A partire da sabato 5 luglio nei negozi della Sicilia si potrà dare il via ai saldi estivi. Lo stabilisce un decreto dell’assessore regionale alle Attività produttive Edy Tamajo. La chiusura delle vendite di fine stagione è prevista il prossimo 15 settembre 2025.

Opportunità per il settore

“Anche quest’anno, in linea con la maggior parte delle regioni italiane, diamo la possibilità agli esercenti di avviare puntualmente i saldi – dice l’assessore Edy Tamajo -. Un’opportunità per il rilancio del settore: per le famiglie di risparmiare sugli acquisti e per i negozi di incrementare gli incassi e svuotare i magazzini. Il mio assessorato monitora l’andamento delle vendite e continua a promuovere iniziative per sostenere il commercio. Raccomandiamo sempre ai consumatori di fare attenzione alla qualità dei prodotti acquistati e ai commercianti di attenersi alle regole di trasparenza nella vendita e nella formulazione dei prezzi”.

Confimprese prevede una ripresa delle vendite

Secondo i dati di Confimprese Sicilia i saldi estivi, che iniziano sabato 5 luglio e andranno avanti fino al 15 settembre, dopo la forte contrazione durante la pandemia, registrano una ripresa trainata dal turismo e dalla spesa di prossimità, ovvero nei negozi fisici. C’è da valutare, però che questi restano penalizzati dalla concorrenza con l’e-commerce, da pratiche di vendite promozionali continuative e di fatto senza regolamentazione e da un quadro normativo disallineato.

“Il commercio fisico in Sicilia conserva un ruolo essenziale e strategico per l’economia locale – spiega il coordinatore di Confimprese Sicilia Giovanni Felice – Questo perché l’esperienza dell’acquisto nei negozi su strada è reale e diretto, ogni capo, calzatura o tessile casa si può toccare e provare prima. E poi, si può approfittare dell’esperienza e dei consigli dei titolari e degli addetti alla vendita. I siciliani poi sono da sempre abituati alla pratica del mercato e a cercare suggestioni nei negozianti di fiducia, sotto casa o nel proprio quartiere. Nel negozio fisico, come nei mercatini, i siciliani possono fidarsi della merce perché hanno a che fare con i negozianti. Serve un quadro normativo più equilibrato per garantire condizioni paritarie, contrastare pratiche sleali e sostenere il tessuto economico dei centri urbani. Ci vogliono regole più eque”.