Giovanni Pizzo

Ex assessore della Regione Siciliana, scrivo su vari quotidiani. Laureato in economia e commercio

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Cosa può sintetizzare la sub cultura dello ZEN? L’ignoranza. Gaetano Maranzano aveva la licenza elementare, e in quel quartiere, come in altri, la dispersione scolastica è da record europeo. Ma un fatto istituzionale fa capire dove origina o fin dove arriva questo rifiuto culturale. L’altro giorno l’assemblea regionale siciliana, scritto in minuscolo, ha bocciato il prestito d’onore universitario. Lo ha bocciato all’unanimità, cosa rara. La qual cosa è anche un messaggio politico, non solo al governo, i mal di pancia sono chiari, ma al corpo elettorale. Non esistono pluralità di vedute, il sale della democrazia e della politica, nessuna differenza tra maggioranza e opposizione. 

Cosi però si alimenta quasi esclusivamente la non politica, e quindi l’astensione. “Nessun giovane siciliano – diceva Schifani- deve rinunciare agli studi per le sue condizioni economiche”, ed aveva sostanzialmente ragione. Stiamo parlando di una norma che vige da moltissimi anni in quasi tutte i paesi europei, e registra il grado di investimenti in futuro e cambiamento di una comunità. Bene, no malissimo, per la commissione cultura dell’assemblea siciliana questo finanziamento da 10 milioni, pochi, ma era almeno un inizio, per almeno mille studenti potenziali, quei soldi non servono. Gli studi per loro li devono sostenere le famiglie, per chi non ha soldi si arrangi. I soldi della “cuttura” vanno solo a “sasizze” e sagre paesane, quelle portano voti, i laureati diventano snob e non ci votano più, loro pensano, se hanno gli occhiali critici della formazione. Il popolo deve rimanere ignorante. Infatti allo ZEN e nelle altre periferie, ad alto tasso di analfabetismo e di dispersione scolastica, votano compatti, sempre per il vincitore di turno, indipendentemente che sia di destra o di sinistra. 

Le scuse per la bocciatura ci sono, ci sono sempre, alcune tecniche, altre politiche, vedi quelle della deputata Chinnici, solo che in questo caso gridano vendetta al cospetto di Dio. Perché hanno il senso del “non cogghio e non faccio cogghiere”, per parlare in pietra, soprattutto ora con un’emergenza ignoranza peggiore della Siccità in Sicilia. La norma era fatta male? È una costante da tempo. Era perfettibile? Ovviamente. Ma le norme sono generaliste, non possono e non devono approfondire tutto. A questo pensano i decreti, le circolari dirigenziali, e soprattutto l’esperienza sul campo delle norme, che possono dare risultati diversi da quelli che ci attendeva. L’altro giorno il messaggio era meramente politico, noi pensiamo alle nuove generazioni escluse e investiamo soldi su di voi. Ma non era possibile, troppo bello per essere vero.

Altro che Next Generation Ue, di cui si sono perse le tracce di progetti del PNRR. L’unica mossa che poteva fare la commissione “cuttura” era solo triplicare l’investimento, e fare la parte anche lei di dare una mano alle aree del disagio, magari aprendo uno sportello informativo che convincesse qualche giovane diplomato in quei ghetti, che la politica siciliana ha creato, ad affrontare un percorso di studi superiori, non costringendolo a portare subito il pane a casa, e non gravando sulle spalle già precarie di quelle famiglie. È proprio la sub cultura e l’ignoranza, l’impossibilità di intravedere percorsi alternativi, che genera i Maranzano dell’Olivella. Tutti compatti a chiedere presenza, e soldi ovviamente, dallo Stato, ma quando i soldi li gestiscono loro, “roba loro”, non arriva nulla per quello che è il più importante investimento sociale per uscire dalla povertà culturale, forse primaria rispetto a quella economica in Sicilia. Se fosse stato solo un problema tecnico o amministrativo non ci sarebbe stata l’unanimità, di maggioranza ed opposizione, ma il problema è più ampio, più intellettivo, intellettuale sarebbe un iperbole, che politico. Anche perché se si voleva migliorare il testo di legge c’era sempre l’aula, ma no. La cultura, la formazione dei giovani va bloccata sul nascere, non sia mai che perdiamo elettori “schifiati” dal nostro livello di ignoranza della rappresentanza. Cosa ignorano i nostri onorevoli? Che sono rappresentanti di un popolo, che se non cresce, culturalmente, decresce. L’accademia della Crusca gli può facilmente spiegare che Ignoranza e Violenza non sono sinonimi, ma parole gemellate, camminano insieme a braccetto.

 

 

 

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