Festeggiano in Sicilia le famiglie arcobaleno, ovvero quelle costituite da genitori omosessuali, che vedono, pian piano, diventare più inclusiva la società. Le loro battaglie stanno ottenendo gli effetti sperati da tutti quei genitori che chiedono soltanto normalità per loro e per i figli, e la possibilità di essere percepiti come una vera famiglia alla stregua di tutte le altre. Quella che viene ancora definita “diversità” non può più essere un ‘demone’ da guardare con sospetto.

Ogni persona, anche quella che ci sembra più ‘lontana’ da noi, è portatrice idee, sentimenti e valori che arricchiscono la società. Una considerazione sulla quale spesso non ci si ferma a riflettere, anche perché a volte la diversità è solo negli occhi di chi guarda.

E’ di ieri la notizia di una sentenza del tribunale di Trapani che obbliga l’ufficio demografico del Comune capoluogo alla trascrizione della genitorialità di una coppia omosessuale che aveva avuto due figli 19 mesi fa a Los Angeles, ricorrendo all’utero in affitto e che si era vista rigettare lo scorso 6 marzo la richiesta dal sindaco di Trapani, Giacomo Tranchida.

“Deve ritenersi che non riconoscere lo status di figli di determinerebbe una ingiustificata e intollerabile discriminazione a danno dei minori rispetto ad altri minori nati da coppie di sesso diverso e mediante tecniche di procreazione consentite nel nostro Paese”, si legge nella sentenza.

Ma questo non è l’unico caso del genere in Sicilia. Anche Catania è infatti tra le città che stanno procedendo alla trascrizione di certificati di nascita stranieri di figli coppie omosessuali.

In particolare, spiega in una nota del 29 aprile scorso Famiglie Arcobaleno, “nelle ultime settimane l’amministrazione guidata dal sindaco Enzo Bianco ha proceduto a trascrivere l’atto di nascita di due gemelli nati in America, figli di due padri, D. e N., di 36 e 42 anni”. La trascrizione è stata spontanea, ovvero senza l’intervento del tribunale.

A Palermo, nel giugno scorso, 7 famiglie arcobaleno (4 coppie di mamme e 3 di papà) hanno visto trascritti i loro nomi sui certificati di nascita dei loro figli e delle loro figlie. Si tratta di una annotazione nell’atto di nascita che riporta così i nomi di entrambi i genitori che hanno così uguali doveri nei confronti dei loro figli e delle loro figlie.

Una grande gioia per le coppie destinatarie delle trascrizioni che possono così finalmente assolvere, anche formalmente, al ruolo di genitori in tutti gli ambiti che riguardano la vita dei figli.

Qualcosa, anche se a piccoli passi, sta dunque cambiando anche nella nostra Isola.

Il Palermo Pride, in prima linea nella difesa dei diritti Lgbt, commenta a BlogSicilia: “È un passo in avanti relativo: sicuramente a Trapani ha vinto l’amore e soprattutto hanno vinto i piccoli, che da adesso possono contare anche legalmente su due genitori che li accudiranno e li ameranno nel pieno dei loro diritti ma non è un Paese civile quello in cui è necessario ricorrere al tribunale per avere giustizia. Sono il Governo e il Parlamento a dover garantire i diritti fondamentali di ogni essere umano soprattutto quando si parla di bambini e di famiglia”.

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