Nei reparti di malattie infettive e pneumologia, il clima non è dei più tranquilli. “I nostri ospedali sono già pieni di casi di polmonite”, ha dichiarato Matteo Bassetti, direttore delle Malattie infettive del policlinico San Martino di Genova. Il suo non è solo un monito, ma un invito a prestare attenzione a un problema che ogni anno torna a colpire con forza, soprattutto con l’arrivo della stagione fredda.

Secondo i dati diffusi, in Italia si registrano almeno 150mila ricoveri e oltre 9mila decessi annuali per polmonite. Numeri che parlano da soli e che fanno della diagnosi precoce un passaggio essenziale per salvare vite.

Cosa sta succedendo negli ospedali

Negli ultimi giorni, i pronto soccorso e i reparti di medicina interna stanno vedendo un flusso crescente di pazienti con sintomi respiratori gravi. “Sono molti anche i casi impegnativi, che vanno gestiti naturalmente da mani esperte”, spiega Bassetti. E sottolinea un punto fondamentale: “Bisogna lavorare bene sulla fase di diagnostica, perché sapere di avere una polmonite virale o batterica è molto diverso per quanto riguarda la gestione”.

È un dettaglio che può sembrare tecnico, ma che fa la differenza tra un trattamento efficace e uno inefficace. Una polmonite virale, ad esempio, non può essere curata con antibiotici, mentre quella batterica sì. Ma come riconoscerle?

Sintomi e segnali da non sottovalutare

La polmonite è un’infezione polmonare che può colpire in modo localizzato o diffuso, a seconda del tipo di agente patogeno. I sintomi principali? Tosse, febbre, spossatezza e soprattutto difficoltà respiratoria.

“Il primo sintomo – ribadisce Bassetti – riguarda l’insufficienza respiratoria, cioè la dispnea, la difficoltà a respirare.” In genere, la tosse può essere secca se l’infezione è di tipo virale o interstiziale, oppure grassa – con espettorato – se è di natura batterica. Tra gli altri segnali, dolore toracico o alla schiena, febbre alta, brividi e un senso generale di stanchezza profonda.

Le diverse forme di polmonite

Non tutte le polmoniti sono uguali. Esistono infatti varie forme, e ciascuna ha caratteristiche precise:

  • Polmonite lobare: localizzata in una porzione del polmone, spesso causata dallo streptococcus pneumoniae (pneumococco), per il quale esiste un vaccino.
  • Polmoniti interstiziali: colpiscono il tessuto connettivo polmonare, possono essere bilaterali e sono spesso di origine virale. Il Covid-19, ad esempio, ha mostrato al mondo quanto possano essere gravi queste forme.
  • Polmonite da legionella: causata da batteri presenti in ambienti umidi, come impianti di condizionamento o docce non sanificate.
  • Polmoniti da micoplasma o clamidia: dette anche “atipiche”, colpiscono spesso i più giovani e possono avere un decorso meno classico.

Diagnosi: perché è fondamentale intervenire presto

“Fare una diagnosi precisa è fondamentale per evitare complicazioni”, ribadiscono gli specialisti. Spesso i sintomi della polmonite vengono confusi con quelli di una semplice influenza o di un raffreddore. Ma la differenza sta nella gravità della dispnea e nella persistenza della febbre.

Gli strumenti diagnostici includono:

  • Radiografia del torace
  • TAC polmonare nei casi più complessi
  • Emocromo e analisi del sangue
  • Esami dell’espettorato

Solo con un quadro chiaro si può decidere la terapia corretta, che può includere antibiotici, antivirali o, nei casi più gravi, l’ossigenoterapia.

Cosa fare e cosa evitare

La gestione della polmonite non può essere affidata al fai-da-te. Una volta compresa la natura dell’infezione, è il medico a stabilire il trattamento più adatto. Gli esperti sconsigliano fortemente di assumere antibiotici senza prescrizione: “Non solo è inutile in caso di virus, ma contribuisce anche al fenomeno dell’antibiotico-resistenza”, spiega un approfondimento su Il Messaggero.

Cosa è bene evitare:

  • Non ignorare i sintomi per più di 48 ore.
  • Non automedicarsi, specialmente con farmaci non prescritti.
  • Non sottovalutare la stanchezza: potrebbe essere un segnale del sistema respiratorio affaticato.

Chi è più a rischio

Le categorie più vulnerabili sono ben note:

  • Anziani (over 65)
  • Persone con malattie croniche (asma, BPCO, diabete)
  • Immunodepressi
  • Bambini piccoli
  • Pazienti oncologici

Per queste persone, la prevenzione diventa ancora più importante, sia attraverso i vaccini (come quello contro il pneumococco), sia evitando ambienti affollati durante i picchi stagionali.

Lo sapevi che…?

  • La legionella non si trasmette da persona a persona, ma per inalazione di micro-gocce d’acqua contaminata.
  • Il vaccino contro lo pneumococco è raccomandato gratuitamente agli over 65.
  • Anche i giovani adulti possono sviluppare forme gravi di polmonite atipica.
  • Il clima freddo non causa direttamente la polmonite, ma abbassa le difese immunitarie, facilitando l’infezione.
  • Alcune forme di polmonite si sviluppano dopo l’influenza, per il cosiddetto “danno da virus” alle vie respiratorie.

Perché ascoltare l’allarme di Bassetti

Le parole di Matteo Bassetti arrivano in un momento delicato: l’autunno è entrato nel vivo e, con esso, il rischio di infezioni respiratorie. La polmonite non è una malattia da sottovalutare. Anche se nella maggior parte dei casi si guarisce con la giusta terapia, può diventare molto grave, soprattutto se ignorata o curata male. In un’Italia dove si registrano oltre 9.000 decessi all’anno per polmonite, la prevenzione e la diagnosi precoce sono armi decisive. Prestare attenzione ai segnali del proprio corpo, rivolgersi al medico ai primi sintomi e non affidarsi al fai-da-te può fare la differenza.

FAQ – Domande frequenti sulla polmonite

  • Quali sono i sintomi principali della polmonite?
Tosse, febbre, difficoltà a respirare, dolore toracico, spossatezza.
  • La polmonite è contagiosa?
Dipende dall’agente patogeno. Quelle virali e batteriche possono trasmettersi da persona a persona.
  • Come si cura la polmonite?
Con farmaci specifici, prescritti in base al tipo di polmonite (antibiotici, antivirali, cortisonici).
  • Cosa devo fare se ho sintomi sospetti?
Rivolgiti subito al medico o al pronto soccorso, soprattutto se hai difficoltà respiratorie.
  • Il vaccino è consigliato?
Sì, soprattutto per gli over 65 e le persone fragili. Esiste anche il vaccino antinfluenzale, utile per prevenire complicanze.