La riforma del bonus da 500 euro per gli insegnanti introduce novità importanti: nuove categorie ammesse, utilizzo allargato e ritardi nella piattaforma. Ma i fondi potrebbero non bastare per tutti.

Ogni anno, migliaia di insegnanti italiani attendono l’accredito della Carta del Docente, lo strumento ideato per sostenere la loro formazione professionale. Ma nel 2025, questo bonus – finora dato quasi per scontato – cambia pelle, platea e forse anche valore.

La nuova Carta del Docente, ridefinita dal Decreto Legge 127/2025, apre a nuovi beneficiari e nuovi utilizzi, ma porta con sé dubbi e criticità. Il rischio concreto è che, pur aumentando le risorse complessive, il bonus individuale venga ridimensionato, soprattutto per far fronte all’ampliamento della platea dei destinatari.

Una svolta inclusiva: il bonus anche ai precari al 30 giugno

La prima e più rilevante novità riguarda l’estensione del bonus ai docenti con supplenza fino al 30 giugno, una conquista attesa da anni e ora diventata realtà grazie alla spinta della Corte di Giustizia dell’Unione Europea, che nel luglio scorso aveva sollecitato l’Italia a riconoscere parità di trattamento ai precari. Fino allo scorso anno, infatti, solo i docenti con incarichi fino al 31 agosto avevano diritto alla Carta del Docente. Oggi, invece, anche i supplenti “fino al termine delle attività didattiche” rientrano tra i beneficiari. Una scelta che interessa una platea molto ampia, stimata in oltre 180 mila persone, tra insegnanti a tempo determinato, personale educativo e posti in deroga sul sostegno (Fonte: Il Fatto Quotidiano).

Una misura, dunque, dall’impatto sociale significativo, che mira a colmare una disparità di trattamento ormai considerata ingiustificabile.

Riconoscimento doveroso, ma le risorse non bastano

Tuttavia, come spesso accade quando si allarga il raggio d’azione di un provvedimento senza aumentare proporzionalmente i fondi disponibili, le prime conseguenze potrebbero ricadere sugli stessi beneficiari.

Come ha spiegato Fanpage.it, l’ampliamento della platea potrebbe ridurre l’importo individuale del bonus, che finora era fissato a 500 euro annui per ogni docente. I sindacati temono una diminuzione di almeno 100 euro a persona, stima che trova conferma anche nelle dichiarazioni del coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, Vito Carlo Castellana, secondo cui «ci sarà probabilmente un 20% in meno di bonus».

A oggi, i fondi complessivi disponibili ammontano a circa 400 milioni di euro, suddivisi tra i diversi livelli di istruzione. Ma secondo fonti del Ministero, il governo ha previsto un incremento delle risorse, seppure non ancora quantificato, per potenziare le finalità della Carta e sostenere corsi di formazione gestiti direttamente dalle scuole.

Più flessibilità: ora si può usare anche per treni, voli e abbonamenti

L’altra grande novità introdotta dal Decreto 127/2025 riguarda l’ampliamento delle spese ammesse. Oltre all’acquisto di libri, corsi e strumenti didattici, da quest’anno il bonus potrà essere utilizzato anche per acquistare biglietti aerei, ferroviari e abbonamenti ai trasporti pubblici.

Una misura pensata per facilitare la partecipazione dei docenti a eventi formativi, master e congressi fuori sede, ma che ha sollevato interrogativi sulle modalità di controllo. Al momento non è ancora chiaro come il Ministero intenda verificare che i viaggi siano realmente legati ad attività professionali, e non a fini personali o di svago (Fonte: Brocardi.it).

Anche l’acquisto di hardware e software subisce una regolamentazione più rigida: tablet e PC potranno essere acquistati solo ogni quattro anni, rendendo meno flessibile la gestione autonoma del budget.

Una piattaforma bloccata e il malcontento dei docenti

Se da un lato la riforma porta novità importanti, dall’altro i ritardi nella sua attuazione stanno creando forte disagio nel mondo della scuola. Per la prima volta dalla sua introduzione nel 2015, la piattaforma per accedere alla Carta Docente è ancora bloccata a novembre, e l’attivazione è rinviata al mese di gennaio 2026. Il motivo, come ha spiegato la sottosegretaria all’Istruzione Paola Frassinetti, è di natura tecnica: «La definizione dei beneficiari sarà possibile da gennaio di ogni anno, dopo aver individuato i supplenti fino a fine delle attività didattiche».

Una giustificazione che i sindacati giudicano inaccettabile. Secondo Gianna Fracassi, segretaria della FLC CGIL, «è del tutto incomprensibile che il Mim debba attendere gennaio per conoscere il numero dei nuovi beneficiari del bonus», dal momento che i dati sono già noti e accessibili.

A peggiorare la situazione, il fatto che il Ministero non abbia pubblicato i dati statistici sull’avvio dell’anno scolastico, alimentando la percezione di una gestione inefficiente e poco trasparente.

Tra diritti acquisiti e mancanza di programmazione

Molti docenti, soprattutto quelli precari, avevano fatto affidamento sul bonus per aggiornare le proprie competenze o partecipare a iniziative formative, e si sentono ora penalizzati da una burocrazia che rallenta anziché sostenere il loro percorso professionale.

I sindacati denunciano che la Carta Docente è diventata ostaggio di una mancanza di visione, laddove invece sarebbe necessaria una strategia chiara di valorizzazione del personale scolastico, specialmente in un contesto di crescente complessità come quello attuale. Anche per questo motivo, sebbene le novità introdotte vadano nella direzione di un maggiore riconoscimento dei diritti, la loro applicazione concreta lascia molti dubbi.

Lo sapevi che…?

  • La Carta del Docente è stata introdotta nel 2015 con la legge 107, meglio nota come “La Buona Scuola”.
  • Fino al 2024, i precari con contratto al 30 giugno erano esclusi dal bonus, nonostante svolgessero lo stesso lavoro dei colleghi a tempo indeterminato.
  • Ogni docente ha un proprio borsellino elettronico su una piattaforma dedicata, dove può spendere il bonus in modo tracciato.
  • In media, oltre 80% degli insegnanti utilizza il bonus ogni anno, soprattutto per l’acquisto di libri e corsi online.
  • Le nuove norme prevedono anche controlli più severi sull’utilizzo del bonus, per evitare abusi o spese non pertinenti.

FAQ – Domande frequenti

  • Chi ha diritto alla Carta del Docente nel 2025?
Ne hanno diritto tutti i docenti di ruolo, quelli con contratto fino al 31 agosto, e – novità del 2025 – anche i supplenti con contratto al 30 giugno e il personale educativo.
  • A quanto ammonta il bonus quest’anno?
Formalmente resta di 500 euro, ma con l’allargamento della platea potrebbe essere ridotto. Si ipotizza un calo di circa 100 euro, ma non è ancora ufficiale.
  • Da quando sarà disponibile la Carta?
Secondo il Ministero, la piattaforma sarà attiva da gennaio 2026, dopo l’individuazione della platea definitiva.
  • Cosa posso acquistare con il bonus?
Libri, corsi, strumenti digitali (tablet, PC ogni quattro anni), abbonamenti ai trasporti pubblici e biglietti per treni e aerei legati alla formazione.
  • Posso usare il bonus per un viaggio personale?
No. I viaggi devono essere giustificabili come parte di un’attività formativa o professionale. Su questo punto, però, si attendono chiarimenti operativi.