Il pensiero di Sara continua a vivere, entrando nelle aule d’esame. Non basta uno slogan per combattere davvero il femminicidio. La consapevolezza si costruire con gesti concreti, profondi ed educativi. Ne sono esempio i docenti della commissione d’esame dell’istituto di Istruzione secondaria superiore Francesco Ferrara di Palermo, che hanno scelto di proporre, durante la prova orale di maturità, un tema profondo e attuale: il femminicidio, affrontato attraverso le parole della giovane Sara Campanella, tragicamente uccisa tre mesi fa.

Parole potenti, piene di dignità e consapevolezza, come quella che più di tutte la rappresenta: “mi amo troppo per stare con chiunque.”

Per non dimenticare

A tre mesi dalla tragica scomparsa di Sara Campanella, la studentessa universitaria di 22 anni uccisa brutalmente nei pressi dello stadio San Filippo di Messina il 31 marzo scorso, la scuola si conferma come il luogo in cui si formano le coscienze delle nuove generazioni. Ma soprattutto, si fa istituzione viva, capace di promuovere una riflessione autentica e profonda su temi fondamentali come la violenza di genere e il valore della memoria.

Un atto di profonda umanità, frutto di una decisione condivisa, come ha spiegato la presidente della commissione d’esame, Mariangela Ajello, e dirigente del Liceo Classico Vittorio Emanuele II: “la nostra è stata una scelta pienamente condivisa in cui abbiamo voluto coniugare l’aspetto professionale con un forte messaggio educativo. Abbiamo voluto valorizzare i ragazzi, indurli ad una riflessione seria sulla violenza di genere – aggiunge – in questa scuola abbiamo ragazzi che provengono da Sri Lanka, Colombia, Bangladesh, di contesti globali diversi: questi ragazzi sono spugne. Hanno capito, hanno ascoltato e riflettuto”.

“Mi amo troppo per stare con chiunque” arriva fra i banchi di scuola

Decine di studenti si sono trovati di fronte ad una riflessione che può e deve smuovere i meandri della nostra coscienza. Un’iniziativa toccante ed educativa nata dall’impegno dei docenti, esterni ed interni all’istituto, attualmente impegnati agli esami di maturità presso l’IISS Francesco Ferrara.  Un momento che va oltre la valutazione scolastica e costituisce un’occasione di riflessione collettiva per trasmettere un messaggio forte: la memoria è resistenza.

A ricordare l’impegno costatante dell’istituto Ferrara nel promuovere la cultura del rispetto è stato Vincenzo Moscato, docente di Diritto e commissario d’esame interno: “Noi del Ferrara siamo sempre impegnati a sensibilizzare i ragazzi su questi temi. Ogni anno, per il 25 novembre, organizziamo un flash mob contro la violenza di genere. La studentessa a cui abbiamo sottoposto il tema è rimasta sorpresa, si è commossa ma ha subito trovato la forza di costruire un discorso critico e collegare tutto con maturità. Il colloquio è stato intenso anche per noi docenti, è stato un momento di crescita per tutti”.

L’abbraccio tra mamma Cetty e il professore Valentino Sucato

Il ricordo di Sara ha attraversato anche momenti più dolorosi, come ha raccontato emozionato il professore Valentino Pietro Sucato, originario di Misilmeri, e altro membro della commissione: “Il giorno in cui Sara è stata sepolta mi è stato chiesto di accompagnare i colleghi, arrivati da Napoli, del fratello di Sara. Ricordo vividamente un momento preciso: fui abbracciato dalla mamma di Sara che mi chiese di non dimenticarmi di lei. E io ho mantenuto la promessa”.

E’ stato immediato il profondo ringraziamento di Cetty Zaccaria, mamma di Sara, verso l’iniziativa: “Grazie per aver ricordato la nostra adorata Sara proprio in questo modo, insieme ai ragazzi, in un giorno tanto triste per noi ma molto importante e significativo per loro. Possa il messaggio di Sara essere d’amore per sé stessi e per gli altri, diventare la sua eterna eredità. Grazie per essere la “Voce di Sara”.

Una eredità morale

Il pensiero di Sara Campanella è entrato così nei corridoi della scuola, nella parole dei docenti e nelle emozioni degli studenti. Ad intervenire sull’importanza del ruolo fondamentale della scuola, è stato anche Giuseppe Mogavero, commissario esterno di Economia aziendale: “la scuola è un veicolo di umanità e coscienza civile. E’ un percorso lungo cinque anni in cui si cresce, si diventa cittadini. E in questa occasione, lo abbiamo visto chiaramente: abbiamo seminato consapevolezza”.