Era stato arrestato nel corso della terza fase dell’operazione antimafia denominata Ermes, il cinquantacinquenne di Campobello di Mazara. Ed ora Marco Manzo è stato sottoposto ad un nuovo provvedimento restrittivo dagli agenti della squadra mobile della Questura di Trapani.

L’ordinanza di custodia cautelare era stata annullata

L’indagato, nel giugno 2020, era stato destinatario di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip, su richiesta della direzione distrettuale antimafia di Palermo, poi annullata a luglio dal tribunale del Riesame, che aveva accolto le richieste della difesa, ritenendo non sussistenti le esigenze cautelari. Successivamente la procura della Repubblica aveva impugnato il provvedimento ottenendo il rigetto del ricorso presentato dai legali di Manzo in Cassazione.

L’indagine Ermes III e gli interessi economici delle cosche

L’indagine Ermes III, aveva fatto luce sugli interessi economici dei componenti del mandamento mafioso di Mazara del Vallo, retto, secondo l’accusa, da Vito Gondola, deceduto il 13 luglio del 2017. “Nel corso di incontri riservati e attraverso lo scambio di pizzini si decidevano, tra le varie attività illecite, le estorsioni da portare a termine nell’ambito della compravendita di fondi agricoli o nel settore dell’esecuzione di lavori pubblici”, afferma una nota della questura. E aggiunge: Alcuni degli indagati “si adoperavano per garantire gli interessi economici dell’associazione, il controllo del territorio e quello delle attività produttive nonché per favorire la comunicazione riservata con il latitante Matteo Messina Denaro”.

Le precedenti indagini Ermes

Prima di giungere all’operazione Ermes III la polizia aveva condotto altre due operazioni contro la mafia del comprensorio. A luglio del 2020 erano arrivate òle conferme delle condanne per gli indagati nell’operazione Ermes II, l’indagine, condotta dalla polizia, il 20 dicembre 2016 sfociò nell’arresto, a Mazara del Vallo (Tp), di Epifanio Agate, 46 anni, figlio del defunto boss mafioso Mariano Agate, fedelissimo dei “corleonesi” in provincia di Trapani, dei fratelli Carlo Antonio e Giuseppe Loretta, di 53 e 39 anni, e di Angelo Castelli, di 74. Solo ai due fratelli Loretta è stata contestata l’associazione mafiosa, mentre ad Epifanio Agate l’estorsione aggravata dal metodo mafioso e attribuzione fittizia ad altri di quote delle società “My Land” e “Fishmar” per evitarne la confisca da parte dello Stato. Agate, però, fu assolto dal gup Sala dall’accusa di estorsione e condannato per l’intestazione fittizia (tre anni e 8 mesi di carcere).