“Il Vinitaly 2024 è stato lo specchio della condizione che la vitivinicoltura siciliana – e più in generale italiana – vive allo stato attuale. Vantiamo l’indiscussa eccellenza pur diminuendo il numero di produttori siciliani che partecipano al prestigioso appuntamento Questo ci convince sempre più dell’urgenza di dare attuazione alle richieste che Confcooperative Sicilia ha avanzato al tavolo dell’Assessorato regionale all’Agricoltura la settimana scorsa”. A dichiararlo, di ritorno da Verona, è Alessandro Chiarelli, delegato per le Questioni Agricole di Confcooperative Sicilia, che insieme al funzionario di Confcooperative-Fedagripesca Pino Ortolano ed al Presidente della Cooperativa Cantine Europa, Nicolò Vinci, ha partecipato al confronto sulla crisi agricola alla Regione.

La tabella di marcia prevede sempre e con forza la definizione di alcuni provvedimenti, tra cui il cosiddetto “Svuota Cantine”, attraverso il quale si dia sostegno alle cantine sociali siciliane, che vanno verso la vendemmia con importanti quantità di vino rosso invenduto. Serve un intervento dello Stato. “Non siamo per la distillazione- puntualizza Chiarelli. Vediamo di buon occhio, però, soluzioni come la creazione di un Banco Alimentare o una Bilancia dei Pagamenti con i cereali. Il mondo del vino in Sicilia annaspa, pur avendo potenzialità pressoché infinite, inesplorate, che ci possono proiettare verso modelli di sviluppo turistico che, con un’agricoltura sana, con una Sicilia ordinata e non devastata dalle fiamme, non può che incrementare in maniera esponenziale il numero di presenze, l’interesse dei visitatori verso questa terra”.

“La nostra Organizzazione – dichiara Nino Accetta, Presidente di Confcooperative Fedagripesca Sicilia – non pensa soltanto ai “paesaggi” da presentare, ma a servizi che, grazie ad una sinergia, possono essere erogati da cooperative che, in rete forniscano prodotti freschi agli alberghi o che, con i loro canali, offrano al turista colazioni o pranzi”.

“Deve risultare chiaro che non abbiamo un’alternativa- aggiunge il Delegato per le Questioni Agricole- Questo settore, con il suo Pil, non si può sostituire con nient’altro. Se falliamo, fallisce la Sicilia”.

Confcooperative Sicilia intravede spiragli positivi. Lo è ad esempio il primo “si” registrato all’Assessorato all’Agricoltura, grazie alla sensibilità del suo dirigente generale Dario Cartabellotta che si è fatto portavoce della giunta di governo, ed ha aperto alla possibilità di attingere in maniera più agevole utilizzando una risorsa che altrimenti viene addirittura sprecata per poi risultare carente, un paradosso che può essere superato utilizzando le acque reflue dei Comuni e delle città siciliane, adeguatamente depurate. Questa operazione consentirà di affrontare la crisi senza abusi, in piena regola e con tempi celeri. Una chiave di volta suggerita dalla Confederazione e su cui la Regione sarebbe pronta a ragionare. “Certamente costoso -dice Chiarelli- il sollevamento delle acque, ma esistono tecnologie, fotovoltaiche o eoliche, già utilizzati dai fondi di investimento mondiali della nostra isola e a cui il settore pubblico potrebbe attingere per risolvere definitivamente le grandi difficoltà di oggi e del futuro per via della mancanza di piogge. “Vogliamo una Sicilia ridente e coltivata- conclude Chiarelli- non un paesaggio lunare, né una landa deserta”. Confcooperative Sicilia torna a richiedere con determinazione una moratoria valida anche sugli obblighi della Pac – da liquidare quest’anno per intero- almeno per un anno. La richiesta è inoltre quella di far si che tutti i diritti di reimpianto che scadevano nel 2023 e nel 2024 vengano messi a portafoglio per almeno tre anni. “Contiamo sull’intervento della Regione Siciliana, con il presidente Renato Schifani e l’intera giunta regionale, nonché sull’autorevole ed illuminata figura del Dirigente Generale Dario Cartabellotta, che sa bene interpretare le necessità dell’agricoltura siciliana”.

Luogo: Palermo

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