La Procura di Brescia indaga per corruzione in atti giudiziari: Giuseppe Sempio avrebbe versato fino a 30 mila euro all’ex procuratore Venditti. Nuove perquisizioni e accertamenti tecnici in corso.

A diciotto anni dall’omicidio di Chiara Poggi, spunta un nuovo nome tra gli indagati: quello del padre di Andrea Sempio.
La Procura di Brescia ha, infatti, iscritto Giuseppe Sempio nel registro degli indagati per corruzione in atti giudiziari. Insieme a lui risulta indagato anche Mario Venditti, ex procuratore aggiunto di Pavia.

Secondo le ipotesi investigative, Sempio avrebbe versato tra i 20 e i 30 mila euro nel 2017 per ottenere l’archiviazione della posizione del figlio, all’epoca sospettato per l’omicidio di Chiara Poggi a Garlasco.
L’inchiesta, aperta formalmente dalla procura bresciana, si sta ora concentrando sull’analisi di dispositivi sequestrati, documenti e appunti rinvenuti nelle abitazioni dei due indagati.

Una nuova indagine che cambia la prospettiva

Fino a oggi, il nome di Giuseppe Sempio era emerso solo marginalmente nel contesto del caso Garlasco. Ma con la notifica ufficiale dell’iscrizione nel registro degli indagati — avvenuta ieri, 30 ottobre, secondo quanto confermato da fonti investigative — il quadro cambia radicalmente.

Si rafforza l’ipotesi che, nel 2017, non ci sia stato solo un favore processuale, ma un possibile scambio illecito tra pubblico ministero e privati cittadini.
Nel mirino c’è l’archiviazione della posizione di Andrea Sempio, che all’epoca fu sollevata dal ruolo di indagato nell’omicidio Poggi.

L’appunto sospetto: “Venditti gip archivia per 20.30 euro”

Un dettaglio emerso durante le perquisizioni dello scorso 26 settembre 2025 ha messo in allarme gli inquirenti.
Nell’abitazione di Giuseppe Sempio è stato trovato un appunto scritto a mano con una frase precisa: “Venditti gip archivia per 20.30 euro”. Una nota che, secondo la Procura, potrebbe essere la chiave per dimostrare un passaggio di denaro illecito. Sempio, però, si è difeso sostenendo che si trattava di un promemoria per le spese legali passate, non di un riferimento a tangenti.

I dispositivi sequestrati e gli accertamenti forensi

Per verificare la validità di questa e altre ipotesi, i magistrati bresciani hanno autorizzato accertamenti tecnici irripetibili su computer, smartphone e supporti elettronici sequestrati a entrambi gli indagati.

Le operazioni di estrazione dei dati — comprese le informazioni eventualmente cancellate — sono previste per il 3 novembre 2025 nello studio dell’informatico Matteo Ghigo, a Pinerolo (Torino).
Le analisi dureranno almeno 45 giorni e sia Sempio che Venditti potranno nominare consulenti tecnici di parte.

Un’inchiesta che punta a ricostruire i rapporti tra le parti

Già nei mesi scorsi, gli atti relativi all’inchiesta lasciavano intendere una possibile catena corruttiva.
La posizione dell’ex magistrato Mario Venditti, ora indagato come presunto corrotto, ha aperto inevitabilmente la porta all’individuazione di un presunto corruttore.

E proprio per questo, la Procura di Brescia ha rivolto lo sguardo ai familiari di Andrea Sempio, oggi formalmente coinvolti nell’indagine.

Resta ora da chiarire se il presunto pagamento sia stato un’iniziativa spontanea di Giuseppe Sempio o — come ipotizzano alcune fonti investigative — il frutto di una richiesta esplicita da parte del magistrato.
Nel secondo caso, l’accusa potrebbe cambiare da “corruzione” a “concussione”, un reato che prevede una dinamica in cui l’autorità pubblica impone o sollecita il pagamento.

Lo sapevi che…?

  • Il reato di corruzione in atti giudiziari può essere punito con pene fino a 12 anni di carcere.
  • La concussione, se accertata, è un reato ancora più grave perché implica un abuso di potere da parte del pubblico ufficiale.
  • L’archiviazione di Andrea Sempio nel 2017 suscitò da subito dubbi in alcuni ambienti giuridici e mediatici.
  • Le copie forensi dei dispositivi elettronici sono strumenti fondamentali nelle indagini complesse: permettono di recuperare dati cancellati, messaggi criptati e tracce di movimenti finanziari.
  • Il caso Garlasco ha ispirato libri, documentari e dibattiti per oltre 15 anni, ed è uno dei più analizzati nei corsi di criminologia in Italia.