Un pensionato trapanese, Marco Giliberti, è morto annegato, stamani, a largo del porto di Trapani, nei pressi di scoglio Porcelli, mentre stava pescando.
Si trovava a bordo di un ‘imbarcazione che si è capovolta.
Un’altra persona, che era a bordo del natante, è stata tratta in salvo e si trova adesso ricoverato nell’ospedale Sant’Antonio Abate.
Tre anni fa, si era verificato un fatto analogo. Un pensionato era morto annegato nel mare di Cava d’Aliga, nel territorio del comune di Scicli, nel Ragusano. Probabilmente era stato un malore a colpire un 83enne residente a Verona, Ignazio Nifosì, generale dell’esercito in pensione.
I soccorritori, un bagnino e un medico, avevano praticato la rianimazione cardio-polmonare per 45 minuti ma non c’era stato nulla da fare. E quando è arrivato l’elisoccorso l’uomo non dava più segni di vita.
Ma quella appena trascorsa, è stata, in Sicilia, purtroppo, una estate caratterizzata dagli incidenti in mare.
L’11 settembre scorso, un sub disperso nelle acque di Terrasini nei pressi dell’Iclub è stato recuperato morto dai sommozzatori dei vigili del fuoco.
Alle ricerche hanno preso parte anche gli uomini della capitaneria di porto e della guardia di finanza.
Emanuele Virga, 25 anni, palermitano, era andato a una battuta di pesca con alcuni amici. Aveva lasciato a riva il cellulare e altri oggetti personali.
Poi si era immerso. Alcuni amici non vendendolo risalire hanno chiamato il numero di emergenza. Sono scattate le ricerche che dopo poco tempo hanno consentito ai vigili del fuoco di ritrovare il giovane che si era immerso con una muta da sub.
Il 23 luglio di quest’anno invece, ancora nel Palermitano, e stavolta a Mondello, un 76enne è deceduto mentre si trovava nello specchio d’acqua all’altezza del lido Stabilimento.
I primi a intervenire sono stati i bagnini del vicino stabilimento balneare che lo hanno portato sulla battigia per le manovre di primo soccorso.
Per salvare l’anziano Baldassare Brucia i sanitari del 118 hanno tentato di tutto anche con l’utilizzo del defibrillatore e un’iniezione di adrenalina.
Dopo l’ispezione sul corpo, la salma, in accordo con l’autorità giudiziaria, è stata restituita ai familiari per celebrare i funerali.
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