Hanno deciso di manifestare il loro disagio gli avvocati di Siracusa che, questa mattina, in almeno 120 si sono dati appuntamento davanti al palazzo di giustizia per partecipare alla protesta, organizzata dall’Ordine degli avvocati, dal titolo “Giustizia sospesa”. Ad esporre i problemi del sistema giudiziario ai tempi del covid19 è stato il presidente dell’Ordine, Francesco Favi.

“Sono due le questioni: l’accesso al tribunale ed il rinvio delle udienze. Troviamo incredibile che siano riaperti bar e ristoranti, movida compresa, si parla, inoltre di come rilanciare il turismo, ed invece i tribunali rimangono praticamente chiusi. E’ stato deciso di far lavorare in modalità smart working i dipendenti del palazzo di giustizia, alcuni dei quali senza credenziali di accesso al sistema informatico, altri, invece, li abbiamo visti la domenica al mare. E’ necessario che si ritorni a lavorare in tribunale, non a casa. Tutto questo sta rallentando la macchina della giustizia ma ciò che è più grave sono i diritti calpestati dei cittadini: è inaccettabile. Gli avvocati devono tornare  in tribunale, noi siamo portatori sani di lavoro. Tutto questo lo rappresenteremo al presidente del tribunale”.

 

Non sono mancate le stoccate al ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, peraltro al centro di numerose polemiche, tra cui quella legata al magistrato Nino Di Matteo in merito alla presidenza del Dap. “La classe politica – ha detto il presidente dell’Ordine degli avvocati, Francesco Favi – si è contraddistinta per la propria superficialità. In modo provocatorio, affermo che sono pronto a pagare il riscatto del ministro Bonafede che è sotto sequestro dai suoi stessi funzionari, molto dei quali sono magistrati”. E poi la puntura sul caso Palamara. “Le conversazioni via chat – aggiunge l presidente dell’Ordine degli avvocati, Francesco Favi  –  non possono essere messe in piazza in quel modo, tuttavia si manifesta un meccanismo di scelta che premia gli amici e non i meritevoli”.

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