ROMA (ITALPRESS) – La Fondazione Vittorio Occorsio ha intrapreso la produzione, insieme con Intesa Sanpaolo e Capri Entertainment, di podcast per raccontare, in un’ottica di divulgazione scientifica, le storie delle vittime del terrorismo e di coloro che si sono impegnati nel contrastarlo. La prima serie di podcast esce il 9 maggio, Giornata in memoria delle vittime del terrorismo, si chiama “Storia di un giudice” ed è raccontato da Eugenio Occorsio, figlio del magistrato ucciso dai terroristi di estrema destra il 10 luglio 1976 a Roma.
In un intervento sul Corriere della Sera, il nipote del giudice, Vittorio Occorsio, ricorda che “la Corte di Cassazione francese, a fine marzo, ha confermato il diniego all’estradizione dei membri delle Brigate Rosse e di altri movimenti estremisti”. “Sempre a marzo scorso – prosegue -, è morto Pierluigi Concutelli, terrorista questa volta di estrema destra, mai pentito omicida di mio nonno, Vittorio Occorsio, magistrato che aveva portato allo scioglimento di Ordine Nuovo in applicazione della Costituzione e della legge Scelba, che punisce la ricostituzione, in qualsiasi forma, del disciolto partito fascista”. “In occasione della sua morte – ricorda Occorsio -, una nidiata di suoi aficionados ha pensato bene di affiggere, in giro per Roma, dei manifesti recanti la sua foto giovanile e la scritta “Onore Comandante””. Per il nipote del magistrato ucciso “su tali circostante non c’è spazio per destra e sinistra: intanto si può parlare di unità nazionale, in quanto la ferma condanna di questi fatti risuoni da un coro unanime di tutti gli esponenti della vita politica, culturale, sociale, del Paese, e le azioni delle autorità responsabili siano conseguentemente concrete e immediate. Non sono ammesse ambiguità di sorta”.
“La Giornata della memoria sul terrorismo rimane, dunque, una delle più attuali delle varie “Giornate in memoria di” previste nel nostro calendario civile, perchè c’è ancora bisogno non solo di ricordare silenziosamente le vittime incolpevoli di una violenza assurda, ma, ancor oggi, di chiamare a unità il Paese contro le divisioni causate dall’estremismo politico”.

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