È in navigazione verso Mazara del Vallo il peschereccio “Aliseo”, con sette uomini d’equipaggio, il cui comandante Giuseppe Giacalone è rimasto ferito dai colpi d’arma da fuoco sparati ieri da una motovedetta militare libica. L’assalto è avvenuto a 35 miglia a nord della costa di Al Khums, “all’interno della Zona di protezione di pesca nelle acque della tripolitana” come ha comunicato la Marina Militare intervenuta sul posto in soccorso con la fregata Libeccio. Un tratto di mare definito “ad alto rischio” dalle nostra autorità. L’arrivo dell’unità militare italiana ha convinto i militari libici a rilasciare l’imbarcazione che ha subito fatto rotta verso Mazara del vallo.

I sindacati in coro, “Tutelare i pescatori”

Ora i sindacati di categoria chiedono al Governo di tutelare i pescatori delle marineriu siciliane che riscchiano ogni giorno la vita. Fai, Flai e Uila Trapani chiedono al Governo di prendere una posizione chiara. “Una posizione nitida sulla questione della pesca nel Mediterraneo, e in particolare di quel tratto di mare a largo delle coste della Libia, oggetto di scorribande da parte di alcuni soggetti che lo hanno dichiarato unilateralmente di propria pertinenza, seppur mai riconosciuta dai Governi o da Istituzioni internazionali”.  I segretari generali dicono che“Occorre che le istituzioni diano la possibilità ai nostri pescatori di lavorare in sicurezza – aggiungono -. Ormai tutto questo non è più tollerabile. Il Ministero degli Esteri ha il dovere di tutelare i propri uomini e far sentire la propria voce in maniera autorevole”.

Fai Cisl chiede una governance europea

“Non si può lavorare col rischio di essere sequestrati o di essere attaccati da motovedette libiche. I pescatori siciliani vanno tutelati”. È lapidario il commento del segretario generale della Fai Cisl Sicilia, Pierluigi Manca, che commenta gli atti di violenza avvenuti ieri.“Va affrontato con fermezza – aggiunge Manca – il tema della sicurezza di tutti i lavoratori siciliani del comparto pesca che troppo spesso si ritrovano al centro di vicende geopolitiche complesse. Già il settore ittico regionale soffre per la crisi strutturale resa più dura dall’emergenza pandemica, non è ammissibile che a questo si aggiungano fatti di tale gravità che addirittura mettono a repentaglio la vita di queste persone”. La Fai Cisl chiede che “si avvii una governance europea sul tema della pesca nel Mediterraneo, perché occorre stabilire una linea precisa che sia di unico indirizzo rispetto all’interlocuzione col governo libico”. E sollecita l’esecutivo Musumeci a utilizzare “tutte le risorse disponibili per sostenere questo comparto produttivo in evidente difficoltà, nonostante la sua centralità nell’economia siciliana”.

Uil, Politica deve fare la sua parte

“Il Mediterraneo deve essere il mare di tutti. Un mare sicuro, dove pescare in pace. Non un mare di paura dove è possibile, invece, perdere la vita. Per questo chiediamo una forte presa di posizione da parte delle istituzioni che, adesso, devono sedersi attorno a un tavolo per dialogare con la Libia e stabilire il vero utilizzo di questo tratto di mare”. Così Claudio Barone e Tommaso Maccadino, segretari della Uil e Uila Pesca Sicilia che, in attesa del rientro del comandante Giuseppe Giacalone (domani nel tardo pomeriggio ndr) e del suo equipaggio di Mazara del Vallo, vittima di un assalto armato in cui è rimasto ferito, aggiungono: “E’ necessario stabilire delle regole. Quel mare non è dei libici, non è mai stato ratificato alcun accordo. La politica, adesso, deve fare la sua parte e tutelare i pescatori siciliani. Si stringono con quel Paese accordi di ogni tipo: dai migranti alle strade e sino ai trasporti. Poi, però, di spara ai mazaresi. Adesso basta. Non possiamo aspettare il morto”.