La bufera politica scaturita dall’indagine sui presunti appalti truccati in Sicilia non esime il Comune di Palermo. C’è anche un candidato (non eletto) al Comune fra le intercettazioni iniziate nel m2022 durante la campagna elettorale per Palazzo delle aquile che ha preceduto quella per Palazzo d’Orleans. Ci sono anche discorsi su opere che riguardano la città. Per questo le opposizioni hanno chiesto al sindaco Roberto Lagalla di riferire in aula ma lui, il primo cittadino, ha scelto una lettera aperta per chiudere una vicenda che a Palermo è passata solo di striscio.

Carmelo Miceli non ci sta

Non ci sta il consigliere Carmelo Miceli che in queste ultime settimane è molto attivo sul fronte d’opposizione al sindaco e oggi risponde a sua volta con una lettera aperta sui social.

“Nonostante la gravità dei fatti che stanno investendo la Città, piuttosto che accettare l’invito dei Consiglieri comunali a venire in Aula, il Sindaco di Palermo ha affidato la Sua posizione ad una lettera diffusa a mezzo stampa. Un metodo per nulla istituzionale – scrive Miceli che continua-   mi vedo costretto a replicare con lo stesso mezzo”. Così diffonde sui social un video nel quale legge la sua lettera al sindaco

La lettera aperta

“Per la portata dei fatti che stanno investendo la politica isolana, per l’importanza del ruolo che ella riveste mai mi sarei aspettato di vederla fuggire dall’aula del Consiglio comunale, di vederle rifiutare il confronto istituzionale e di vederla nascondersi dietro una lettera intrisa di ovvietà e frasi di circostanza” scrive Miceli.

“Una lettera priva di qualsivoglia indicazione di azioni concrete, che si presta agevolmente ad essere interpretata come un ultimo sbilenco tentativo di nascondere un sistema di comando. Non uso volutamente i termini di governo o di amministrazione che, si badi bene, al Comune di Palermo rischia di essere opaco. Quanto alla Regione nella lettera ella si batte il petto asserendo di volere alzare la guardia e sostenendo, senza offrire elementi concreti, che se c’è del marcio al Comune, questo va imputato alla precedente amministrazione. Augurandomi che tali elementi sono stati quantomeno offerti all’autorità giudiziaria cui mi permetto di ricordarle, è obbligato a riferire per legge eventuali circostanze illecite apprese in costanza di mandato, mi lasci dire che, signor Sindaco, sta pervicacemente provando a non fare i conti con ciò che la riguarda direttamente e durante la sua gestione e non di altri che si è verificato che il dettaglio su bandi per l’assegnazione di beni confiscati siano stati conosciuti prima dai suoi consiglieri comunali e da questi messi a disposizione dei cittadini presso le proprie segreterie politiche”.

L’attacco sulle variazioni di bilancio

“Sono state la sua Giunta e la sua maggioranza consiliare a proporre e approvare variazioni di bilancio che hanno consentito di pubblicare bandi ad hoc per il trasferimento di somme regionali ad associazioni e soggetti predeterminati per la realizzazione di eventi che, salvo al momento in cui il bando veniva pubblicato, si erano già ottenuti”.

“È sempre la sua giunta che elargisce migliaia di euro a pioggia, a decine di associazioni e confraternite per migranti, con somme che per legge si dovrebbero utilizzare soltanto per infrastrutture o per la neutralizzazione del costo dei rifiuti per i cittadini. Tutto questo e tanto altro è accaduto e continua ad accadere con la sua amministrazione”.

“Fatti dei quali lei si ostina a non voler parlare – conclude Miceli – lasciandoci davanti ad un silenzio che si presta ad essere interpretato come una omissiva complicità”.