Le organizzazioni sindacali continueranno la loro vertenza e chiederanno ai lavoratori part-time e ASU del Comune di Palermo in questa fase di mobilitazione di astenersi dalle attività extra contratto. I sindacati, dopo lo sciopero di ieri, tornano a chiedere un incontro al sindaco e incalzano il consiglio comunale. “Dalla politica aspettiamo una risposta. Il sindaco ieri ha fatto sapere che ci incontrerà dopo le festività natalizie – dicono i rappresentanti di Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl, Csa, Alba, Diccap, Cub Sicilia e Cobas – Al di là dell’indifferenza dimostrata finora dalle controparti, le organizzazioni sindacali auspicano che in sede di predisposizione del bilancio 2018 vengano appostate le risorse necessarie per incrementare le ore a tutti i lavoratori part-time e permettere all’amministrazione una efficace ed efficiente programmazione gestionale dei servizi”.

In una nota conclusiva diffusa in serata dopo lo sciopero di ieri, che ha registrato la massiccia adesione dei lavoratori part-time e precari del Comune, con la paralisi dei servizi pubblici, i sindacati rivendicano l’aumento delle ore e la stabilizzazione dei part-time e Asu. “Questi lavoratori – aggiungono le otto organizzazioni sindacali – non sono marginali e ininfluenti nella gestione amministrativa e lo sciopero di ieri lo ha dimostrato, con l’altissima adesione che ha portato alla consequenziale chiusura degli uffici, dei servizi, dei beni culturali, delle scuole, degli impianti sportivi, della polizia municipale e a tante altre disfunzioni arrecate ieri al Comune di Palermo”.

Nella nota è espresso il disappunto nei confronti dell’amministrazione comunale “insensibile non solo verso i lavoratori, ma soprattutto verso l’utenza cittadina, cui sono destinati i servizi comunali”. “Tranne l’impegno di una convocazione da inoltrare al sindaco, il Consiglio comunale – concludono Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl, Csa, Alba, Diccap, Cub Sicilia e Cobas – non è riuscito ad andare oltre. Hanno chiuso di fatto le porte in faccia a questo bacino di lavoratori. Ma noi andremo avanti riservandoci azioni di lotta ancora più incisive e attendendo una risposta”.