Sono passati 13 giorni dalla morte di Emanuele Burgio, ma non passa giorno e notte che suoi amici, estimatori, parenti non organizzino manifestazioni per ricordare il giovane ucciso la notte tra il 30 e il 31 maggio alla Vucciria con alcuni colpi di pistola.

In ogni angolo di Palermo vengono esplosi fuochi d’artificio, botti, realizzati altarini, striscioni tutti in onore “del leone della Vucciria”, così lo chiamano, amato da tantissimi a Palermo.

Ogni manifestazione, in barba a divieti e alla pandemia, postata su Tik Tok. Centinaia di video in ricordo, dell’amico, del parente e del giovane considerato da tanti un leader ucciso durante l’ennesimo tentativo di chiarificazione tra i Romano ed Emanuele Burgio.

Un banale litigio si è detto dopo un piccolo incidente al Borgo Vecchio. Forse il tentativo di risolvere definitivamente un contrasto tra due famiglie che avevano già in passato avuto scontri violenti.

Saranno le indagini della squadra mobile di Palermo a chiarire i motivi di questi contrasti. Al momento resta da registrare un fenomeno che ha coinvolto tantissime zone della città come si vede nel video pubblicato.

Le manifestazioni sono andate avanti per giorni e fino a ieri sera. Non si fermano. Ognuno a suo modo vuole lasciare un segno di affetto e amicizia ad una famiglia certamente potente a Palermo. Non si spiegherebbe per quale motivo in tanti quartieri come la Kalsa, la Guadagna, lo Zen, piazza Magione, ovviamente la Vucciria, ma anche lo Sperone, Brancaccio tutti hanno voluto fare sapere che piangono per la morte del giovane di 26 anni.

Piangono e continuano a piangere per quello come mostrano i tantissimi video ritenuto “l’enfant prodige” osannato da una grande parte di Palermo che esiste e che è sempre esistita, nonostante in tanti abbiano cercato di nascondere. Una parte di Palermo con cui bisogna fare i conti e che ha trovato un palcoscenico, i social, per apparire e mostrarsi senza nessuna paura e senza vergogna.

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