Bandite i concorsi, i professionisti per ricoprire quei posti ci sono già e sono formati. E’ un appello quello che parte dalla categoria degli infermieri senza passare da nessuna organizzazione ed è rivolto alla Regione dopo le polemiche sul rischio di perdere 40 milioni di euro dei fondi PNRR e mancare l’obiettivo di ben 1600 assunzioni e dell’avvio di un servizio previsto dalla riforma.
La Regione ha avviato il primo corso al Cefpass
A 24 ore dall’allarme lanciato proprio sul rischio di perdere fondi per 40 milioni e ben 1600 assunzioni per l’inesistenza della figura dell’infermiere di famiglia richiesta dalla rimodulazione della sanità, la Regione siciliana ha risposto annunciando che,m pur se non si tratta di un master, i corsi ci sono.
Un corso attivato al Cefpas, in partenza gli altri
“Sulla creazione della figura dell’infermiere di famiglia e di comunità la Regione Siciliana non è stata ferma, anzi ha già avviato un ciclo formativo attraverso il Cefpas. Il primo corso è partito a giugno e nelle prossime settimane ne saranno attivati altri che permetteranno, entro dicembre 2025, a circa 600 infermieri di completare la formazione specifica”.
I corsi sono stati attivati con l’intervento dei dipartimenti regionale dell’assessorato Salute “Il programma formativo è stato elaborato dal Cefpas, il centro regionale di formazione specialistica sanitaria – spiega Faraoni – su mandato dei dipartimenti Asoe e Pianificazione strategica, in attuazione della Missione 6 del Pnrr. Gli infermieri di famiglia e di comunità svolgeranno il proprio ruolo nei distretti sanitari (case di comunità, cot, ospedali di comunità e unità di continuità assistenziale) e rappresenteranno una figura professionale centrale nel processo di assistenza a livello territoriale”.
Non è necessario un master
Secondo l’assessore, inoltre, non serve una qualifica di livello master “Al momento – conclude l’assessore – i processi di reclutamento non possono prevedere il possesso obbligatorio di alcun master: questo sarebbe, infatti, un requisito specifico in più rispetto a quanto previsto dalle norme”.
Ma i master sono previsti nei protocolli, conferma l’assessore “È solo Agenas ad aver fornito le linee di indirizzo per gli infermieri di famiglia, riconoscendo i master come titolo preferenziale per i concorsi ma stabilendo che tale funzione può essere ricoperta anche da personale che ne è privo, purché abbia sostenuto percorsi formativi specifici “di tipo regionale”. In conformità alle direttive Agenas la Regione ha avviato i processi di formazione per la nuova figura”.
L’appello dei professionisti già formati
Ma secondo i professionisti del settore la mancanza di formazione in Sicilia non è un ostacolo e i professionisti già formati nel settore in realtà esistono, Ci sono da anni.
Lo racconta a BlogSicilia Miriam Serena Marano che dice della sua esperienza e di fatto lancia un appello “Sono una professionista con 13 anni di servizio, ho il master in infermiere di famiglia da 10 anni, ovviamente un titolo che sono riuscita a ottenere fuori dalla Regione Siciliana. Questo non vuol dire che non esistono professionisti col titolo perché per fortuna esistono le università in altre regioni e anche università on line”.
L’assenza delle figure professionali, dunque, non deve essere una scusa per non bandiere i concorsi ” Mi sembra corretto diffondere questa notizia e far capire che la nostra formazione è in continua crescita e chi vuole crescere può farlo. Mi sembra una scusa bella e buona la mancanza di formazione in Sicilia. I posti possono essere occupati. Basta la volontà. Forse non conviene a qualcuno” conclude Marano.
Bene ma non basta per Gennuso (FI)
“Prendo atto delle dichiarazioni dell’assessore Faraoni sulla formazione degli infermieri di famiglia e comunità, ma è fondamentale che la Regione investa in questa figura professionale strategica per il benessere delle nostre comunità” dice oggi Riccardo Gennuso, deputato regionale di Forza Italia.
“Ricordo che già nel marzo 2023 ho presentato un disegno di legge specifico per istituire formalmente questa figura, regolandone ruoli, competenze e funzioni. Su questo tema occorre maggiore energia e un atteggiamento più propositivo da parte di tutti. Per questo auspico che il Governò sostenga in Assemblea Regionale un approccio operativo che porti ad approvare il disegno di legge già presentato, una proposta concreta per dare struttura normativa a un servizio essenziale. L’infermiere di comunità rappresenta un pilastro importante per una sanità di prossimità efficace, lavorando insieme ai medici di famiglia, ai pediatri e alle altre figure sanitarie territoriali”.






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