Il gip del tribunale di Trapani, Samuele Corso, ha sostituito gli arresti domiciliari con l’obbligo di dimora a Trapani ed Erice al deputato regionale Dario Safina (Pd) accusato di corruzione e turbativa d’asta quando ricopriva la carica di assessore ai Lavori pubblici del Comune.
“Non siamo soddisfatti e puntiamo all’annullamento totale dell’ordinanza – ha detto Salvatore Longo legale di Safina con Giuseppe Rando – Riteniamo insussistenti le necessità della misura cautelare. Andremo a discutere al tribunale del riesame”. L’udienza è stata fissata per il 2 febbraio.
I legali: “Indagini lacunose”
“L’indagine, a parere della difesa, è pervasa da evidenti lacune istruttorie che sarebbero state evitate se fossero stati acquisiti tutti gli atti della complessa vicenda amministrativa che ha riguardato, negli anni, i rapporti tra il Comune di Trapani e la City green Light Srl. Sotto altro profilo, anche a volere tacere sugli aspetti in punto di diritto, grande perplessità desta il percorso logico motivazionale seguito dal gip con l’ordinanza di sostituzione della misura”. Lo dicono Giuseppe Rando e Salvatore Longo, legali del deputato regionale Pd Dario Safina. “Da una prima lettura, anche volendo tacere sugli aspetti in punto di diritto, si sostiene in detta ordinanza che, addirittura, in tempi non sospetti e quando ancora Safina neppure immaginava che il suo partito lo avrebbe candidato all’Ars, era ben conscio che nella sua città di origine avrebbe ottenuto poche preferenze. Attendiamo fiduciosi l’esito del procedimento innanzi il Tribunale del Riesame” concludono.
L’interrogatorio
È durato circa cinque ore l’interrogatorio di garanzia davanti al Gip Samuele Corso, a cui è stato sottoposto ieri pomeriggio Dario Safina, avvocato, quarantottenne trapanese, rimasto coinvolto in una inchiesta giudiziaria coordinata dalla Procura di Trapani ed effettuata dai carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale guidati dal colonnello Fabio Bottino.
La risposta alle domande
Come scrive il Giornale di Sicilia in un articolo a firma di Laura Spanò, Safina ha risposto a tutte le domande. La vicenda in cui è rimasto coinvolto è relativa a fatti legati al periodo in cui lo stesso Safina fu assessore ai Lavori pubblici nella giunta dell’attuale sindaco di Trapani Giacomo Tranchida.
Dario Safina, che nell’immediatezza del provvedimento cautelare si è autosospeso dal Partito democratico e da parlamentare regionale, ieri assistito dagli avvocati Salvatore Longo e Giuseppe Rando, ha risposto a tutte le domande, fornendo chiarimenti sui fatti che gli vengono contestati.
Presente anche il pm Francesca Urbani. Dario Safina ha presentato pure una memoria a sua firma ai giudici, ma prima ha risposto ad ogni domanda che gli è stata sottoposta, con serenità, citando episodi e fatti, circostanziandoli per dare maggiore forza alle sue parole.
“Si è dilungato a esporre fatti e circostanze senza timore alcuno – ha sottolineato l’avvocato Salvatore Longo -. Ha chiarito ogni passaggio, soffermandosi più volte per spiegare meglio ogni vicenda che lo riguardava. Ora non spetta a noi fare valutazioni. Intanto, però, abbiamo presentato istanza per la revoca della misura cautelare del nostro assistito”.
Commenta con Facebook