Ventiquattro ore di latitanza nascosto sotto il letto dell’abitazione che condivideva con la compagna. E’ quello che hanno scoperto i carabinieri di Valderice, nel Trapanese. E per questa bravata la misura cautelare nei suoi confronti si fa ancora più dura: finisce infatti dietro le sbarre. Accade ad un 33enne valdericino, che annovera oltretutto numerosi pregiudizi di polizia. A stabilire il trasferimento in carcere il tribunale di Trapani.

In pochi giorni due evasioni

L’uomo, per la seconda volta in pochi giorni, si era reso responsabile di evasione dagli arresti domiciliari a cui era stato sottoposto. Il provvedimento nei suoi confronti era scattato per non essersi fermato ad un posto di controllo e per aver danneggiato con calci l’autovettura di servizio dei militari che lo avevano fermato dopo la fuga. Per questa era arrivata la misura cautelare per lui, oltretutto anche la compagna per altro motivo si trovava ai domiciliari.

L’indomani si era dato alla macchia

Già il 33enne l’indomani della misura cautelare si era reso irreperibile. Era infatti uscito a piedi dalla propria abitazione. Dopo essere stato ricercato sul territorio, i carabinieri hanno eseguito un’ulteriore perquisizione nell’abitazione. E qui è stata fatta l’incredibile scoperta. Era stato trovato nascosto sotto il letto, nonostante la compagna avesse dichiarato che non aveva fatto rientro nell’abitazione. Il giovane è finito in carcere mentre la donna, che lo avrebbe aiutato ad eludere le ricerche, denunciata per favoreggiamento.

Il latitante scoperto per una foto

Altrettanto singolare fu anche l’arresto di qualche giorno fa avvenuto a Catania ai danni sempre di un latitante. I carabinieri di piazza Dante, a conclusione di un’attività investigativa, hanno individuato e arrestato il pregiudicato Carmelo Andrea Musumeci, 41 anni, appartenente al clan “Cappello”, irreperibile da circa un mese. L’uomo era destinatario di un ordine di carcerazione emesso dalla Procura generale della Corte d’Appello di Catania in quanto condannato ad anni 9, mesi 1 e giorni 10 di reclusione.Le accuse nei suoi confronti di associazione finalizzata al traffico di stupefacenti con l’aggravante mafiosa.

Era costantemente ricercato dallo scorso ottobre scorso, quando i carabinieri non lo avevano trovato nella sua abitazione, dove era sottoposto agli arresti domiciliari. Dal mondo del web che è arrivata la svolta nelle indagini. I carabinieri, con l’aiuto dei militari specializzati nel settore cyber crimes, hanno posto sotto la lente d’ingrandimento tutti i profili social della famiglia. Scoprendo un video nel quale si intravedeva fugacemente, in una sala degenza, una porzione del viso di Musumeci, insieme alla donna e al neonato. Dopo aver capito quale fosse la struttura sanitaria i carabinieri si sono appostati sino a che non hanno incastrato l’uomo.

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