Durissime le parole di monsignor Domenico Mogavero nel corso dell’omelia del funerale di Rosalia Garofalo, vittima del femminicidio avvenuto nel corso della notte del 29 gennaio a Mazara del Vallo.

La cittadina trapanese si è fermata in segno di lutto per dare l’ultimo saluto alla donna uccisa da Vincenzo Fasillo, l’uomo con cui era sposata da 30 anni. Il funerale si è svolto ieri mattina a Mazara. 

Mogavero ha usato toni duri. Rosalia è stata una donna “uccisa come una pecora da macello“, ha detto. “Essa ora è nelle mani di Dio, nessun tormento la toccherà più, la sua morte può essere ritenuta una sciagura, la sua partenza da questo mondo una rovina, ma essa è finalmente nella pace, verso la quale l’accompagna la nostra affettuosa preghiera di suffragio, che invoca anche il conforto della fede per il figlio e i parenti tutti, provati da un dolore tanto grande”.

Rosalia Garofalo aveva più volte denunciato le violenze e i soprusi del marito e altrettante volte aveva ritirato le denunce. Al funerale oltre al sindaco di Mazara del Vallo che ha proclamato il lutto cittadino, c’erano i parenti, gli amici della donna.

Il vescovo Magavero ha detto di non poter neppure immaginare “l’abisso di sofferenze patite nel corpo e nell’anima“, “associato all’impotenza di fronte alle brutalità del marito”. Dopo l’allarme lanciato dai vicini di casa il 30 gennaio scorso, i sanitari del 118 giunti nella casa di Mazara del Vallo hanno trovato Rosalia riversa sul letto e non hanno potuto far altro che constatare il decesso. Sul suo corpo è stata riscontrata la presenza di numerose ecchimosi, che hanno confermato l’ipotesi secondo cui sarebbe stata picchiata fino alla morte.

Intanto per venerdì 7 febbraio un gruppo di cittadini ha organizzato una fiaccolata in ricordo di Rosalia Garofalo e di tutte le donne vittime di femminicidio (FOTO TRAPANIOGGI)

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