E’ allarme sangue nel Siracusano per via della mancanza di sacche necessaria per la raccolta. E’ quanto emerge in una nota di un medico inviata ai vertici dell’Asp di Siracusa, tra cui al commissario straordinario Chiara Serpieri, che ha preso posto di Alessandro Caltagirone, autosospesosi dall’incarico dopo l’inchiesta sulla corruzione della Procura di Palermo.
Il problema nella zona sud del Siracusano
Secondo quanto emerge in questa relazione, la richiesta delle sacche sarebbe riconducibile al 6 novembre scorso e tra le zone maggiormente penalizzate c’è quella sud del Siracusano, servita dall’ospedale unico Avola- Noto. A quanto pare, questi contenitori così indispensabili non se ne troverebbero più nei locali della farmacia del presidio ospedaliero.
Raccolta sangue fino ad un massimo di 3 giorni
Il tempo corre, perché, stando ad alcune attendibili fonti sanitarie, sarebbero rimaste solo una decina di sacche che, conti alla mano, potranno garantite la raccolta di sangue fino ad un massimo di 3 giorni. Una situazione molto difficile che starebbe costringendo le associazioni a rallentare le loro attività con conseguenze anche per la struttura sanitaria.
L’importanza del servizio
La raccolta e il lavoro di sangue e componenti ematici garantiscono sia l’autosufficienza provinciale sia il supporto alla regione siciliana per alcuni emocomponenti.
I dati del 2024
Secondo quanto riportato da fonti ufficiali, tra cui l’Asp e l’Ansa, nel 2024 nella provincia di Siracusa sono state 19.858 le sacche di sangue intero raccolte e lavorate. In merito alle terapie trasfusionali effettuate sono stati 3.352 i trattamenti, inclusi 161 per i pazienti talassemici mentre i donatori attivi e periodici sono stati oltre 18 mila.
I numeri comprendono donazioni gestite attraverso i centri trasfusionali dell’Asp e le associazioni di volontariato presenti in quasi tutti i comuni della provincia, oltre al comune di Scordia (CT) ricompreso nell’area trasfusionale di Siracusa.






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