Sconcerto e dolore: sono i sentimenti che animano gli amici più stretti di Salvo Campisi, il 50enne siracusano, travolto da un’auto sulla A18 mentre era in attesa dei soccorsi per via della foratura alla sua macchina.
Uomo noto in città
Un personaggio noto a Siracusa, la sua famiglia ha una lunga storia legata all’imprenditoria agricola. Al dramma si aggiunge una drammatica circostanza: l’uomo, che lascia due figli, aveva da poco compiuto 50 anni. Tantissime le testimonianze delle persone che lo conoscevano, un amico intimo, sui social, ha raccontato di averlo sentito poco prima di quel tragico impatto.
L’ultima telefonata
“E resta, inciso nel cuore, quell’ultima telefonata – scrive l’amico – di oggi pomeriggio: probabilmente sono stato io l’ultimo che hai sentito. Prima di chiudere ti ho detto “ti voglio bene, Salvo” e tu mi hai risposto “anche io ti voglio bene”. Quelle parole ora sono un sigillo, un addio inconsapevole, ma anche la prova che l’amore non si spegne neppure davanti alla morte”
Il tragico incidente
Quell’automobilista, forse una persona anziana, non si sarebbe accorto del 50enne siracusano che stava attendendo il carro attrezzi per spostare la sua macchina, in prossimità del casello di San Gregorio. Per il conducente, si aprirà un’inchiesta per omicidio stradale.
La passione per l’Etna
Aveva tante passioni Salvo Campisi, tra cui l’Etna: ci andava spesso come ricordano gli amici, anzi uno dei suoi amici più cari. “Sei stato strappato – racconta sui social – ai tuoi figli che erano la tua unica ragione di vita, ai tuoi genitori che non si danno pace, a tutti noi che ti volevamo bene senza condizioni. Non ci hai lasciato: ti hanno portato via.
Eppure, dentro questa tempesta, resta la tua luce. Resta il ricordo di chi eri: un amico che cercava spesso rifugio sull’Etna, che sapeva stare in silenzio ma anche donarsi agli altri. Resta il tuo sorriso, la tua presenza che non si spegne”






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