Giovanni Pizzo

Ex assessore della Regione Siciliana, scrivo su vari quotidiani. Laureato in economia e commercio

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È tornato il “Pizzo” che piace ai siciliani, che fuor di allusioni personali, è l’ex presidente Musumeci, oggi ministro della Protezione civile e del Mare. E come le maree è tornato a parlare schietto, l’ha messa piatta, come si suol dire, al raduno catanese di FdI. In Sicilia, dice Musumeci, sono tornate le vecchie logiche spartitorie e clientelari unite al consociativismo parlamentare. Ce l’ha evidentemente con il quadro emerso dalla maxi inchiesta sulla politica della Procura di Palermo, su Cuffaro ed una presunta associazione di sodali intenta a spartire poltrone e commettere reati. Solo che Nello Musumeci non circoscrive ai democristiani l’accusa. Parla di un sistema atavico e consolidato, per cui o uno si affilia o ne viene escluso e messo fuori. Cosa che imputa alla sua estromissione dalla carica di presidente della regione, caso rarissimo nel centrodestra dalla regola che il vincente non si cambia. Lui invece no, è stato rifiutato. Da chi? Dal sistema che lui accusa. Lo fa, il Jaccuse, con nettezza e forza davanti a colui, il presidente Schifani, che è stato il beneficiario della sua estromissione, e che ha la maggioranza mezza indagata, inoltre presente è il presidente dell’Ars, Gaetano Galvagno, che è colui che ha portato in porto tre finanziarie, in un parlamento che Musumeci taccia di consociativismo. Lui è differente, distante e diverso da tutto ciò, e invita le truppe ad imitarlo, a non piegarsi a queste pratiche, e a fare la differenza nell’isola. Una richiesta di appoggio esterno al governo sarebbe stata più morbida, ma Nello Musumeci tutto è fuorché morbido. Taglia carne ed ossa, mozza orecchi a chi non vuol sentire, sguaina la durlindana al posto del fioretto. Qualcuno potrebbe pensare che è cominciata la campagna elettorale anticipata, per cause giudiziarie, e chi ha da sciabolare colpisca, e pure pesante, perché si sa che chi di spada ferisce di spada perisce. Pertanto il fioretto è totalmente inutile. Il “Pizzo”, immagine riguardante l’acconciatura della sua barba, che “quannu parra struppìa” è tornato, ed è subito sera nella falsa pace della maggioranza.

 

 
 

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