Si riapre il dibattito sul progetto del mega parco eolico offshore al largo delle Isole Egadi. L’opera prevede la realizzazione di un parco eolico con ben 190 pale, in grado di generare energia complessiva per a circa 2,8 GW, ossia pari al fabbisogno energetico di 3,4 milioni di famiglie. L’opera ricadrebbe all’interno di un’area protetta.
Il progetto, infatti, andrebbe realizzato nei pressi dell’area marina protetta delle Egadi, una zona delicata per i suoi ecosistemi e per le sue bellezze naturali. Sono tanti i dubbi sul parco eolico, soprattutto da parte dei comuni del Trapanese. Se, da un canto, l’opera potrebbe portare a 8 miliardi d’investimento e alla creazione di centinaia di posti di lavoro, da un altro canto però, secondo quanto circola, l’energia prodotta nemmeno servirebbe all’Isola ma verrebbe esportata altrove.

I dubbi sul parco eolico offshore delle Egadi

È Bernardo Tortorici di Raffadali, presidente e fondatore dell’Associazione Amici dei Musei Siciliani, che evidenzia i propri dubbi sul parco eolico offshore al largo delle Isole Egadi parlando di una “preoccupante campagna mediatica” che viene in questi giorni sostenuta a favore del mega impianto. “I punti di forza che ci vengono sbattuti in faccia sono gli 8 miliardi d’investimento e la creazione di centinaia di posti di lavoro – dice -, tradotto in tre parole siciliane “ci stanno accattando”, visto che l’energia prodotta nemmeno ci servirebbe ma verrebbe esportata”. E il paradosso, secondo Tortorici, è che “è la politica a resistere alla tentazione e che sono gli ambientalisti a fare pressione per la sua realizzazione e credo che, almeno in questo caso, chi si oppone a questo ennesimo scempio vada sostenuto”.

Il no dei comuni, il sì degli ambientalisti

Già da tempo i comuni trapanesi hanno espresso contrarietà al progetto. Mentre le associazioni ambientaliste hanno dato il loro benestare. Nei giorni scorsi è stato presentato all’Ars un documento di opposizione al progetto. Mentre la società, che conta d’investire qualcosa come 9 miliardi di euro, ha presentato gli studi sulla “bontà” del progetto. Per la società che ha progettato l’impianto si tratta di un “progetto compatibile con l’ecosistema” – e che avrà molti benefici per i siciliani. E questo perché realizzato con la tencologia del “floating”, cioè non pale piantate sul fondale, ma su enormi galleggianti ancorati in fondo. La società, inoltre, si sarebbe detta pronta a presentare il progetto all’Ars per meglio chiarire la bontà del progetto.

Rinnovabili fondamentali per calmierare il caro energia

“E’ un errore schierarsi aprioristicamente a favore o contro il parco eolico al largo delle Egadi. Occorre analizzare bene le opportunità e le eventuali ricadute negative e comunque tenere conto del fatto che l’accelerazione sulle rinnovabili è fondamentale per calmierare il caro energia, che la capacità produttiva da fonti rinnovabili in Italia dovrà crescere al 2030 fino a 114 gigawatt (contro i 56 GW al 2020) e che dovrà realizzarsi un taglio delle emissioni di gas serra del 51% rispetto al 1990”. Lo sostiene la Filctem Cgil siciliana che, in una nota del segretario generale Giacomo Rota e del componente di segreteria Franco Lannino, rileva “l’urgenza di un confronto, che finora non c’è stato, sul mega impianto che Renexia intende istallare nelle acque delle isole Egadi. La Filctem in particolare chiede “una conferenza di servizi con la partecipazione di tutte le parti sociali”.

Creerebbe 700 posti di lavoro in Sicilia

Oltre a 9 miliardi d’investimento, un potenza installata di 2.793 MW, 190 turbine ognuna da 14,7 MW, 17.500 occupati di cui 6.000 in Sicilia nella fase di realizzazione e 1.500 di cui 700 in Sicilia per la durata della
gestione, ci sarebbe di positivo, secondo il sindacato che questa nuova capacità di produrre energia elettrica da fonti rinnovabile si sommerebbe a quella a oggi generata in Sicilia dall’eolico per 1.871,618 MW, dal solare per 678 MW e 150 MW dall’idroelettrico ad asta fluente. La Sicilia quindi avrebbe una capacità produttiva da fonti rinnovabili complessivamente pari a 5.492,618 MW, che è di gran lunga superiore ai 3.200 MW necessari per soddisfare il fabbisogno alla punta che si è registrato in Sicilia nelle ore invernali di massima richiesta di energia elettrica.

Cisal, “Occasione da non perdere, chiudiamo la stagione dei ‘no’”

“I parchi eolici offshore, cioè a mare, sono una straordinaria opportunità per la Sicilia: energia pulita che non intacca l’ambiente e aiuta a calmierare i prezzi dell’energia che
mettono a rischio i posti di lavoro. La Cisal chiede al Parlamento regionale di archiviare la stagione dei ‘no’ che ha già prodotto troppi danni, come nel caso degli impianti per i rifiuti”. Lo dice
Nicolò Scaglione, commissario della Cisal Sicilia.

“I progetti in questione valgono investimenti miliardari con ricadute importanti in termini occupazionali – spiega Scaglione – Parliamo di impianti in grado di fornire energia pulita e a basso costo, in un momento in cui la crisi internazionale ha invece fatto schizzare alle stelle il prezzo dell’energia che rischia di mettere in crisi il sistema produttivo e le famiglie siciliane”.

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