La bara di Anna Manuguerra, la casalinga uccisa dal marito, era accompagnata da uno striscione che riporta la scritta “Insieme per dire di no alla violenza sulle donne”, voluto dall’amministrazione comunale di Paceco e della Fidapa.

Molta gente attonita – racconta Tp24 – che continua a spiegarsi il perché debbano succedere fatti di tale gravità. Qualcuno sottovoce dice spesso “Anna mia, come te ne sei andata. Che brutta fine hai fatto”, parenti che continuano a ripetere “Anna, non ci sei più. Anna, Anna”, chi invece è convinto che “se ci si fosse pensato prima forse questa assurda tragedia non sarebbe accaduta”.

Tante le persone hanno trovato posto nella piccola chiesa della frazione pacecota di Nubia, a pochi chilometri da Trapani, per dare l’ultimo saluto ad Anna Manuguerra, la donna uccisa nella propria abitazione domenica scorsa da trenta coltellate infertegli dalla furia omicida del marito, il carpentiere Antonino Madone, anch’egli sessantenne.

La funzione religiosa si è aperta con la preghiera del Vescovo di Trapani, Pietro Maria Fragnelli, che ha voluto dare la personale benedizione alla salma. Poi la celebrazione vera e propria a cura di don Alessandro Damiano, vicario generale della Diocesi. In prima fila, visibilmente sconvolti e ancora increduli, i figli Gaspare, Giuseppe e Maria Grazia che è molto difficile consolare.

(Foto tratta da Tp24.it)