Il colesterolo LDL, spesso definito “cattivo”, è da decenni sotto accusa per il suo ruolo chiave nello sviluppo delle malattie cardiovascolari, prima causa di morte nel mondo. Ma una nuova molecola, l’enlicitide, potrebbe presto cambiare il paradigma del trattamento.

Una pillola da assumere una volta al giorno, semplice come un’aspirina, ma potente come i più avanzati anticorpi monoclonali iniettabili. È questa la promessa dell’ enlicitide decanoato, un innovativo inibitore orale di PCSK9 che ha dimostrato, negli studi clinici di fase 3, una riduzione fino al 60% del colesterolo LDL. Un risultato che, se confermato in fase di approvazione, potrebbe segnare una svolta per milioni di pazienti nel mondo.

Cos’è l’enlicitide e perché se ne parla

Enlicitide è una molecola di nuova generazione, sviluppata dai laboratori Msd (Merck & Co. negli USA), pensata per colmare un vuoto terapeutico importante: offrire l’efficacia degli anticorpi monoclonali – oggi somministrati per via iniettiva – in una forma orale più comoda e accessibile.

“Enlicitide è stato ideato per offrire l’efficacia e la specificità degli anticorpi Pcsk9 in una forma semplice: una compressa facile da assumere”, ha spiegato Dean Y. Li, presidente dei Laboratori di ricerca Msd, durante il congresso dell’American Heart Association 2025, svoltosi a New Orleans.

Come funziona l’enlicitide

A differenza degli anticorpi monoclonali, che sono grandi proteine non assorbibili per via orale, l’enlicitide è un macropeptide chimicamente stabile, capace di resistere agli enzimi digestivi e all’ambiente acido dello stomaco. Questo gli consente di essere assorbito per via intestinale e di raggiungere il fegato, dove esercita la sua azione.

In termini pratici, blocca l’interazione tra la proteina PCSK9 e i recettori delle LDL, impedendone la degradazione. Così facendo, aumenta il numero di recettori disponibili per “ripulire” il sangue dal colesterolo LDL.

I risultati degli studi clinici

I risultati degli studi Coralreef Lipids e Coralreef HeFh sono incoraggianti:

  • Nei pazienti affetti da o a rischio di malattia cardiovascolare aterosclerotica (Ascvd), già in terapia o intolleranti alle statine, enlicitide ha portato a una riduzione del colesterolo LDL del 55,8%, arrivando fino al 59,7% in una ri-analisi post-hoc alla 24ª settimana.
  • In pazienti con ipercolesterolemia familiare eterozigote (HeFh), la riduzione è stata del 59,4% rispetto al placebo, con un mantenimento dell’effetto per un anno.

Il farmaco ha ridotto anche altri parametri associati al rischio cardiovascolare:

  • Colesterolo non-HDL: -53%
  • Apolipoproteina B (ApoB): -50%
  • Lipoproteina(a): -28%

La sicurezza? Paragonabile al placebo: effetti collaterali gravi nel 10% dei pazienti trattati con enlicitide contro il 12% del gruppo di controllo.

Un’opportunità per la prevenzione, anche per le donne

Le malattie cardiovascolari non sono un problema esclusivamente maschile. Anzi, dopo la menopausa, il rischio per le donne aumenta drasticamente, fino a superare quello degli uomini in età avanzata.  In questo scenario, il colesterolo LDL resta un nemico silenzioso ma pericoloso. L’accumulo di placca nelle arterie, fino alla rottura che può causare infarto o ictus, è favorito da alti livelli di LDL.

Da qui l’importanza di interventi preventivi efficaci. L’enlicitide, se approvato, potrebbe diventare un alleato semplice e potente, in grado di semplificare i protocolli terapeutici e migliorare l’aderenza al trattamento.

Un nuovo strumento nella lotta all’aterosclerosi

“Le malattie cardiovascolari rappresentano la principale causa di morte a livello globale – ha aggiunto Dean Y. Li – e siamo entusiasti di poter offrire una nuova potenziale soluzione per contribuire a contrastare questa epidemia”.

Anche il prof. Alberico Luigi Catapano, presidente della Società Italiana per lo Studio dell’Aterosclerosi (SISA), sottolinea come l’enlicitide rappresenti “un approccio innovativo all’inibizione di PCSK9 nella terapia ipolipemizzante, aprendo nuove prospettive per il trattamento personalizzato dei pazienti ad alto rischio cardiovascolare”.

Enlicitide: quando sarà disponibile?

Al momento, l’enlicitide non è ancora disponibile in commercio. Si tratta di un farmaco sperimentale, i cui dati sono stati presentati nel 2025 durante le Scientific Sessions dell’AHA. La sua approvazione dipenderà dai risultati finali degli studi clinici e dalle valutazioni delle autorità regolatorie. Tuttavia, l’entusiasmo è palpabile. In un panorama in cui la compliance terapeutica è spesso messa a rischio da trattamenti complessi o iniettabili, una pillola giornaliera efficace potrebbe rappresentare un cambio di passo decisivo.

Lo sapevi che…?

  • Solo 1 persona su 4 con colesterolo alto raggiunge i livelli target di LDL con la sola dieta o le statine.
  • L’ipercolesterolemia familiare colpisce 1 su 250 persone e aumenta di oltre 10 volte il rischio di infarto precoce.
  • La PCSK9 è stata scoperta solo nel 2003, ma oggi rappresenta uno dei bersagli più promettenti della medicina cardiovascolare.
  • A differenza di altri farmaci, enlicitide non viene degradato dallo stomaco, grazie alla sua struttura chimica avanzata.

FAQ – Domande frequenti

  • Cos’è l’enlicitide?
È un farmaco sperimentale orale che inibisce la PCSK9, riducendo in modo marcato il colesterolo LDL.
  • Chi potrà usare l’enlicitide?
Pazienti ad alto rischio cardiovascolare, comprese persone con ipercolesterolemia familiare o intolleranti alle statine.
  • È già disponibile in farmacia?
No, è ancora in fase sperimentale. L’approvazione potrebbe arrivare nei prossimi anni.
  • Quali sono i vantaggi rispetto ai farmaci esistenti?
È una compressa, quindi evita le iniezioni, ed è progettata per essere efficace come i monoclonali anti-PCSK9.
  • Quali sono gli effetti collaterali?
Simili al placebo negli studi clinici: circa il 10% ha avuto effetti collaterali gravi, contro il 12% del gruppo di controllo.