Lo chiede Matteo Giacalone (Cantiere Popolare)

Governo tuteli pescherecci mazaresi da attacchi libici

  • Matteo Giacalone (Cantiere Popolare) lo chiede a gran voce
  • Musumeci protesta “L’Italia difenda i pescatori”
  • Ed i sindacati tuonano “La politica faccia la sua parte”

Matteo Giacalone, responsabile di Cantiere Popolare a Mazara sulle politiche Marittime e sulla Pesca si unisce al coro di politici e dei sindacati che chiedono al governo nazionale un intervento che tuteli i pescherecci mazzaresi dagli attacchi armati libici.

È chiaro il riferimento al peschereccio Aliseo ieri è stato bersagliato da una motovedetta libica al largo di Bengasi ed il suo comandante è stato ferito, fortunatamente in modo superficiale, alla testa. L’intervento della fregata Libeccio della marina militare ha evitato un’ulteriore escalation ed ora l’Aliseo sta navigando verso il porto di Mazara.

Giacalone sottolinea: “Piena solidarietà alla marineria mazarese dopo l’attacco armato da parte di motovedette libiche ai nostri pescherecci. È solo un caso che non vi siano state conseguenze ben più gravi. Non è concepibile e accettabile che i componenti della nostra flotta debbano lavorare con la paura di essere catturati o fucilati dai libici”.

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Continua Giacalone: “Pertanto, si chiede al Governo nazionale di prendere finalmente in considerazione questa annosa questione che dev’essere discussa e risolta in ambito europeo. Quello di lavorare in condizioni di sicurezza è un diritto riconosciuto dalla nostra Costituzione. Un sentito ringraziamento alla Marina Militare per essere prontamente intervenuta, riuscendo a portare in salvo i nostri pescatori”.

La protesta di Musumeci “Ora basta, Italia difenda i pescatori”

Parole che fanno eco a quelle del presidente della Regione, Nello Musumeci intervenuto in mattinata sulla vicenda: “È assurdo che i pescatori siciliani debbano correre il rischio, persino, di perdere la vita andando nel Mare Mediterraneo per portare un pezzo di pane a casa. È assurdo che il governo italiano non abbia ancora avvertito la necessità di chiudere questa partita con il governo libico, una partita aperta da oltre cinquant’anni. È assurdo che si debba continuare a penalizzare un’economia, nel Sud Italia, sul banco di interessi molto più grandi, spesso inconfessabili”.

I sindacati in coro, “Tutelare i pescatori”

Ora i sindacati di categoria chiedono al Governo di tutelare i pescatori delle marinerie siciliane che rischiano ogni giorno la vita. Fai, Flai e Uila Trapani chiedono al Governo di prendere una posizione chiara. “Una posizione nitida sulla questione della pesca nel Mediterraneo, e in particolare di quel tratto di mare a largo delle coste della Libia, oggetto di scorribande da parte di alcuni soggetti che lo hanno dichiarato unilateralmente di propria pertinenza, seppur mai riconosciuta dai Governi o da Istituzioni internazionali”. I segretari generali dicono che “Occorre che le istituzioni diano la possibilità ai nostri pescatori di lavorare in sicurezza – aggiungono – . Ormai tutto questo non è più tollerabile. Il Ministero degli Esteri ha il dovere di tutelare i propri uomini e far sentire la propria voce in maniera autorevole”.

Fai Cisl chiede una governance europea

“Non si può lavorare col rischio di essere sequestrati o di essere attaccati da motovedette libiche. I pescatori siciliani vanno tutelati”. È lapidario il commento del segretario generale della Fai Cisl Sicilia, Pierluigi Manca, che commenta gli atti di violenza avvenuti ieri. “Va affrontato con fermezza – aggiunge Manca – il tema della sicurezza di tutti i lavoratori siciliani del comparto pesca che troppo spesso si ritrovano al centro di vicende geopolitiche complesse. Già il settore ittico regionale soffre per la crisi strutturale resa più dura dall’emergenza pandemica, non è ammissibile che a questo si aggiungano fatti di tale gravità che addirittura mettono a repentaglio la vita di queste persone”.

La Fai Cisl chiede che “si avvii una governance europea sul tema della pesca nel Mediterraneo, perché occorre stabilire una linea precisa che sia di unico indirizzo rispetto all’interlocuzione col governo libico”. E sollecita l’esecutivo Musumeci a utilizzare “tutte le risorse disponibili per sostenere questo comparto produttivo in evidente difficoltà, nonostante la sua centralità nell’economia siciliana”.

Uil, Politica deve fare la sua parte

“Il Mediterraneo deve essere il mare di tutti. Un mare sicuro, dove pescare in pace. Non un mare di paura dove è possibile, invece, perdere la vita. Per questo chiediamo una forte presa di posizione da parte delle istituzioni che, adesso, devono sedersi attorno a un tavolo per dialogare con la Libia e stabilire il vero utilizzo di questo tratto di mare”. Così Claudio Barone e Tommaso Maccadino, segretari della Uil e Uila Pesca Sicilia che, in attesa del rientro del comandante Giuseppe Giacalone e del suo equipaggio di Mazara del Vallo, vittima di un assalto armato in cui è rimasto ferito, aggiungono: “E’ necessario stabilire delle regole. Quel mare non è dei libici, non è mai stato ratificato alcun accordo. La politica, adesso, deve fare la sua parte e tutelare i pescatori siciliani. Si stringono con quel Paese accordi di ogni tipo: dai migranti alle strade e sino ai trasporti. Poi, però, di spara ai mazaresi. Adesso basta. Non possiamo aspettare il morto”.

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