalità”, spiega Fico.
“Nei mesi scorsi, ho lavorato molto per coinvolgere altri Parlamenti. Nei colloqui con i miei omologhi ho spesso affrontato la questione, perché sono convinto che debba essere considerata a livello europeo. Giulio era un cittadino europeo e la questione dei diritti umani è essenziale per la natura e il senso dell’Unione europea – sottolinea il presidente della Camera -. Lo stesso Parlamento europeo ha adottato risoluzioni severe nei confronti dell’Egitto. Portare la storia di Giulio Regeni nel cuore dell’Unione significa superare gli egoismi nazionali. L’Europa deve iniziare a ragionare ed agire come una vera comunità, solidale anche su vicende come questa. Deve fare di più e deve essere più coesa”. Secondo Fico “le risposte più recenti della Procura generale del Cairo rasentano la provocazione, e offendono la nostra intelligenza”. E aggiunge: “La vendita di armi all’Egitto è stata un’immagine che non avremmo voluto vedere. Rispetto alla violazione della legge che definisce i criteri per la vendita di armamenti sarà la magistratura a valutare. Personalmente comunque sarei per una revisione della legge, inserendo paletti più rigidi”.
(ITALPRESS).
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