“Non conosco i dettagli della situazione e quindi non ne posso parlare, ma dico solo a Patrizio Cinque di stare tranquillo e di tenere duro. Il movimento sicuramente non mancherà di fargli avere un apporto. Ma non conosco il provvedimento”. Così Giancarlo Cancelleri, candidato governatore del M5s in Sicilia, a una manifestazione a Gallodoro, nel Messinese, con il vicepresidente della Camera, Luigi Di Maio commenta la notizia sull’indagine che vede indagato tra gli altri il primo cittadino di Bagheria. Gli fa eco il vicepresidente della Camera che sulla vicenda non si sbilancia “Ho avuto la notizia come l’avete avuta voi, quando siamo arrivati qui, a Gallodoro, quindi appena avremo maggiori dettagli potremo interessarci e intervenire”.

Parla invece  di dimissioni il candidato sconfitto alle elezioni del 2014 Daniele Vella: “Alla luce del provvedimento della magistratura che dispone l’obbligo di firma il sindaco di Bagheria Patrizio Cinque deve seriamente valutare le proprie dimissioni. Non si può amministrare una città avendo in capo un provvedimento così grave che toglie tempo, energie e serenità”.  “Solo le dimissioni e l’intervento di un commissario – aggiunge – possono ripristinare un clima che permetta al Comune di essere accompagnato al voto. Ad oggi possiamo dire che l’esperienza dei 5 Stelle nella più grande città della provincia di Palermo è fallita. Questa è l’ennesima prova dell’incapacità di governo di questo movimento, che predica l’onestà e inciampa troppo spesso sul rispetto della legge”.

Posizione garantista quella del Pd, il senatore Stefano Esposito scrive su Twitter”Sindaco Bagheria del M5s indagato, con obbligo di firma, per svariati reati legati alla gestione rifiuti. Noi siamo garantisti con tutti”.

“Speriamo che almeno la firma a cui il sindaco penta stellato viene obbligato dalla magistratura come misura cautelare venga rispettato con firme vere e non con le solite firme false”.

E’ sarcastico il commento del Sottosegretario Davide Faraone alla notizia, apparsa sulla stampa, di una indagine a carico del sindaco penta stellato di Bagheria Patrizio Cinque. Ma subito Faraone torna più che serio “Il nostro garantismo ci impone di aspettare che la magistratura faccia la sua indagine ma che i 5 stelle siano impreparati per amministrare le nostre città non deve certo dircelo la magistratura, lo vediamo tutti i giorni. Ovunque governino i cinque stelle si dimostrano quantomeno impreparati”.

Ma Faraone sottolinea anche la reazione scomposta di Cinque che parla di ‘inchiesta ad orologeria’.

“Dopo aver urlato ai quattro venti ‘onestà onestà’ e avere dichiarato appoggio alla magistratura, ora cambiano idea anche su questo e attaccano la magistratura che indaga su di loro. Un po’ la stessa cosa che hanno fatto ieri attaccando la ‘stampa da vomito’ sol perché racconta le loro faide interne, gli incidenti giudiziari, la scarsa capacità perfino di organizzare una elezioni primaria on line o di studiare le nome elettorali per la candidatura”

“Ancora una volta  una dimostrazione, se mai ce ne fosse stato bisogno, quantomeno della inadeguatezza dei 5 stelle” conclude Faraone.

A parlare sulla vicenda anche il Governatore Rosario Crocetta: “Non voglio speculare in termini politici ed elettorali rispetto ad un’inchiesta che riguarda il sindaco di Bagheria, che dovrà difendersi e che ha diritto di difendersi come tutti i cittadini. Ma con estrema chiarezza dico che l’onesta non è una cosa che si predica, ma si pratica. Soprattutto quando non si hanno avuto ruoli e semplice dire ‘sono onesto, sono pulito…”.

“Io credo che una riflessione va fatta, da un lato, sul Movimento Cinque Stelle, oggi i fatti di Bagheria, ci lasciano molto impressionati, e anche su cosa sta mettendo in campo il centro-destra in termini di liste. Io non voglio fare accuse personali a nessuno. – ha aggiunto – La politica personalistica non mi è mai interessata né amo parlare male dei miei rivali ma credo che il centro-sinistra rappresenti ancora oggi l’unica prospettiva possibile in una Sicilia che ve continuare a crescere anche per non perdere il lavoro di cinque anni”.

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