Le campagne tra Mazara e Salemi e il porto vecchio di Mazara sarebbero alcuni dei luoghi in cui, tra il 2010 e il 2012, il superlatitante Matteo Messina avrebbe incontrato alcuni dei suoi fedelissimi.

È quanto ha rivelato il nuovo collaboratore di giustizia salemitanogibellinese Attilio Pietro Fogazza, ascoltato in video -conferenza nel processo «Giglio Sergio + 3» (stralcio operazione «Ermes»). Il pentito ha detto di non essere affiliato alla mafia, ma di essere «nel giro dal 2008». E cioè un paio d’ anni dopo aver conosciuto Domenico Scimonelli, imprenditore di Partanna condannato a 17 anni nell’ ambito degli abbreviati Ermes, considerato dagli inquirenti uno degli affiliati a Cosa Nostra più vicini a Messina Denaro.

Scimonelli gestiva tre supermercati Despar, due a Partanna e uno a Gibellina. Di quest’ ultimo – dopo avere conosciuto Scimonelli, del quale sarebbe divenuto stretto collaboratore, anche come esecutore («con Nicolò Nicolosi») di azioni delittuose: attentati incendiari «a chi non voleva fare favori a Domenico, anche un direttore di banca» – Fogazza era il responsabile.

ù«Ero anche commerciante di auto usate – ha detto il collaboratore di giustizia – ho conosciuto Mimmo Scimonelli nel 2006, quando sono andato a trovarlo perché mia moglie voleva lavorare in un supermercato. Poco tempo dopo, lui la chiamò. Poi, iniziò il rapporto di amicizia.

Nel 2008, Scimonelli mi disse che con Matteo Messina Denaro erano amici d’ infanzia, andavano insieme a Triscina e ne conosceva la famiglia. Nel 2010, mi disse di averlo incontrato al porto vecchio di Mazara. Mi raccontò: «Mi sono visto cu’ siccu (soprannome del boss ca stelvetranese). È nervoso perché cominciano a mancare i soldi e non può pagare chi è in carcere».
Poi, alla Despar ci fu un ammanco di 150 mila euro. Io sapevo che li aveva dati a Messina Denaro. Nel 2012, Scimonelli mi chiese un’ auto in prestito, come faceva quando nei suoi movimenti non voleva dare nell’ occhio.

Io gli diedi una Punto. Tornò con l’ auto, le scarpe e i jeans tutti sporchi di fango. Gli ho chiesto: ma dove sei stato? E lui mi rispose che aveva incontrato Matteo Messina Denaro lungo la strada vecchia tra Mazara e Sale mi. Un giorno, al bar, su un giornale c’ era la foto di Messina Denaro e lui mi disse: e quando lo prendono? È completamente cambiato».

Fogazza ha, infine, raccontato il motivo per il quale, il 31 agosto 2013, a Samperi, sarebbe stato ucciso il presunto mafioso marsalese Baldassare Marino. «Batassano – ha affermato – fu ammazzato perché parlava male di Messina Denaro e del capomafia di Mazara Vito Gondola».