Un emendamento nel collegato alla Finanziaria regionale per provare a correggere alcuni articoli del Codice degli Appalti, i cui effetti stanno mettendo a dura prova la vita degli artigiani e delle piccole e medie imprese, oggi in grande affanno.
Ad annunciarlo è stato Enzo Marchingiglio, Vice Capo di Gabinetto Vicario dell’Assessore alle Infrastrutture, Marco Falcone, in occasione del Focus organizzato, ad Alcamo, da Cna Sicilia assieme alle Unioni delle “Costruzioni” e “Installazione e Impianti” della stessa Confederazione.
In particolare l’intervento legislativo riguarda i criteri di aggiudicazione contenuti all’art. 97 del Codice, i quali, alla luce delle modifiche apportate dal D. Lgs 56/2017, si sono trasformati in una sorta di trappola mortale per le PMI, vero motore trainante dell’economia siciliana.
E’ possibile che ad oggi nessuno si sia accorto di quello che sta accadendo? Dove sono finite le buone premesse annunciate in sede di presentazione del Codice degli Appalti? A certificare la stortura normativa sono le soglie di assegnazione dei lavori che si aggirano oltre il 40%. Il testo dell’emendamento approderà nelle prossime ore all’Ars, ma la prova d’Aula si annuncia impegnativa e complessa anche per l’oggettiva difficoltà legata al suo possibile inserimento all’interno della cornice legislativa nazionale del Codice degli Appalti: nel recente passato, infatti, simili tentativi hanno incassato lo stop dalla Corte Costituzionale.
“E’ necessario allora che maturi una netta e decisa volontà politica”: è stato il coro lanciato dai dirigenti della CNA, pienamente condiviso dalla platea, affollata da artigiani e imprenditori del settore. Così, per prevenire il rischio, serio concreto, che la proposta si traduca in carta straccia, la CNA ha suggerito una soluzione sì meno radicale ed efficace, ma ugualmente proficua. Si tratterebbe di reintrodurre la variabile in diminuzione, articolo 97 comma 2 lettera D, già presente nel Decreto Legislativo n° 50 del 2016 che manteneva contenute le soglie di aggiudicazione dei lavori con una forbice tra il 10 e il 20%. Da Alcamo, per sensibilizzare e sollecitare le Istituzioni, sia regionali che nazionali, è partita una petizione. Raccolte già le prime firme. L’iniziativa siciliana, per bocca del presidente nazionale di Cna Costruzioni, Enzo Ponzio, presente all’evento, è destinata ad essere replicata in altre parti d’Italia in modo da dare, in termini di rappresentanza sindacale, più forza e peso alla richiesta.
Al Focus hanno preso la parola l’Assessore regionale alle Attività Produttive, Mimmo Turano, e l’Assessore all’Economia, Gaetano Armao, i quali, anche loro preoccupati dell’attuale situazione, hanno assicurato l’impegno per verificare le possibili correzioni. Purtroppo l’Anac, invitata all’incontro, non ha risposto all’appello. Un’occasione perduta per ascoltare il grido d’allarme degli operatori di settore che, inermi, invocano che qualcosa cambi in fretta.
Gli attuali ribassi non potranno più garantire l’esecuzione delle opere a regola d’arte, la sicurezza nei cantieri e il lavoro regolare, determinando più contenziosi e, come già avvenuto in passato, lo stallo dei lavori pubblici. Dal canto suo, il vice presidente della Regione ha prospettato una impostazione nuova con l’Autorità Nazionale Anti Corruzione che “dovrà – ha detto – in Sicilia interloquire con il governo e con le imprese per ascoltare quelle che sono le richieste che arrivano dal territorio. Le scelte non possono essere subite in modo passivo”.
Entrambi gli esponenti della giunta Musumeci, assieme al deputato regionale Sergio Tancredi, hanno manifestato ampia apertura e disponibilità al confronto con la CNA su temi e scelte che riguardano il presente e il futuro del tessuto produttivo.
Al governo regionale è stato chiesto di dare priorità al lavoro, operando subito lo sblocco di quelle opere che dispongono già di un progetto definitivo. Ma che non vengono messe in gara per aspetti di natura burocratica. Nel corso della lunga mattinata sono stati sciorinati numeri e cifre che fotografano il trend, segnatamente negativo, che caratterizza il comparto nell’ultimo decennio. In fatto di investimenti pubblici, in Sicilia si è registrata una contrazione da 1,2 miliardi a 176 milioni, così come le gare, pubblicate sulla Gurs, sono passate da 1.238 a 121.
La relazione è stata curata dal segretario regionale di Cna Costruzioni, Maurizio Merlino, mentre le conclusioni sono state affidate al presidente nazionale della stessa Unione, Enzo Ponzio. Nel mezzo gli interventi di Luca Calabrese e Giuseppe Napolitano, rispettivamente presidente regionale di Cna Costruzioni e presidente regionale di Cna Installazione e Impianti, cui ha fatto seguito il contributo di Vittorio Schininà, segretario regionale di Cna Installazione e Impianti. Interessante anche l’intervento di Andrea Ciulla, avvocato, esperto in materia di appalti pubblici.
Il segretario della Cna Sicilia, Piero Giglione, nel suo intervento ha messo in luce l’importante attività svolta dalla Confederazione durante questa prima fase di gestione sotto la guida della nuova governance, non mancando però di sottolineare la difficoltà nel portare avanti un rapporto di incisiva interlocuzione con l’esecutivo di Palazzo d’Orleans. In apertura dei lavori, ai quali hanno aderito gli Ordini Professionali, in particolare quello degli Ingegneri e degli Architetti, i saluti del presidente territoriale di CNA Trapani, Paolo Amato, del sindaco di Alcamo, Domenico Surdi, e del presidente di Cna Sicilia, Nello Battiato.
Un prezioso contributo all’organizzazione dell’evento è stato offerto dalla Cna del territorio e dal portavoce dell’Unione “Costruzioni” Nino Maltese e dal portavoce dell’Unione “Installazione e Impianti” Rosario Maltese. Nel pomeriggio spazio poi al “b2b”, con l’incontro tra operatori e aziende fornitrici, e ad una interessante conferenza sull’internazionalizzazione dei mercati a cura di “Rete Punica”, i cui contenuti sono stati anticipati in chiusura della fase convegnistica dal segretario della Cna Trapani, Luigi Giacalone.
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