Come anticipato qui, il Consiglio dei Ministri ha approvato un bonus di 100 euro destinato ai lavoratori dipendenti con redditi medio-bassi.

Dopo le detrazioni fiscali, però, l’importo netto del bonus sarà di circa 80 euro, come confermato da fonti del Ministero dell’Economia e delle Finanze. Quindi, sarà tassato del 23% e sarà devoluto solo una volta.

Questo beneficio economico è rivolto a coloro che hanno un reddito totale annuo inferiore a 28.000 euro, che sostengono almeno un figlio e il coniuge, o che appartengono a famiglie monoparentali.

Il bonus sarà corrisposto direttamente dal datore di lavoro entro gennaio 2025, basandosi sul reddito guadagnato nel corso del 2024.

Le reazioni

Valentino Valentini, vice ministro delle Imprese e del Made in Italy, a SkyTg24: il bonus “in valore assoluto sicuramente non è un intervento sconvolgente, ma l’attenzione che dobbiamo porre ai conti pubblici ci induce ad essere molto cauti. Il governo continua sulla strada di mantenere il potere di acquisto, soprattutto dei più fragili, dando un segnale, ma consapevoli del fatto che sono finiti i tempi delle vacche grasse”.

Matteo Renzi, senatore e leader di Italia Viva a Metropolis, sul sito di Repubblica: “Da un lato ci sono 80 euro netti per 10 milioni di famiglie e che per tutti mesi per 10 anni vengono dati. Dall’altra c’è un’ipotesi con Meloni che evoca 100 euro lordi una tantum, se si fa richiesta e con un reddito sotto i 28mila euro e se si hanno familiari a carico: quello di Meloni non è un bonus, è un malus. Quella nostra era un cosa seria”.

Elena Bonetti, vicecapogruppo di Azione – Per alla Camera: “Tra le tante storture del bonus dei 100 euro promesso dal Governo per il prossimo mese di gennaio una è particolarmente grave e segna uno scandaloso arretramento ai danni del nostro Paese. Il bonus infatti è destinato solo a chi, oltre ai figli, ha il coniuge a carico. Detto in parole povere, vengono punite le famiglie in cui lavorano entrambi i genitori e premiate le famiglie in cui lavora un solo genitore. In un Paese come il nostro, che ha un tasso di occupazione femminile già basso e in cui la maternità è ancora un ostacolo per le donne a poter lavorare, il principio che ispira questa misura rischia di avere un effetto devastante”.

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