Ha chiesto in udienza scusa all’ispettore di polizia che aveva accusato di non aver svolto accurate indagini sul caso della scomparsa Denise Pipitone. Invece si scoprì che lui non aveva mai preso parte a quella specifica indagine. L’ex pm Maria Angioni lo ha detto in aula al tribunale di Marsala al processo in cui è imputata per diffamazione nei confronti dell’agente Vincenzo Tumbiolo. “Non intendevo diffamare… Ho commesso un errore e me ne scuso” le parole pronunciate riportate dal quotidiano “Il Tempo”.

L’intervista incriminata

La Angioni inizialmente si era occupata della scomparsa di Denise Pipitone, la bimba di 4 anni sparita da Mazara del Vallo nel 2004. Intervistata in una trasmissione televisiva la Angioni sostenne che ci sarebbero stati dei gravi errori e delle omissioni commesse nel corso di una specifica indagine sul conto del caso della sparizione della bimba. E additò proprio l’ispettore Tumbiolo che però non partecipò a quella indagine.

I motivi dell’errore

L’ex pm ha sostenuto che il suo obiettivo non era quello di diffamare. A sostegno della sua tesi ha prodotto tre articoli giornalistici dell’epoca in cui si menzionava l’ispettore Tumbiolo come presente a quell’indagine. Dunque ha evidenziato di essere stata indotta in errore dalle varie testate giornalistiche che lo citarono. Ha poi evidenziato anche di aver parlato del caso 17 anni dopo e che quindi non aveva più la totale contezza di quel che accadde nei particolari per il lungo lasso di tempo trascorso.

Altro processo con condanna

Nel dicembre scorso sempre la Angioni venne condannata a un anno di reclusione, pena sospesa, dal giudice monocratico di Marsala. Era imputata di false informazioni al pubblico ministero. Il pubblico ministero Roberto Piscitello aveva chiesto la condanna a due anni di carcere. E’ imputata di aver mentito ai colleghi della Procura di Marsala denunciando depistaggi e omissioni nell’inchiesta sul sequestro della bambina. “Angioni ha mostrato assoluto spregio della Giustizia, ha ingannato il pubblico ministero ed il giudice tutte le volte in cui ha preso la parola; ha presentato confusi documenti tanto sovrabbondanti quanto irrilevanti; ha mantenuto un comportamento ostinatamente calunnioso anche dopo la commissione del reato, infangando nei media la Polizia nei Mazara del Vallo” , aveva detto Piscitello al termine della requisitoria.

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