Ciro Lomonte
Ciro Lomonte è laureato in Architettura e appassionato di storia e arte della Sicilia, dal 2009 è docente del Master di II livello in Architettura, Arti Sacre e Liturgia presso l’Università Europea di Roma.
Giovedì 10 luglio 2025
È il primo giorno di un nuovo Festino di S. Rosalia. Mi sento stranamente euforico, quasi stessi vivendo un sogno ad occhi aperti. Oppure si tratta di un’emozionante percezione onirica. Sto sognando sul serio, perché mi sembra tutto troppo bello per essere vero.
Corro agli uffici dell’Edilizia Privata. Prendo la metropolitana a Ruggero I. Che fermata artistica, rifinita nei dettagli, persino le viti dei passamano! Aspetto un solo minuto e arriva il nuovo convoglio. Esco da un’altra stazione, Guglielmo II, anche questa firmata. I vecchi incroci fra via Alcide De Gasperi e viale Strasburgo, via De Gasperi e via Ausonia, sono un brutto ricordo. Le strade della città nuova seguono sinuosamente l’orografia palermitana, formando piazze, percorsi ciclabili, aree per i bambini, canali d’acqua. Le case sono da cartolina, con i loro rivestimenti in intonaco Li Vigny e i tetti rivestiti di coppi. Danno pace al solo guardarle. Come il funzionario architetto che mi accoglie nell’ufficio preposto ai permessi di costruire. In pochi minuti mi spiega meticolosamente il da farsi e mi congeda cortesemente.
Fuori c’è aria di festa. In tutta la città si stanno svolgendo manifestazioni artistiche per celebrare la Santuzza. Anche così i palermitani manifestano l’orgoglio di essere palermitani. Coincidenza vuole che, dopo il tramonto di oggi, in cielo ci sia il primo plenilunio dell’estate astronomica, la cosiddetta “Luna del Cervo”. Il satellite della Terra è completamente illuminato dalla luce solare ed è visibile in tutto il mondo, con quel sorprendente colore arancio fuoco. Il soprannome si deve ai nativi americani, che per primi collegarono il fenomeno astronomico alla fauna: luglio è il mese in cui avviene la ricrescita dei palchi dei cervi maschi, caduti con l’inverno.
Venerdì 11 luglio 2025
Alle 9:00 di mattina prendo un treno veloce per Licata. Alla Stazione Centrale mi attende Piero Accardi, un caro amico, maestro argentiere. Il treno sfreccia sulle rotaie luccicanti. Fa caldo, ma le alture tutte diverse delle due province che attraversiamo sono protette dall’ombra dei boschi di faggi, di carrubi, di castagni, di querce. Il corso del fiume Imera è ingrossato dalle acque di numerosi rivoli torrentizi.
Giungiamo a Licata, dove ci attende una delegazione della Confraternita di S. Angelo martire. L’urna del santo carmelitano è stata già sapientemente restaurata da Piero. Adesso fervono i preparativi per la festa del 17 agosto, con la caratteristica corsa frenetica, urna in spalla. I devoti della città vogliono lanciarsi in una nuova avventura, molto siciliana: commissionare una statua d’argento di S. Angelo – a grandezza naturale – per le prossime feste. Una bella sfida. Dobbiamo studiarla. Potrebbe essere cava, cesellata, come l’Immacolata Concezione di S. Francesco, a Palermo. Oppure un simulacro ligneo rivestito di lamine argentee decorate.
Ci offrono un rinfresco a base di prodotti tipici della zona. Ci riaccompagnano al treno. In un batter d’occhio ritorniamo a casa, un po’ a malincuore, perché di contemplare i paesaggi ai lati dei binari non ci si stanca mai.
Sabato 12 luglio 2025
Mi dirigo al laboratorio Accardi, in via del Parlamento. Com’è possibile? Tutti i palazzi, le chiese, le case, del centro storico sono tornati allo splendore della fine del Settecento. Dovunque si nota una armoniosa convivenza di casa e putìa. Botteghe e negozi occupano tutti i piani terra. I locali di ristoro sono pochi e molto eleganti. Le strade sono pulite e ordinate. Dappertutto si incontrano stranieri molto rispettosi, che fanno domande, con una voglia evidente di relazionarsi con i palermitani e di capirne l’indole. Non c’è traccia di delinquenza, per il semplice fatto che c’è traccia di benessere ovunque. Il centro storico è di nuovo vivo, popoloso, ricco di bambini e ragazzi che possono giocare in vicoli e cortili.
Gli artigiani ed i commercianti hanno decorato le rispettive chiese, aprendole al pubblico per il Festino. Hanno pure costruito archi di trionfo effimeri, con storie delle antiche maestranze. Antiquari che stimo hanno realizzato apposta un ciondolo prezioso con simboli legati a S. Rosalia. Si sente l’aroma del cibo di strada. Le gelaterie sono in piena attività e profumano di frescura. La cucina siciliana è una gioia per gli occhi e per il palato, anche quando trasforma risorse estremamente povere o di scarto in prelibatezze sfiziose, come i babbaluci di questo periodo festivo, insaporiti con il pik pak. Piero ed io siamo attesi da alcuni panini con le panelle, sfavillanti per le gocce di olio caldo sulla superficie dorata. Favoriscono il protrarsi del dialogo sulle opere artigianali alle quali stiamo lavorando.
Domenica 13 luglio 2025
Gli artisti continuano ad esibirsi in vari angoli della città. Ci sono processioni e cantastorie dovunque. Non esistono periferie in questa Palermo. Non c’è più lo ZEN, per esempio. Adesso c’è un meraviglioso quartiere autosufficiente, S. Filippo Neri, ricco di verde e di attrezzature per la vita civile. I giovani arrivano qui da fuori per trascorrere qualche ora in locali di grande qualità. Le insulæ di Gregotti sono sparite, le case sono belle, vi si mescolano diversi ceti sociali.
In serata vado ad accogliere mio fratello, che torna con moglie e figlia da una vacanza in Puglia. Ha fatto il viaggio con un comodo pullman su autostrade in ottimo stato, godendo di paesaggi mozzafiato, boschi che scendono dai crinali fino quasi a lambire gli arenili. Lo accompagno a recuperare Lucky, la sua piccola labrador, ospitata in questi giorni in un efficiente centro servizi comunali. Poi passiamo a salutare mia madre, che – nonostante la venerabile età – ci attende sempre con notevole trepidazione, come se fossimo ancora bambini. In realtà vorremmo essere noi quelli sempre attenti alla sua salute. Ma adesso l’assistenza sanitaria è eccellente e il personale dei presidi territoriali e degli ospedali è sempre disponibile. S. Rosalia ci ha protetto dalla peste nei secoli scorsi. Adesso vigila sulla qualità delle cure prestate a piccoli e grandi.
Lunedì 14 luglio 2025
È arrivato il grande giorno della sfilata storica. Palermo è stata sempre, sin dalla sua fondazione come emporio marittimo, una città intrinsecamente teatrale e i suoi abitanti sono sempre stati dei formidabili attori, abitualmente allegri e socievoli. La stessa conformazione urbanistica della città è stata teatrale, in modo specifico dopo il Cinquecento. Il ritrovamento dei resti mortali della Santuzza vissuta nel XII secolo è avvenuto nel 1624, in un’epoca di grandi cantieri architettonici e urbanistici. Pertanto il Festino è stato concepito come una grande rappresentazione teatrale a cielo aperto.
Il Carro su cui sfila l’immagine di S. Rosalia parte da Palazzo Reale. quest’anno è un’enorme biga trainata da monumentali cavalli da tiro. La Santa tiene le redini con lo sguardo rivolto al Cielo, in atteggiamento supplicante. Sul retro della biga alcuni adolescenti vestiti da angeli lanciano sulla folla petali di rose e di gigli profumati. Il Carro è preceduto da due imbarcazioni trainate da muli, sulle quali sono sistemati due cori di voci bianche, pronti a cantare melodie composte per l’occasione. Attori e musicisti si fermano davanti alla Cattedrale per un primo spettacolo dedicato alle forme di peste contemporanea, scritto – come il resto – da un geniale autore teatrale che ha studiato a fondo la storia della Santa. La seconda tappa è ai Quattro Canti (il Teatro del Sole). Qui si affacciano dai balconi alcuni attori che simulano dispute violente. Arrivata la Santa si placano e cominciano a collaborare. La nuova sindaco sale sul Carro e lancia il proclama: «Palermo vuole vivere! Palermo sa che S. Rosalia è viva!». I carri proseguono fino a Porta Felice, mentre si succedono gli spettacoli in vari angoli del centro storico.
Arrivati alla marina, la cui linea di costa è tornare ad essere il bordo della strada, procedono fino a Porta dei Greci. Il popolo trattiene il fiato, in attesa della sorpresa di quest’anno. Di lì a poco emergono dalle acque alcune balene artificiali, che lanciano dalle bocche e dagli sfiatatoi i fuochi artificiali. I giochi pirotecnici compongono figure e scritte, in ossequio al libretto dell’autore del momento. Lo stupore è alle stelle. Sembra quasi che gli spettatori siano rimasti incantati e ammutoliti, senza forze per invocare la masculiata finale. I bambini soprattutto sono estasiati e lanciano gridolini di gioia ad ogni guizzo delle balene.
C’è chi segue i botti dal nuovo porto della città. Eliminate le pesanti strutture minimaliste che nascondevano il mare alla vista dal nuovo viale Quarantotto, la passeggiata su prati e banchine permette di ammirare il panorama del golfo inalando grandi folate di aria salmastra. C’è odore di carta velina bruciata. Hanno ricostruito egregiamente il Castello a Mare. Hanno fatto rinascere pure S. Maria di Piedigrotta. Hanno riedificato il rione Castello a Mare.
Martedì 15 luglio 2025
Oggi tocca all’Arcidiocesi. Si succedono le messe dedicate alla Santuzza. Il Pontificale presieduto dall’Arcivescovo è un capolavoro di arte liturgica. L’urna si trova da una settimana davanti alla cattedra del presule. Ciò che gratifica molto la vista è che la Cattedrale sia stata quasi del tutto restituita all’antico splendore, togliendo le sovrastrutture neoclassiche costruite alla fine del Settecento. Sono riemerse in tutta la loro bellezza le arcate ogivali in calcarenite, poggiate con apparente leggerezza sui gruppi di quattro colonnine. È stata ripristinata la maestosa Tribuna del Gagini. La basilica siculo normanna di Gualtiero Offamilio appare sfolgorante alla luce del sole che fa capolino dalle finestre ogivali del fianco meridionale. Sul trono che fu degli Altavilla siede il rappresentante del Governo Siciliano. Un coro di voci bianche, angeliche, sottolinea i momenti salienti della liturgia. Una folla straripante, dentro e fuori la Cattedrale, segue con raccoglimento la celebrazione, in attesa di esplodere nei canti di tripudio dedicati alla Santuzza alla fine della messa.
Nel tardo pomeriggio si svolge la processione ordinata dell’urna, dalla Cattedrale a piazza Marina. Ordinata ma debordante. Solo di seminaristi e sacerdoti giovani la fila è interminabile. Per non parlare delle confraternite e delle rinate maestranze. L’urna è una gioia per gli occhi e per la meditazione. Il capolavoro del 1631, realizzato da argentieri abilissimi su disegno dell’arch. Mariano Smiriglio, è stato accuratamente restaurato, reinserendo le piccole statue in fusione mancanti. Sul palco di piazza Marina l’Arcivescovo sottolinea il valore redentore della bellezza, quella che passa attraverso la Croce come nel caso dell’esilio volontario di Rosalia, quella che trasfigura ogni semplice gesto quotidiano in servizio gioioso a Dio ed alle anime, quella che si nutre della grazia attraverso la frequenza ai sacramenti, quella che sa aiutare i propri simili ad andare oltre la propaganda subdola del demonio.
Mercoledì 16 luglio 2025
Le luci dell’alba mi svegliano dolcemente asciugando il sudore di un sonno agitato. Nella mia mente si sono composti in modo imprevedibile ricordi dei fatti dell’ultima settimana e desideri coltivati da lungo tempo. Eppure sembrava tutto così reale! Mi affaccio al balcone del tredicesimo piano e rivedo il caos che per alcune ore avevo dimenticato. Costruzioni amorfe dappertutto, la Conca d’Oro ricoperta da colate di calcestruzzo armato, buche vistose nelle strade, tracce di violenza obbrobriosa causata dalla povertà e dal disagio sociale.
È stato solo un bel sogno. Mi viene voglia di tornare a dormire. Ma… è la soluzione migliore? Mi rendo conto che c’è ben altro da fare. Riprendere a sognare, ad occhi aperti però. Darsi da fare, ognuno quel che può, affinché il sogno si realizzi. Palermo può essere la bellissima capitale della Sicilia che tanti sogniamo. Sapendo coniugare amore per il suo passato glorioso, di città felicissima, con tutte le innovazioni necessarie alla vita di oggi. Sì, conviene continuare a sognare!
Questo contenuto è stato disposto da un utente della community di BlogSicilia, collaboratore, ufficio stampa, giornalista, editor o lettore del nostro giornale. Il responsabile della pubblicazione è esclusivamente il suo autore. Se hai richieste di approfondimento o di rettifica ed ogni altra osservazione su questo contenuto non esitare a contattare la redazione o il nostro community manager.


Commenta con Facebook