MILANO (ITALPRESS) – E’ stato l’ultimo atto del vecchio termovalorizzatore di Sesto San Giovanni, alle porte di Milano: l’impianto, costruito una ventina di anni fa, è stato ufficialmente spento durante una cerimonia che segna l’inizio di una nuova era. Sullo stesso sito sorgerà un nuovo impianto, una Biopiattaforma del Gruppo CAP, all’insegna dell’economia circolare a zero emissioni di Co2 di origine fossile: una struttura composta da un termovalorizzatore e da un depuratore, valorizzando, da un lato i fanghi della Città Metropolitana di Milano, per la produzione di calore per il teleriscaldamento e fertilizzanti, e dall’altro 30mila tonnellate di rifiuti umidi di 6 comuni per la produzione di biometano.
“Questo impianto – ha detto Alessandro Russo, Presidente del Gruppo CAP, gestore del servizio idrico integrato della Citta Metropolitana di Milano – è all’avanguardia perchè mette assieme un depuratore di CAP con un vecchio termovalorizzatore, ora spento. Realizzeremo un nuovo termovalorizzatore in sinergia con l’impianto di depurazione e saremo così in grado di trattare sia i fanghi di depurazione delle acque reflue sia l’umido, la FORSU, dei cittadini, producendo biometano e producendo energia. Prenderemo circa 70mila tonnellate di rifiuti e le trasformeremo in energia. I benefici sono sia di natura ambientale, certificati dal Politecnico di Milano che ci sta seguendo, sia economica, perchè quello che noi facciamo è gestire servizi pubblici che avranno un impatto positivo sulla bolletta dell’acqua e dei rifiuti dei cittadini”.
Il prossimo settembre sarà demolito il vecchio impianto mentre a dicembre 2022 è prevista l’inaugurazione della prima linea della Biopiattaforma che ha richiesto un investimento di 47 milioni di euro e che si prevede sarà completata entro la primavera 2023. Il progetto è stato condiviso da subito con la cittadinanza che è stata coinvolta in fase di progettazione. E la partecipazione ora continua dal momento che, d’ora in avanti, un comitato continuerà a vigilare: “Il compito di questo comitato sarà quello di verificare e controllare il rispetto ambientale – ha detto il Sindaco di Sesto San Giovanni, Roberto di Stefano – compatibilmente con quelli che sono indirizzi normativi del territorio, quindi un compito di vigilanza molto stretto e in stretto contatto con l’azienda e con il consorzio stesso”.
Lo spegnimento del vecchio termovalorizzatore di Sesto San Giovanni per lasciare spazio a logiche di economia circolare ha anche un valore simbolico per Milano e per l’Italia, essendo il primo impianto di questo tipo nel nostro Paese: “Questo impianto, 20 anni fa, era stato un esempio della stagione che ci ha permesso di avere, in Lombardia, 13 termovalorizzatori – ha detto l’Assessore all’Ambiente e al Clima della Regione Lombardia, Raffaele Cattaneo – e quindi di avere la piena autosufficienza e la gestione ottimale dei rifiuti, anche grazie a questi impianti. Oggi apriamo una nuova fase che va verso impianti necessari ma con forme innovative più avanzate che permettono di recuperare di più e meglio”.
Accanto alla nuova BioPiattaforma sarà realizzato un polo di ricerca che si è già assicurato un finanziamento da 2,5 milioni di euro grazie a un progetto europeo Horizon 2020.
“La cosa molto interessante – ha continuato il Presidente del Gruppo CAP, Alessandro Russo – è che arriveremo a recuperare le bioplastiche e Fosforo che oggi viene estratto dalle miniere in Marocco, miniere che sono in esaurimento. E questa è ancora di più economia circolare perchè avremo la possibilità di recuperare sostanze nutrienti che oggi vengono disperse in ambiente”.
(ITALPRESS).
“Questo impianto – ha detto Alessandro Russo, Presidente del Gruppo CAP, gestore del servizio idrico integrato della Citta Metropolitana di Milano – è all’avanguardia perchè mette assieme un depuratore di CAP con un vecchio termovalorizzatore, ora spento. Realizzeremo un nuovo termovalorizzatore in sinergia con l’impianto di depurazione e saremo così in grado di trattare sia i fanghi di depurazione delle acque reflue sia l’umido, la FORSU, dei cittadini, producendo biometano e producendo energia. Prenderemo circa 70mila tonnellate di rifiuti e le trasformeremo in energia. I benefici sono sia di natura ambientale, certificati dal Politecnico di Milano che ci sta seguendo, sia economica, perchè quello che noi facciamo è gestire servizi pubblici che avranno un impatto positivo sulla bolletta dell’acqua e dei rifiuti dei cittadini”.
Il prossimo settembre sarà demolito il vecchio impianto mentre a dicembre 2022 è prevista l’inaugurazione della prima linea della Biopiattaforma che ha richiesto un investimento di 47 milioni di euro e che si prevede sarà completata entro la primavera 2023. Il progetto è stato condiviso da subito con la cittadinanza che è stata coinvolta in fase di progettazione. E la partecipazione ora continua dal momento che, d’ora in avanti, un comitato continuerà a vigilare: “Il compito di questo comitato sarà quello di verificare e controllare il rispetto ambientale – ha detto il Sindaco di Sesto San Giovanni, Roberto di Stefano – compatibilmente con quelli che sono indirizzi normativi del territorio, quindi un compito di vigilanza molto stretto e in stretto contatto con l’azienda e con il consorzio stesso”.
Lo spegnimento del vecchio termovalorizzatore di Sesto San Giovanni per lasciare spazio a logiche di economia circolare ha anche un valore simbolico per Milano e per l’Italia, essendo il primo impianto di questo tipo nel nostro Paese: “Questo impianto, 20 anni fa, era stato un esempio della stagione che ci ha permesso di avere, in Lombardia, 13 termovalorizzatori – ha detto l’Assessore all’Ambiente e al Clima della Regione Lombardia, Raffaele Cattaneo – e quindi di avere la piena autosufficienza e la gestione ottimale dei rifiuti, anche grazie a questi impianti. Oggi apriamo una nuova fase che va verso impianti necessari ma con forme innovative più avanzate che permettono di recuperare di più e meglio”.
Accanto alla nuova BioPiattaforma sarà realizzato un polo di ricerca che si è già assicurato un finanziamento da 2,5 milioni di euro grazie a un progetto europeo Horizon 2020.
“La cosa molto interessante – ha continuato il Presidente del Gruppo CAP, Alessandro Russo – è che arriveremo a recuperare le bioplastiche e Fosforo che oggi viene estratto dalle miniere in Marocco, miniere che sono in esaurimento. E questa è ancora di più economia circolare perchè avremo la possibilità di recuperare sostanze nutrienti che oggi vengono disperse in ambiente”.
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