Il Teatro Antico di Segesta, il 20 agosto dalle 19,15, sarà lo scenario dell’anteprima nazionale ‘Penelope – L’Odissea è fimmina’ di e con Luana Rondinelli. Inserito nel calendario del “Calatafimi Segesta Festival – Dionisiache 2018”, il testo – nato su input di Giovanna Centamore che in scena vestirà i panni di Penelope – ha già ricevuto il premio alla drammaturgia femminile italiana, “Anima Mundi” assegnato il 20 marzo al Piccolo teatro di Milano. In scena un cast tutto al femminile – o quasi – per raccontare una riscrittura dell’Odissea in cui protagonista non è più Ulisse ma Penelope, donna fiera e coraggiosa che si riappropria della propria vita.
Una Penelope 2.0 – come la definisce la stessa Rondinelli – che tesse le fila della trama narrativa partendo da quando era piccola fino ad arrivare all’atteso ritorno di Ulisse. Circondata e coadiuvata da co-protagoniste femminili, Penelope riscopre se stessa, la propria femminilità, la propria dignità di donna.
Un’Odissea diversa, narrata attraverso i filtri di una visione femminile e di una chiave ironica che ben si sposa con il dialetto siciliano e con la tradizione tipica dell’Isola. “La nostra Penelope – spiega Luana Rondinelli – non aspetta più, riscopriamo una donna che nonostante i dolori e le sofferenze ritrova se stessa, la voglia di ricominciare. Itaca diviene la più bella delle isole (come potrebbe essere la Sicilia).
Il nostro punto di vista è tutto al femminile, dalle tre misteriose e ironiche donne (le tre Parche siciliane) che introducono alle vicende di Penelope, da Clitennestra a Elena, dalla maga La Magnifica a Euriclea tutte donne che vivono nel bene e nel male le vicende della nostra eroina fino al ritorno di Ulisse, fino alla scelta definitiva di riuscire a trovare nella vita, nonostante tutto, la propria strada. Penelope in questo viaggio nel tempo, accompagnata dalla fedele ancella Melissa, ci racconta di sé, del suo passato.
Un lungo flashback dalle violenze del padre fino all’arrivo ad Itaca, regina di un mondo – aggiunge – che non le appartiene, sola e spesso umiliata riesce a risollevare le sorti, a innamorarsi ancora di se stessa e a trovare la forza di destarsi per essere finalmente libera”.
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