Nessun patto o accordo per vincere la gara per il servizio di ausiliarato bandito dall’Asp di Siracusa.

L’interrogatorio dei rappresentanti della Dussmann

Marco Dammone e Mauro Marchese,  funzionario commerciale e rappresentante legale della Dussmann coinvolti nell’inchiesta sulla corruzione della Procura di Palermo, nel corso dei loro interrogatori di garanzia davanti al gip di Palermo, hanno escluso di aver voluto avvicinare il direttore generale dell’Asp di Siracusa, Alessandro Caltagirone, attraverso la mediazione di Totò Cuffaro, per assicurarsi il servizio, poi ottenuto per un valore di circa 20 milioni di euro, quanto per far presente al manager di avere subito un pessimo trattamento dal suo predecessore che avrebbe avuto simpatie per un’altra azienda.

Il ruolo di Cuffaro

Insomma, gli indagati, che come fa sapere la Dussmann non fanno parte della società, peraltro non coinvolta nell’inchiesta,  avrebbero chiesto pari condizioni, per questo si sarebbero avvalsi dell’aiuto di Cuffaro, come “referente politico”, che conosceva bene Caltagirone.  La tesi di Dammone è stata sostanzialmente confermata da Marchese, il quale ha ammesso di avere contattato Vito Raso per un appuntamento con Cuffaro con cui si è incontrato il 19 febbraio del 2024.

I pessimi rapporti con l’ex Dg dell’Asp di Siracusa

All’ex presidente della Regione, avrebbe detto di essere interessato alla gara ponte per l’ausiliarato dell’Asp di Siracusa  manifestando la sua soddisfazione per il ruolo di Caltagirone al vertice dell’azienda sanitaria siracusana visto che con il precedente, Salvatore Lucio Ficarra, avrebbe avuto “una serie di contrasti”.

Le richieste di Cuffaro

Lo stesso Marchese ha confermato di aver ricevuto da Cuffaro alcune richieste in merito all’aumento del monte ore di due dipendenti, che, secondo la Procura, sarebbero alla base del patto corruttivo legato all’appalto all’Asp di Siracusa. Il rappresentante della Dussmann, sul punto, ha, però, precisato che non si sarebbe affatto trattato di uno scambio, in quanto l’ex presidente della Regione avrebbe posto la questione senza alcuna pressione ma come una possibilità: “se me la puoi fare la fai”.