ROMA (ITALPRESS) – “Gli italiani nella striscia di Gaza sono 7 con solo passaporto italiano, 7 con passaporto italiano e palestinese. Ci sono poi 4 familiari: bambini e mogli. Noi contiamo di farli uscire appena ci sarà la possibilità. C’è poi un gruppo di italiani abbastanza consistente al nord: la nostra ambasciata a Tel Aviv è in contatto con loro minuto per minuto. Contemporaneamente l’ambasciata d’Italia al Cairo è pronta ad andare a recuperare i 14 italiani e i loro familiari quando ci sarà l’apertura del valico di Rafah”. Così il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ospite a Skytg24 in merito agli italiani ancora presenti nelle zone dei combattimenti in Israele. Tornando sulla chiusura del valico di Rafah, il ministro ha spiegato che “ci sono una serie di concause: l’Egitto teme che insieme ai palestinesi o coloro con doppia nazionalità si infiltrino anche terroristi di Hamas. Ci sono quindi controlli molto severi”.
Sul futuro della striscia di Gaza “bisogna trattare con Israele e le Nazioni Unite. Si può ad esempio prefigurare un intervento simile a quello nel sud del Libano per impedire che ci sia una recrudescenza da parte di residui di Hamas e che si possa evitare uno scontro tra israeliani e palestinesi. La situazione è però complicata, questa però è un’ipotesi”, ha concluso Tajani.
(ITALPRESS).
– Foto: Agenzia Fotogramma –
Sul futuro della striscia di Gaza “bisogna trattare con Israele e le Nazioni Unite. Si può ad esempio prefigurare un intervento simile a quello nel sud del Libano per impedire che ci sia una recrudescenza da parte di residui di Hamas e che si possa evitare uno scontro tra israeliani e palestinesi. La situazione è però complicata, questa però è un’ipotesi”, ha concluso Tajani.
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