Ultime ore per salvare 387 posti di lavoro. Dopo il verbale negativo chiuso lunedì sera al Ministero del lavoro è calato il silenzio da parte delle istituzioni nella vicenda degli addetti al centralino Covid di Palermo e Catania per i quali l’ultima cassa integrazione scade domani.
Lo scontro fra sindacati che ha fatto irrigidire la Regione
Nonostante il progetto della Regione che dovrebbe partire il 1 dicembre con la nascita del centralino 116117 nel quale impiegare questi lavoratori (o almeno una parte consistente di essi) il sindacati hanno detto no alla proposta di 4 mesi di ulteriore cassa integrazione (sarebbe stata l’ottavo periodo) seguiti da incentivi all’esodo per i quali l’azienda Almaviva metteva sul piatto circa 4 milioni di euro.
Un no che ha fatto scattare l’ira del Presidente della Regione Renato Schifani ma che non riguarda tutte le parti sociali. C’è una spaccatura profonda fra sindacati. Il no netto è di Cgil e Uil mentre da due giorni Cisl e Ugl lanciano appelli.
Le speranze tradite
La vertenza riguarda 387 lavoratori siciliani ma anche ma anche alcuni decine distribuite fra Campania, Lazio e Lombardia. In Sicilia, però, c’è il progetto del centralino 116117. In questa ottica, secondi Cisl e Ugl, è fondamentale tenere in vita il ramo d’azienda in crisi attraverso la proroga della Cassa Integrazione fino al 30 novembre. Questa proroga, oltre al sostegno al reddito delle famiglie, manterrebbe le condizioni per l’assunzione di almeno 200 dei 387 nel progetto 116117 con tutte le agevolazioni previste per l’suo di personale proveniente da ree di crisi. Gli altri potrebbero essere riassorbiti nel progetto di digitalizzazione dei servizi in corso di avvio.
Ma in assenza di proroga della Cig, verrebbe meno l’intero percorso e il progetto in fase di avvio farebbe a meno dei lavoratori di quest’area
L’ultimo appello
Oggi le due sigle “rivolgono un ultimo responsabile appello a tutte le Parti coinvolte nella Vertenza Almaviva Contact alla vigilia della scadenza della procedura di licenziamento collettivo, prevista per il 31 luglio 2025. Siamo di fronte a un momento catastrofico e drammatico per 387 lavoratrici e lavoratori siciliani, che a partire dal 1° agosto rischiano di perdere ogni speranza di ricollocazione, vedendo compromesso in modo irreversibile il proprio futuro lavorativo e familiare”.
Riaprite quel tavolo al Ministero
“Oggi, nel tentativo di superare ogni divisione, sentiamo il dovere morale e civile di rivolgerci direttamente a tutti gli attori coinvolti nella vertenza invocando senso di responsabilità e rispetto per la dignità delle persone coinvolte. Chiediamo con forza l’urgente riapertura del Tavolo Ministeriale affinché ognuno riveda le proprie posizioni per addivenire ad una soluzione condivisa che possa mettere in sicurezza il futuro di tutti i lavoratori”.
Serve responsabilità sociale
“Una decisione che rappresenterebbe un atto di responsabilità sociale e consentirebbe di dare continuità al percorso di ricollocazione, già avviato grazie all’impegno della Regione Siciliana e degli Assessorati competenti. Siamo consapevoli che si tratterebbe di un ulteriore tentativo da parte di tutti perché riteniamo che, salvaguardare il futuro di 387 famiglie siciliane, sia un gesto doveroso e coerente con la storia delle relazioni industriali che hanno contraddistinto il dialogo tra le parti – Sindacati, Istituzioni Regionali e Azienda”.
“Chiediamo un ultimo gesto di apertura. Un segnale di umanità e responsabilità. Un’opportunità per non spezzare definitivamente il filo di speranza che tiene in vita il cuore e la dignità di queste famiglie”.






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