“Marisa (Leo, ndr), mi raccontava, era stata coraggiosa. Aveva lasciato lui 20 giorni dopo la nascita della bimba. Lo aveva deciso consapevole del fatto che lui, fino a quel momento, avesse fatto di lei ciò che voleva. Sapeva di pagare un prezzo molto alto per quella decisione. Scriveva proprio ‘sto pagando’. E leggendo le cronache di questi giorni, so che ha continuato a pagare un prezzo altissimo”. Lo scrive Selvaggia Lucarelli, in una storia su Instagram, sulla donna uccisa nel Trapanese dal suo ex.
“Ci ho pensato un paio di giorni prima di scrivere questo post – premette – in realtà volevo dire delle cose, ma anche rispettare la morte di questa donna stupenda e ormai, nel marasma dei pensierini che affollano le bacheche di tutti, mi sembra sempre di partecipare a un banchetto, più che di aggiungere qualcosa alla discussione. In questo caso poi è ancora più difficile perché Marisa, due anni fa, dopo un podcast mi aveva scritto parlandomi della sua storia tormentata. Non condividerò il messaggio, che alla luce dell’accaduto è straziante. Non serve”.
“Le denunce se non seguite da rete protezione possono diventare movente”
“Minacce, paura, inseguimenti, pedinamenti – ricostruisce la Lucarelli parlando di Marisa Leo – eppure non è tornata sui suoi passi. Ha ritirato la denuncia, è vero, ma non sarebbe cambiato nulla. Lui non si era mai fermato e nulla l’avrebbe fermato, se non – forse – una reazione tempestiva da parte della legge. L’idea che un uomo che ti insegue in auto o ti minaccia di morte resti libero di continuare a farlo, non può far sentire al sicuro nessuna. Anzi, dopo una denuncia, può far sentire ancora più insicura, perché in lui subentra il rancore per il gesto di sfida e il desiderio di vendetta. Non a caso – scrive ancora Selvaggia Lucarelli – molte donne vengono uccise alla vigilia del processo. Paradossalmente, le denunce, se non seguite da un’attenta rete di protezione da parte della legge, possono diventare un ulteriore movente. Tutto questo per dire che Marisa non aveva fatto alcun passo indietro e che in realtà aveva smesso di subire. Non voleva neppure far scontare a sua figlia le conseguenze di quella (ex) relazione malata, anzi. Aveva ritirato la denuncia proprio per la bambina, perché non avesse un padre condannato. Sperava, semplicemente, che quell’uomo fosse capace di amare almeno come padre. Marisa – chiosa – gli ha dato una possibilità e non come compagno, ma come essere umano. Non ha sbagliato. Era solo una donna giusta e generosa”.
Lorrè, “Lei voleva tornare a Torretta”
Davide Lorrè, front-man del gruppo musicale ‘Shakalab’, non riesce a trattenere le lacrime quando parla dell’amica uccisa dal suo ex compagno. “Nell’ultimo messaggio che ci siamo scambiati prima dell’estate mi scrisse: ‘Voglio tornare a Torretta e farti conoscere la mia piccola’. Io ero impegnato nei concerti, Marisa sul lavoro, e quel giorno, purtroppo, non è mai arrivato…”.
“Ci siamo conosciuti nel 2015 – ricostruisce – lei veniva qui a Torretta Granitola dove io vivo e si innamorò di questo posto, il mare, la tranquillità. La borgata le piaceva anche d’inverno, quando è deserta e ascolti solo il rumore del mare.
Era una ragazza speciale e con lei stavamo ore a parlare senza stancarci”.
Davide Lorrè ricorda pure che per anni Marisa aveva aperto un suo blog: “Si chiamava ‘Risaleomar’ un mix – spiega – che univa il suo nome e cognome, scriveva pensieri, riflessioni. Proprio nel 2015 dedicò un suo scritto a Torretta Granitola titolato ‘vado a prendere un caffè a Torretta e torno’; era innamorata di una delle vie che conducono al porticciolo, dove gli oleandri sono fioriti. Ieri l’ho cercato sul web e non l’ho più trovato. Quando lei arrivava e si trovava in quella strada mi chiamava, invitandomi a vederci in piazza”.
Poi, per via della gravidanza e della bambina, Marisa Leo aveva ridotto le sue visite a Torretta Granitola. “Abbiamo continuato a sentirci via messaggi – dice – lei era una persona solare, che trasmetteva energia, e per essere felice così ha dovuto lavorare tanto su sé stessa, nonostante le batoste della vita”.
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