La provincia Trapanese e l’intera Sicilia piange la scomparsa di Giuseppe Monteleone, l’avvocato definito il paladino di un’agricoltura in profonda crisi. Lo aveva fatto nel 2021 davanti all’allora presidente della Regione Nello Musumeci. Il discorso di Monteleone fu appassionato e al tempo stesso persuasivo. Fece una perfetta fotografia dei problemi di un settore che da anni è tra i comparti produttivi più in sofferenza. Fu l’ennesima iniziativa da paladino dell’agricoltura.

La professione forense e i viticoltori

Monteleone, 47 anni, da tempo combatteva contro un terribile male. Svolgeva la professione di avvocato ed era anche presidente di una importante cantina a Marsala. Si divideva tra la sua professione forense e le battaglie a fianco dei viticoltori del Trapanese, settore trainante dell’economia locale. In passato era stato anche consulente legale della federazione della Cia, la confederazione agricoltori, e presidente dell’associazione olivicola. Era quindi molto conosciuto dall’intera comunità. Il suo cuore ha smesso di battere in un ospedale di Palermo dove era ricoverato.

Il cordoglio del sindaco

“Apprendiamo con grande tristezza – commenta il sindaco Massimo Grillo e il presidente del consiglio Enzo Sturiano – della prematura scomparsa dell’avvocato Monteleone. Di lui abbiamo sempre apprezzato sia le doti umane che quelle di avvocato. Ma anche di ottimo conduttore di una delle più importanti cooperative vitivinicole del nostro territorio. In questo momento di grandissimo dolore, siamo vicini alla moglie Arianna e ai due figli, Ludovica e Antonio, nonché a tutti i suoi familiari fra cui Piergiorgio Giacalone, consigliere comunale”.

Il ricordo struggente del collega di studio

Tra i ricordi più struggenti quello di Rosario Grammatico, avvocato che con Monteleone divise per un certo periodo lo studio della professione forense. “Ricordo – afferma Grammatico – che io ero appena praticante mentre il caro Peppino, nonostante avesse solo 5 anni in più del sottoscritto, era già un avvocato affermato. Tra le mille difficoltà di inizio carriera, tra i mille pensieri negativi che mi avvolgevano in quel periodo, ho visto in Peppino un punto di riferimento, una luce. Mi dicevo tra me: ‘io voglio essere Peppino’. Vederti ogni mattina carico ed entusiasta del tuo lavoro, mi dava coraggio. Non posso dimenticare quanti consigli ti abbia chiesto e quante volte mi davi coraggio nell’affrontare questa professione, dove, quasi sempre, si è soli contro tutti”.

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